Zaporizhzhia

La centrale nucleare di Zaporizhzhia: rischio catastrofe?

Secondo Kirilo Budanov, capo dei Servizi militari ucraini, i russi avrebbero minato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, e si preparerebbero a scatenare una catastrofe nucleare…
Lavorare per un disastro
L’obiettivo, come nel caso della diga di Kakhovka, è quello di rallentare la controffensiva ucraina, e scatenare il panico: la tragedia consentirebbe di colpire l’opinione pubblica mondiale, congelare la linea di contatto e insieme far accettare all’opinione pubblica russa una “vittoria dimezzata” in Ucraina. Budanov lo ha dichiarato in un’intervista al periodico inglese New Statesman, esponendo in forma ufficiale informazioni che circolavano già da tempo.

 

Sia fonti ucraine che russe, sin dall’autunno avevano avvertito che la diga di Kakhovska era stata minata: si era poi atteso il momento più propizio per porre in atto l’azione, ma tutto era pronto da molto tempo. La stessa cosa nel caso della centrale nucleare: sin dall’occupazione i comportamenti irresponsabili erano stati numerosi e da tempo si parlava di cariche esplosive collocate in quattro dei sei reattori. Ora Budanov è giunto a conoscenza certa del fatto che sia stato minato l’impianto di raffreddamento della centrale. Senza raffreddamento, i reattori potrebbero fondere il nocciolo in un lasso di tempo previsto tra le dieci ore e i 14 giorni: alzando il voltaggio dell’impianto, i russi potrebbero causare la fusione già in poco più di dieci ore. Secondo Budanov il piano è stato formalizzato e approvato. Manca solo la decisione di attuarlo, come è accaduto a Kakhovka. Fonti russe ben informate già da settimane ci avevano avvertito di questo piano, ora le dichiarazioni di Budanov pongono in piena luce la possibilità di un passaggio all’atto.

 

Solo un’arma di ricatto?
L’avanzata ucraina in direzione della centrale è lentamente iniziata, e sarebbe fondamentale poter recuperare il controllo sull’impianto, che è stato però circondato da postazioni di artiglieria russe. Conosciamo alla perfezione l’assoluta mancanza di scrupoli della dirigenza russa, e la determinazione di non restituire all’Ucraina i territori ancora occupati, a costo di tramutarli in un deserto radioattivo. Ora però il rischio si estende all’Europa e al mondo intero, viste le dimensioni della centrale.

 

E’ possibile che l’impianto nucleare venga usato come arma di ricatto, ma il disprezzo per la vita umana dimostrato dagli aggressori fa temere senza dubbio il peggio. A questo punto, prima dell’ennesima tragedia annunciata, sarebbe il caso che tutti i paesi civilizzati si dessero da fare ufficialmente, sollevando il problema in modo esplicito. La reazione mondiale, nel caso della diga di Kakhovka, è stata molto debole: ora però si rischia una catastrofe epocale nella stessa Europa. Il piano è stato approvato dallo stesso Presidente russo. Resta solo da attendere quando sarà più conveniente per gli invasori porlo in atto. Il mondo resterà in silenzio sinché sarà troppo tardi?

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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