Sufismo, quando l'Islam è mistico e moderato

Il sufismo è una dottrina sincretica mistica che tende alla conoscenza diretta di Dio, i suoi insegnamenti sono derivati dal Corano ma con inserti derivanti dal neoplatonismo, dal cristianesimo antico, dalla cultura persiana. Il termine deriva probabilmente da “tasáwwuf“, il povero e logoro abito di lana che indossavano gli adepti. Altri riconducono il termine all’arabo safá’ (purezza) o si richiamano alla collocazione dei sufi ‘in prima fila’ ( saff al-awwal ) al cospetto di Dio.

Il tasawwuf è maggiormente diffuso nel sunnismo piuttosto che nello sciismo, ciò è dovuto al fatto che, per conoscere Allah e la Sua volontà, lo sciismo può contare sull’attiva opera dei suoi dotti che  hanno acquistato un incontestabile profilo di tipo clericale: sono questi  gli ulema, ritenuti ispirati in modo ineffabile dall’imam “nascosto”.

Nell’Islam sunnita la totale mancanza di un ceto clericale con compiti di intermediazione tra la volontà di Dio e gli uomini ha portato a percorsi di ricerca originali, fino al misticismo di cui il sufismo è l’esempio più eclatante. Esso esalta la ricerca individuale per via esoterica, attraverso una disciplina mentale che prevede anche lo studio della dottrina coranica ed esoterica precedente.

Il sufismo è la scienza della conoscenza diretta di Dio, la sua dottrina e i suoi metodi derivano dal Corano ma il sufismo fa anche libero uso di concetti e paradigmi derivati da fonti greche e hindu. Benché molto importante nello sviluppo dell’Islam, la cultura persiana non è da ritenersi fondamentale al sufismo. La radice sostanzialmente islamica del sufismo si riscontra però nellashahāda: la formula araba suona Ašhadu an là ilàha illà Allàh – wa ašhadu anna Muhammada Rasulu Allàh, cioè “Testimonio che non c’è divinità se non Dio (Allàh) e testimonio che Muhammad è il suo Messaggero” (in arabo: أشهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمد رسول الله‎).

Per i sufi, il grande e unico maestro resta il profeta Muhammad, che trasmise ai suoi compagni la baraka (che significa ‘benedizione’) ricevuta da Dio. Questi a loro volta la tramandarono alle generazioni successive, creando così una catena, la cosiddetta sisila, che conferisce un carattere iniziatico all’insegnamento sufi.

Personaggi del sufismo

Il primo grande nome di sufi è quello di Hasan al-Basri (642-728). Di lui nulla ci è pervenuto, se non tramite le citazioni di altri autori. Nato a Medina si stabilì a Bassora, dove divenne famoso come dotto e seppe attrarre a sé molti seguaci e studenti. È una figura importantissima nel sufismo perché aveva conosciuto personalmente il Profeta. Gran parte delle catene iniziatiche sufi passano per lui. È famoso per aver affermato che il mondo è un ponte sul quale si passa, ma su cui non conviene costruire nulla, rinunciando ai beni terreni.

Grandi teorici del sufismo furono poi Gialal al-Din al-Rumial-GhazaliIbn Ata Allah Iskandari. Al-Ghazali in particolare fu colui che risolse la dicotomia tra l’Islam dell’ortoprassi e l’Islam della conoscenza interiore. Dopo due anni trascorsi confinato in una stanza della moschea di Damasco, al-Ghazali giungerà alla conclusione che i sufi sono i veri eredi del Profeta, essendo gli unici che potevano raggiungere la conoscenza diretta di Dio, ma questa conoscenza si compie solo attraverso la mediazione della teologia e della legge. Perciò egli ne divenne il più strenuo sostenitore. Grazie a lui, l’Islam risolse la contraddizione intellettuale esistente tra mistica, teologia e questioni legislative.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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