BULGARIA: Ancora proteste nella capitale

Continuano ormai da oltre cinque mesi le proteste a Sofia, capitale della Bulgaria. Non ci sono solo ragazzi, universitari e disoccupati, a chiedere le dimissioni del governo guidato dal socialista Plamen Oresharski, ma anche i sindacati si sono uniti alle manifestazioni. Il 10 novembre scorso, dopo aver organizzato una “marcia della giustizia” nella data dell’anniversario della caduta del regime comunista, migliaia di persone hanno tentato una vera e propria “occupazione simbolica” del parlamento nel centro della capitale bulgara. La protesta bulgara ha registrato da allora alcuni momenti di tensione.

L’ultimo è avvenuto mercoledì 20 novembre e ha visto i giovani sfilare con armi di cartone, per far capire al Parlamento che è con le spalle al muro ed è ora di andarsene. La nuova coalizione, nata dopo le elezioni del maggio scorso, vede i socialisti alleati con il partito filoturco Dsp e governa in sostanziale continuità con l’operato dell’ex premier di centrodestra Boyko Borisov. Ciò ovviamente ha alimentato un dissenso popolare che covava già precedentemente. Ora i sondaggi danno Oresharski come ampiamente sfiduciato dalla gente.

Arrivano i black bloc
A parte alcuni incidenti, inevitabili quando le manifestazioni coinvolgono un numero ingente di persone e si basano sul malcontento generale, le proteste finora sono state sempre pacifiche. Ma non è detto che presto qualcuno possa soffiare sul fuoco per  i propri interessi.

Non a caso infatti il 20 novembre si sono presentati all’appello della protesta anche i “black bloc”, ma di un tipo particolare, schierato dalla parte del governo. Un gruppetto di alcune decine di persone, con la faccia totalmente coperta da passamontagna, si è  messo al fianco delle forze dell’ordine a presidiare il Parlamento, come se fosse una milizia paramilitare. E per far capire bene da che parte stavano, prima di andarsene dopo una mezzoretta, gli incappucciati hanno ripetutamente scandito lo slogan “sostegno”. Il gruppo ha agito indisturbato e non è stato identificato.

Situazione delicata
Seppur siano avvenuti alcuni scontri fra manifestanti e polizia, le forze dell’ordine non sembrano essere dalla parte del Governo a giudicare da come hanno gestito finora le manifestazioni. Inoltre anche politicamente qualcosa sembra muoversi.
Il consiglio comunale di Sofia ha infatti protestato vivacemente per come Oresharski sta gestendo la situazione. L’ingente dispiegamento di forze in occasione della manifestazione del 20 novembre (si parla di circa 10mila agenti) non è piaciuto affatto. “L’introduzione di un regime di polizia nel centro della capitale con il solo scopo di tenere al potere un partito non è accettabile né giustificabile”, si legge nella dichiarazione firmata da un totale di 43 consiglieri.

Scenari futuri
Cosa accadrà? Difficile dirlo. Il Premier potrebbe dimettersi e far calmare le acque per un po’, come fatto in precedenza da Borisov. Oppure potrebbe continuare infischiandosene delle manifestazioni. Che potrebbero anche degenerare e alla fine giustificare il pugno duro del Governo contro i violenti.
Certo, a prima vista sembrano esserci tutti gli elementi per l’ascesa di un qualche movimento populista che cavalchi la protesta, come è successo e succede in molti altri Paesi europei. Resta da vedere se esista qualcuno, in Bulgaria, in grado di farlo.

foto: EPA/VASSIL DONEV

Chi è Valerio Pierantozzi

Giornalista professionista, sono nato a San Benedetto del Tronto nel 1980, ma sono pescarese di adozione. Ho passato 20 anni della mia vita a scuola, uscendo finalmente dal tunnel nel 2006 con una laurea in Filosofia. Amo il mare, il sole, le spiagge e odio il grigiore, le nubi, il freddo. Per questo nel 2014 mi sono trasferito in Svezia. Da grande vorrei essere la canzone “Night” di Sergio Caputo.

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