di Matteo Zola
Un muro tra Grecia e Turchia, soluzione pensata da Atene per fermare l’immigrazione clandestina proveniente dall’Asia. Sarà lungo 12,5 km, e si snoderà lungo la porzione di terra che separa Grecia e Turchia. Quel confine -il confine di Evros– è il confine dell’Unione Europea, ed è la via d’accesso privilegiata per l’immigrazione asiatica e africana da quando Spagna e Italia hanno inasprito i loro controlli.
Il confine è lungo 200 km, in buona parte corre lungo il fiume omonimo, e il muro sarà costruito dove “gli ingressi illegali sono più massicci”, come spiegato dal ministero dell’Interno di Atene che sottolinea lo scarso impegno turco nella lotta all’immigrazione clandestina verso l’Europa.
Anche la Grecia ha però i suoi problemi a gestire un aumento del 369% (nei soli ultimi nove mesi) dell’immigrazione: le sue leggi d’asilo sono antiquate e molto criticate, e manca del tutto un piano di accoglienza e integrazione. Il muro, insomma, sembra una misura d’emergenza da parte di chi non ha finora ammodernato le sue leggi in tema di immigrazione. Non per nulla da Bruxelles si dicono scettici.
E lo scetticismo di Bruxelles si traduce in una pressione diplomatica affinché Atene abbandoni il piano: “Quello di Evros non è solo il confine tra Grecia e Turchia, ma tra l’ Unione Europea e il mondo”. Quindi non si tratta più di un affare interno greco ma di una questione interna all’Unione, che dal portavoce della Commissione fa sapere: “Reti e muri hanno già dimostrato di essere misure valide solo a breve termine, non forniscono un contributo strutturale alla gestione dei flussi migratori”.
Secondo alcuni il progetto greco di costruzione del muro non è che un mezzo per spingere l’Unione a prolungare l’impiego, al confine con la Turchia, degli oltre duecento agenti della Guardia di Frontiera europea. Sono i reparti della Frontex, che in Grecia si compongono di agenti provenienti da Germania, Romania, Austria, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia e Danimarca. La missione Frontex ha come compito il controllo dei 12,5 chilometri della frontiera di Evros, appunto, tra le citta’ di Nea Vyssa e Orestiada. Certo ad Atene non dispiace una così cospiqua forza di polizia sul confine con lo storico nemico turco.
Un altro muro divide l’Europa, e in un certo senso la Grecia, dalla Turchia: è quello di Cipro, che separa la parte nord da quella sud dopo l’invasione turca dell’isola del 1974 e la conseguente guerra. Un muro tanto difficile da abbattere, e che tiene lontana Ankara dall’Europa. Ma questa è un’altra storia, di cui potete leggere sul nostro e-magazine: “Cipro serva di due padroni”, un reportage da Cipro del giovane giornalista Matteo Acmé.
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