SIRIA: Schieramenti in guerra. Ecco gli islamisti alleati di Washington e Parigi

Gli Stati Uniti e la Francia si preparano alla guerra, da soli, senza avallo Onu e senza l’aiuto britannico dopo che il Parlamento di Londra ha bocciato l’intervento militare con o senza accordo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La partecipazione francese al conflitto non deve stupire, a Parigi hanno la memoria lunga e amano mettere il naso laddove avevano colonie e protettorati. La Siria dovette sottostare a un mandato francese dal 1920 al 1946, anno in cui ottenne l’indipendenza. Ma pillole di storia a parte, insieme a chi combatteranno i franco-americani?

Abbiamo più volte sottolineato la variegata composizione delle forze “ribelli” e il giornale britannico The Indipendent ci viene in soccorso con tanto di cartina ed elenco delle milizie. Un ginepraio che sarà ben difficile portare alla ragione, per quanto intelligenti siano le bombe utilizzate: le milizie islamiste qui sotto elencate sono però, di fatto, gli alleati di Washington e Parigi nella guerra contro al-Assad.

      • Movimento islamico Ahrar al Sham 

Combattenti: 25mila, secondo il Fis.

Alleanza radicale salafita creata nel dicembre del 2012, riceve finanziamenti dai paesi del Golfo persico. Ha preso le distanze dall’Esercito siriano libero, filoccidentale, dimostrando un certo grado di coesione interna e omogeneità ideologica. Chiede l’istituzione di uno stato islamico retto dallasharia.
Affiliati: Movimento islamico Ahrar al Sham.

    • Esercito siriano libero (Esl) 

Leader: Salim Idriss.
Combattenti: Idriss sostiene di contare su 80mila uomini.
L’Esl è un nome usato per definire l’insieme dei gruppi ribelli fin dalla metà del 2011. La composizione attuale è nata in seguito a pressioni dei paesi occidentali e del Golfo che volevano farne l’ala militare dell’opposizione in esilio. Forte dei finanziamenti internazionali, l’Esercito siriano libero ha vari comandanti che controllano ognuno le proprie milizie, per le quali Idriss svolge una funzione di portavoce. Idriss segue una linea laica e nazionalista, mentre altre fazioni del suo esercito preferiscono un’opzione islamica.
Affiliati: Brigate dei martiri della Siria, Brigate Farouq, Brigata Tawhid, Brigate Suqour al Sham e Brigata dell’islam.

  • Fronte islamico siriano di liberazione (Fisl)
  • Leader: Ahmed Eissa al Sheikh (delle Brigate Suqour al Sham).
    Segretario generale: Zahran Alloush (Brigata dell’islam).
    Combattenti: 35mila-40mila, secondo il portavoce.
    Il Fisl è un’alleanza islamista creata nel settembre 2012, intorno a un asse ideologico abbastanza scarno, che oltre a dichiararsi contrario al regime di Assad chiede una maggiore islamizzazione della società siriana.Affiliati: Brigate Farouq, Brigata Tawhid, Brigate Suqour al Sham, Brigata dell’islam e Brigate dei martiri della Siria.
  • Brigate Farouq
    Leader: Osama Juneidi.
    Combattenti: Circa 14mila, secondo un loro portavoce.
    Area: tutto il territorio siriano, ma è presente soprattutto intorno a Homs e lungo il confine siro-turco.
    Affiliati a: Fisl, Esl.
    È un importante gruppo islamico nato intorno all’Esercito siriano libero nella provincia di Homs tra l’estate e l’autunno del 2011. Da allora è molto cresciuto e ora ha base nazionale.
  • Fronte al nusra
    Leader: Abu Mohammed al Golani.
    Combattenti: Almeno cinquemila, secondo alcune stime, di cui molti stranieri.
    Area: Siria (forse anche Iraq).
    Affiliata a: Al Qaeda.
    Il Fronte al nusra ha cominciato a organizzarsi segretamente alla metà del 2011 con l’aiuto di Al Qaeda in Iraq. Gli Stati Uniti l’hanno inserito nel dicembre del 2012 nella lista delle organizzazioni terroristiche.
  • Movimento islamico Ahrar al Sham
    Leader: Abu Abdullah al Hamawi.
    Area: Siria.
    Combattenti: Forse diecimila, anche se secondo il Fis potrebbero essere 25mila.
    Affiliata a: Fis.
    È probabilmente la più numerosa fazione salafita siriana. Sostiene di raggruppare un centinaio di gruppi armati locali oltre a uffici di aiuti umanitari. Vuole creare uno stato islamico basato sulla sharia.
  • Brigate dei martiri della Siria
    Leader: Jamaal Maarouf.
    Combattenti: Qualche migliaio? Diecimila? In un’intervista del dicembre del 2012 Maarouf ha affermato di avere 18mila combattenti.
    Area: Jabal al Zawiya, Idlib.
    Affiliata a: Esl.
    Il gruppo è concentrato nella zona rurale intorno a Jabal al Zawiya nella regione di Idlib, da cui si è poco allargato. Maarouf non sembra essere legato a un’ideologia particolare, ma riceve fondi sauditi.
  • Unità di protezione popolare (Ypg) 
    Portavoce: Khebat Ibrahim.
    Combattenti: qualche migliaio.
    Area: Zone curde nel nord e nordest della Siria, intorno ad Aleppo.
    Affiliata a: Comitato supremo curdo, Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).
    L’Ypg è il principale gruppo armato curdo, controlla larghe zone nel nord della Siria. Legato al Pkk, ha molti dubbi sulla corrente araba dell’opposizione, che ritiene troppo islamica e controllata dalla Turchia. Seguendo la filosofia marxista del Pkk, l’Ypg ha anche combattenti donne. Non cerca l’indipendenza dalla Siria ma piuttosto un’autonomia per la popolazione curda.
  • Brigata dell’islam
    Leader: Zahran Alloush.
    Combattenti: Qualche migliaio.
    Area: Soprattutto Damasco.
    Affiliata a: Fisl, Esl.
    La Brigata dell’islam è stata creata dalla famiglia Alloush di Douma, a est di Damasco, il cui patriarca vive ora in Arabia Saudita. Si definisce la principale fazione della regione e di poter contare su 64 battaglioni, ma non ha mai fornito un numero preciso di combattenti.
  • Brigata Tawhid
    Leader: Abdelaziz Salama.
    Comandante militare: Abdulqader Saleh.
    Combattenti: Circa undicimila, secondo un portavoce.
    Area: Aleppo, con piccoli gruppi sparsi nel paese.
    Affiliata a: Fisl, Esl.
    È la forza dominante nella regione di Aleppo, con qualche affiliato in altre zone. Vuole una forma di governo islamico ma afferma di voler garantire la sicurezza delle minoranze religiose.
  • Brigate Suqour al Sham
    Leader: Ahmed Eissa al Sheikh.
    Combattenti: Alcune migliaia, forse diecimila.
    Area: Jabal al Zawiya, nella regione di Idlib.
    Affiliata a: Fils, Esl.
    Nata nel 2011, è una delle principali milizie islamiche.

Fonte: Arol Lund, Freedom fighters? Cannibals? The truth about Syria’s rebels, The Independent. Arol Lund, scrittore e ricercatore svedese ha studiato a lungo i movimenti d’opposizione siriani, di cui è ritenuto uno dei più profondi conoscitori. Un suo articolo è apparso anche su Foreign Policy.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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4 commenti

  1. Bonaiti Emilio

    Secondo i dati riportati i ribelli ammonterebbero all’incirca a 210.000 uomini contro i 320.000 dell’esercito regolare, del quale non sono note le motivazioni, allo stato attuale di certo il morale non deve essere alle stelle. La bilancia dovrebbe quindi pendere per la galassia di ribelli ma dietro la Siria vi è l’onnipotente Iran con le sue truppe scelte e nel vicino Libano le milizie Hetzobolla (spero di averlo scritto bene). Quindi la partita è aperta e non se ne vede la soluzione. Pesa sui ribelli la mancanza di un comando unico, impossibile da realizzare, pesa sui governativi la durata della guerra di cui non vedono la soluzione. Alla luce di recenti, passati accadimenti non credo che il presidente americano si voglia cacciare in quel vespaio, quanto alla Francia col suo presidente socialista può solo mostrare i muscoli.

  2. Che dire ovunque dove si mettono gli USA creano “casini” addestrano e Armani le fazioni anti Assad e adesso queste marciano verso Bagdad con gli altri terroristi, complimenti Usa ma quando imparerai a stare a casa tua?

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