GEORGIA: l'opposizione non abbandona la piazza

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L’opposizione georgiana non abbandona le piazze di Tbilisi dal 9 aprile. Il 26 maggio ha raccolto allo stadio circa 60.000 persone. Ma il Patriarca georgiano Ilia II invita al dialogo Il 26 maggio presso lo stadio centrale di Tbilisi ha avuto luogo una delle più grandi azioni di protesta della storia recente della Georgia.

Una parte dei leader dell’opposizione aveva annunciato questa data come decisiva. Ma questo giorno sembra essere stato solo l’apice delle proteste e già il 27 l’attività politica dell’opposizione è tornata relativamente tranquilla, riprendendo il solito ritmo.

La manifestazione del 26 maggio avrebbe dovuto portare dei risultati concreti e visibili già il giorno seguente, invece tutti hanno mantenuto le proprie posizioni. Saakashvili al potere e l’opposizione in piazza.

Il 26 maggio ha generato anche molti risultati negativi per l’opposizione. Una parte dei suoi leader più autorevoli ha dichiarato che inizierà ad agire indipendentemente. Il loro obiettivo rimarrà quello comune, cioè le dimissioni del presidente, ma questo atteggiamento rappresenta un evidente segnale di divisione all’interno dell’opposizione.

In realtà, anche questo fattore non cambia molto la situazione. Una parte dei sostenitori dell’opposizione sembra decisa a sostenere chiunque decida di continuare le proteste, anche se alcuni leader dovessero abbandonare la piazza. La manifestazione del 26 maggio ha dimostrato che tra i leader dell’opposizione c’è chi non è disposto a negoziare in alcun modo con le autorità. Tra questi sembra esservi l’ex speaker del parlamento Nino Burjanadze, ritenuta uno dei principali finanziatori dell’opposizione, che ha investito troppo in queste proteste per abbandonarle di propria iniziativa.

Fonte: Osservatorio Caucaso

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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