Il 2024 rappresenta un anno decisivo per la Lituania, con tre importanti elezioni all’orizzonte: le presidenziali, tenutesi il 26 maggio, le europee a giugno e le parlamentari a ottobre. In aggiunta, in concomitanza con le elezioni presidenziali si è tenuto anche un referendum costituzionale sulla doppia cittadinanza.
Le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale
Il primo giro di elezioni si è tenuto lo scorso 12 maggio, quando i cittadini lituani si sono recati alle urne per eleggere il nuovo presidente della repubblica e per un referendum costituzionale sull’introduzione della doppia cittadinanza.
Le elezioni presidenziali, hanno visto sfidarsi principalmente il presidente uscente Gitanas Nausėda e la premier Ingrida Šimonytė, concludendosi con un ballottaggio che, il 26 maggio, ha portato Nausėda al suo secondo mandato consecutivo con più del 75% dei voti.
Queste elezioni hanno suscitato particolare attenzione soprattutto per la guerra in Ucraina, in cui la Lituania gioca un ruolo fondamentale sia per il suo supporto a Kiev sia per le sue istanze anti-russe. Gitanas Nausėda, 60 anni, si è candidato come indipendente, mentre Šimonytė, 49 anni, fa parte del partito di centrodestra Unione della Patria-Democratici Cristiani di Lituania (TS-LKD). Durante la campagna elettorale, entrambi hanno espresso il loro supporto all’Ucraina e l’intenzione di aumentare il budget per la difesa della Lituania, vista la delicata posizione geografica del paese tra Kaliningrad e Bielorussia.
Il referendum aspirava a modificare la costituzione lituana per includere la possibilità di ottenere la doppia nazionalità, ma il quorum non è stato raggiunto. Secondo la legge, la doppia cittadinanza è concessa solo a coloro che hanno lasciato la Lituania prima dell’indipendenza del 1990 e ai loro familiari. Questo tema è particolarmente importante per il paese, che dal 1990 ha iniziato a soffrire di un forte calo demografico: quasi un milione di persone ha lasciato la Lituania, mentre ogni anno circa 1.000 persone rinunciano alla cittadinanza lituana per ottenere quella del paese in cui risiedono.
Allo stesso tempo, il referendum non avrebbe risolto uno dei problemi più ostici nei paesi baltici dopo la caduta dell’URSS: cosa fare con tutte quelle persone che sono rimaste in Lituania dopo l’indipendenza? E in particolare, cosa fare con la minoranza russa? Soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina del 2022, concedere la doppia cittadinanza ai russi è fuori discussione, e coloro che dal 2022 stanno scappando dalla Russia riescono difficilmente a ottenere un permesso di soggiorno, nonostante molti rinuncerebbero alla cittadinanza russa pur di restare in Lituania.
Elezioni del parlamento europeo
Attualmente, la delegazione lituana a Strasburgo è composta da 11 eurodeputati: 4 appartengono al Partito Popolare Europeo, 2 al Partito dei Socialisti e Democratici, 2 ai Verdi, e uno ciascuno ai gruppi Renew Europe, Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e ai non affiliati.
Il 9 giugno, i cittadini lituani voteranno per eleggere 11 nuovi rappresentanti al Parlamento europeo. La Commissione Elettorale Centrale ha registrato 14 partiti politici e una coalizione per queste elezioni.
In base agli ultimi sondaggi, a contendersi il maggior numero di posti in parlamento saranno i socialdemocratici e i democristiani. Infatti, i sondaggi mostrano una preferenza che si attesta intorno al 25% per il Partito Social Democratico Lituano (LSDP), mentre l’Unione della Patria-Democratici Cristiani di Lituania (TS-LKD) segue con circa il 15% di preferenze. Al terzo posto in ordine di preferenza c’è l’Unione dei Democratici “Per la Lituania” (DSVL), che ha raccolto intorno al 10% dei consensi. Gli altri candidati che potrebbero aggiudicarsi un posto all’Europarlamento sono l’Unione dei Contadini e Verdi di Lituania (LVŽS) e il Movimento Liberale (LRLS), che attirerebbero circa il 12% dei voti secondi i sondaggi.
I socialdemocratici si presenteranno alle elezioni sotto la guida di Vilija Blinkevičiūtė, attuale europarlamentare e presidente del partito, uniti all’Alleanza dei Socialisti e dei Democratici. Il partito ha presentato un programma dedicato ai cittadini, alle imprese, all’ecosostenibilità e all’inclusività. Blinkevičiūtė si è anche aggiudicata la fiducia del presidente lituano Gitanas Nausėda, che in un’intervista l’ha definita come la migliore candidata al ruolo di primo ministro nelle elezioni parlamentari del prossimo ottobre, anche se l’eurodeputata non ha ancora pubblicato la sua candidatura.
L’Unione della Patria-Democratici Cristiani di Lituania, di stampo conservatore, sarà guidata dall’europarlamentare Andrius Kubilius e si candiderà con il Partito Popolare Europeo, con un programma che presta particolare attenzione alla crisi geopolitica in est Europa. Particolare attenzione è data alla sicurezza dalla minaccia russa e al supporto degli stati filo-occidentali verso l’integrazione europea.
L’Unione dei Contadini e Verdi di Lituania (LVŽS) si è candidata sotto la guida del deputato Aurelijus Veryga, ex ministro della Sanità, unita al gruppo dei Verdi, così come il Partito dei Verdi di Lituania (LŽP), che si presenterà alle europee con una lista composta da sole donne per la prima volta nella storia del paese, guidata dalla leader Ieva Budraitė. A candidarsi con i Verdi sarà anche l’Unione Democratica “Per la Lituania” (DSVL), guidata dall’attuale commissario europeo Virginijus Sinkevičius.
Il Movimento Liberale, il Partito Libertà e Giustizia (LT) e il Partito della Libertà (LP) hanno invece aderito a Renew Europe, mentre all’Alleanza dei Socialisti e Democratici, oltre a LSDP, è affiliato anche il Partito delle Regioni di Lituania (LRP).
Spostandoci verso l’ala destra dell’Europarlamento, il Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, guidato da Giorgia Meloni, ha visto l’adesione di ben quattro partiti lituani: l’Azione elettorale dei polacchi in Lituania-Alleanza delle famiglie cristiane (LLRA-KŠS), la Coalizione di pace (TK), l’Unione Cristiana (KS) e l’Alleanza Nazionale (NS).
Infine, tra i partiti minori e non affiliati, si presenteranno alle elezioni il Partito del Lavoro, il cui leader Viktor Uspaskich è stato espulso da Renew Europe per aver espresso opinioni omofobe, e l’Unione di Popoli e Giustizia (centristi-nazionalisti), guidata da Petras Gražulis, figura politica controversa, nota in Lituania per alcuni scandali nella vita privata e per le sue posizioni conservatrici e apertamente discriminatorie: Gražulis infatti è stato espulso dal parlamento lituano e non potrà concorrere alle elezioni nazionali per 10 anni.
Alcuni sondaggi prevedono anche una bassa affluenza alle urne il 9 giugno: circa il 35% degli elettori ha dichiarato che non parteciperà al voto, mentre un ulteriore 6% è ancora indeciso su chi votare. Gli esperti hanno motivato questi dati principalmente con l’attenzione dedicata negli ultimi mesi alle elezioni presidenziali, conclusesi lo scorso 26 maggio, e alle prossime elezioni parlamentari, che si terranno a ottobre.
Un altro fattore è la separazione temporale tra le elezioni presidenziali e quelle europee, che negli anni precedenti si erano tenute nello stesso giorno. Nel 2009, l’ultima volta che le elezioni furono separate, l’affluenza alle urne fu inferiore al 21%.
Foto: Antanas Kaziliūnas