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POLONIA: Respinta la minaccia russa al consolidamento del settore chimico

A metà Luglio in Polonia tra i media, tra gli analisti, ma soprattutto all’interno del Ministero del Tesoro, vi è stato molto fermento e preoccupazione: il motivo era un’ Opa effettuata dalla società russa Acron produttrice di concimi chimici che avrebbe voluto entrare in possesso del pacchetto di maggioranza (il 66%) della società per azioni polacca Zakłady Azotowe Tarnòw (Impianti di Azoto a Tarnòw). Il maggiore azionista della società polacca con il 32% è lo Stato , con il 31,5% seguono i fondi pensione e il rimanente è diviso tra vari azionisti.

Questa società era da settimane oggetto di grande interesse ministeriale e sotto i riflettori del settore chimico nazionale in quanto ha cominciato ad essere considerata come la base per effettuare un “consolidamento” del settore stesso in Polonia attraverso una fusione con l’altra (e più grande) società di impianti di azoto, quella di Puławy, controllata quest’ultima per oltre il 50% dallo Stato, in modo da creare un “campione nazionale” resistente agli attacchi dall’esterno. Il tentativo improvviso di acquisire una cosi grossa “fetta” di azioni da parte di Acron ha quindi scombussolato un po’ questi piani e la mossa della società russa è stata vista dai dirigenti di Tarnòw  (e dalla maggior parte degli esperti polacchi ) come una sorta di “Opa ostile” con il chiaro scopo di assumere il controllo del Consiglio d’Amministrazione della società.

Giova ricordare che il proprietario di Acron è Wieczyslaw Moshe Kantor , uno dei tanti oligarchi arricchitisi considerevolmente durante le privatizzazioni selvagge ai tempi di Yeltsin. Oggi la sua società Acron è una delle maggiori produttrici di concimi in Europa. Kantor è stato anche accusato di traffico d’armi ed ha appoggiato il presidente ucraino Juščenko; possiede due passaporti, uno russo e l’altro israeliano. Ciò non deve stupire essendo egli anche il Presidente del Congresso Europeo degli Ebrei. Negli ultimi anni inoltre ha avuto un consistente ruolo nell’offensiva ai danni della Yukos di Khodorkovsky ed ha acquistato impianti chimici in Cina e alcune basi portuali in Estonia e nell’enclave (oblast’ ) di Kaliningrad.

La vicenda, appartenente al campo dell’alta amministrazione politico-economica, è ben presto arrivata all’ opinione pubblica polacca, curiosamente pubblicizzata e dibattuta da tutto lo spettro politico che quasi all’unanimità ha contribuito a ricreare il tipico (per la Polonia) “timore per la minaccia russa” suscitando paure e inquietudini personificate nella generale convinzione che “i russi stanno di nuovo tramando qualcosa contro noi polacchi”. In questo terreno fertile sono facilmente cresciute teorie e supposizioni quali quelle che sostenevano che i russi progettavano, una volta impossessatisi della società polacca, di chiuderla e creare con ciò una forte disoccupazione o meglio che lo scopo in realtà fosse quello di indebolire tutto il settore del gas in Polonia e in particolare bloccare le ricerche di gas non convenzionale (gas da argille) che nel paese sta procedendo sempre più speditamente.

In quei delicati giorni (13-18 luglio) è stato decisivo il coinvolgimento del ministro del tesoro Budzanowski che ha presenziato al Consiglio degli Azionisti con il chiaro intento di evitare che la proposta russa venisse accettata o anche presa soltanto in considerazione; gli sforzi hanno portato l’effetto voluto perché l’offerta di Acron è stata respinta e i russi hanno acquistato soltanto una quota d’azioni, comunque non piccola, di circa il 12 % .Con ciò il pericolo è stato scongiurato e il ministro a coronamento della vicenda ha sostenuto che entro 6 mesi si procederà alla creazione del campione nazionale con la fusione degli impianti Tarnòw-Pulawy.

Questa fusione non necessariamente sarà la soluzione di tutti i mali del settore chimico polacco. Bisogna sottolineare che il gas è il principale componente utilizzato dagli impianti di azoto: rappresenta tra il 40% e il 60% del costo di produzione dei concimi. Il 23 Luglio sono stati tolti i dazi europei per l’importo di concimi dalla Russia e dalla Bielorussia e questo significa che i prodotti di questi paesi potranno invadere il mercato polacco; essendo in questi paesi il costo del gas anche 6 volte inferiore ciò genererà una concorrenza al ribasso a danno dei produttori nazionali e perciò il consolidamento del settore chimico polacco con la creazione di un campione nazionale potrebbe rappresentare uno scudo troppo debole alla concorrenza (inevitabile?) dall’est ed alle conseguenti ondate di timori e paure che cosi facilmente animano la società polacca.

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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