GEORGIA: sventato colpo di stato

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Attualmente è in corso una rivolta di soldati in una base militare georgiana volta a bloccare le esercitazioni Nato, previste per domani, e rovesciare il potere delle autorità militare. A dichiararlo il ministro della Difesa di Tbilisi David Sikharulidze. Sikharulidze ha affermato che i militari di un battaglione della base di Mukhrovani, nella regione di Gori, hanno iniziato la rivolta stamane presto. L’ammutinamento è finalizzato a rovesciare, insieme alle gerarchie militari, l’equilibrio democratico del paese.

Un equilibrio precario in una democrazia incompiuta. Nei giorni scorsi una parte consistente dei cittadini georgiani ha manifestato pacificamente ma fermamente contro l’attuale presidenza Shakashvili con l’appoggio dei partiti di opposizione. Il disastroso esito della guerra contro la Russia ha indebolito la posizione dell’attuale presidente ma le vicende in corso hanno un’altra motivazione. Dietro il tentato (non si sa ancora se sventato) colpo di stato militare pare ci sia proprio la Russia.

Secondo l’agenzia Interfax il ministero degli Interni georgiano ha dichiarato che alcuni alti ufficiali del ministero della Difesa del paese sono stati arrestati perché coinvolti nel piano e in contatto con i servizi speciali russi: “Le indagini preliminari mostrano che il piano è stato coordinato dai russi” spiega il portavoce del ministero Shota Utiashvili. L’ammutinamento, tutt’ora in corso, potrebbe dunque avere lo scopo di riportare la Georgia in orbita russa, allontanadola da una Nato che dopo aver teso la mano ha chiuso la porta in faccia a Tblisi.

Se il coinvolgimento russo venisse confermato ci troveremmo di fronte all’ennesima aggressione di Mosca, e ciò non lascerebbe dormire sonni tranquilli neanche all’Ucraina, vittima predestinata dell’espansionismo russo. Non si può però ancora escludere che quella del coinvolgimento russo sia una mistificazione (o, peggio, una paranoia) volta a distogliere l’attenzione da un malcontento crescente in Georgia, al punto da coinvolgere alti gradi dell’esercito. L’agenzia Itar Tass riporta le reazioni di Mosca alle accuse di Tblisi definendole “delirio e agonia dell’attuale regime”.

L’agenzia Ria Novosti riferisce che la televisione georgiana sta trasmettendo dei filmati, che arrivano dal ministero degli Interni, in cui si vedono gli organizzatori del colpo di stato mentre pianificano le operazioni. I golpisti, tra cui l’ex ministro della Difesa Georgi Karkarashvili, parlano esplicitamente di eliminazione fisica di alti rappresentanti della politica georgiana.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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