Il Kirghizistan e la guerra: frontiere proibite

La guerra in Ucraina sta avendo un forte impatto anche in Asia Centrale, una regione dove quanto avviene a (e a causa di) Mosca ha profondi effetti ancora oggi. Oltre alle relazioni internazionali, ad essere profondamente colpite dalla situazione sono anche, forse soprattutto le vite delle persone comuni, In Kirghizistan la guerra ha reso ancora più complicata la questione della cittadinanza, un tema spinoso tra popoli di origine nomade. Ognuno cerca di fuggire come può dal conflitto, poco importa se sia guerra oppure operazione militare speciale, resta qualcosa da cui scappare in fretta.

Né con né contro

Per capire cosa succede, è necessario sapere che il Kirghizistan non ha ufficialmente preso posizione rispetto alla guerra in Ucraina, così come il vicino Kazakistan. Non stupisce quindi che il Kirghizistan abbia recentemente incarcerato cinque cittadini russi in procinto di manifestare in favore dell’Ucraina. Come se non bastasse Biskhek ha estradato in Bielorussia Volodymyr Kadaria, bielorusso ora cittadino ucraino, pochi giorni dopo avergli dato asilo politico. Il Kazakistan ha invece incarcerato con accuse abbastanza oscure Artur Alkhastov, leader del Bureau of Human Rights, che pianificava un picchetto davanti all’ambasciata russa nel primo anniversario dell’invasione, come riporta RFE/RL.

Quale patria?

Argomento spinoso, molto, è come detto la cittadinanza, soprattutto per quei lavoratori kirghisi partiti per la Russia alla ricerca di miglior fortuna. Queste persone hanno spesso scelto di prendere la cittadinanza russa per un migliore integrazione, ma ora è impedito loro di lasciare il paese. Le autorità russe hanno dichiarato che tutti i nuovi cittadini hanno il dovere di difendere il paese, mentre Bishkek non può fare praticamente nulla per loro, dato che Russia e Kirghizistan non hanno un accordo sulla doppia cittadinanza. Accordo che esiste invece tra Russia e Tagikistan.

Kirghisi del Pamir

Se tutti i riflettori sono puntati sull’Ucraina, un teatro molto caldo per l’Asia Centrale resta quello afghano. Nel corridoio di Wakhan esistono circa 1500 persone di etnia kirghisa di cui un centinaio in attesa di fuggire dal regime talebano. L’Afghanistan ha sospeso l’emissione di passaporti, per motivi tecnici, il che complica il loro ricollocamento in Kirghizistan, previsto nella zona di Osh. Le autorità kirghise hanno stanziato circa 3 milioni di dollari per fare fronte all flusso costante di persone di origine kirghisa che dal Wakhan tentano di ricostruirsi una vita fuori dall’Afghanistan.

La Meken Kard

In questo contesto è da notare un’iniziativa del governo kirghiso, la Meken Kard, rivolta a quelle persone che vivono all’estero ed hanno rinunciato alla cittadinanza kirghisa. Avranno agevolazioni nell’ingresso e nella permanenza del paese e potranno pagare diversi servizi pubblici da ogni parte del mondo con carta di credito. Tuttavia, questa iniziativa esclude gli ex-kirghisi che vivono in paese confinante con il Kirghizistan, e che la guerra c’entri in qualche modo non sembra essere escluso. I vantaggi dati dalla Meken Kard durano dieci anni e includono figli e nipoti dei possessori.

Russi in fuga

Che molti russi di essere arruolati non ne vogliano sapere è cosa nota, meno che ciò ha reso i passaporti centro asiatici molto ambiti. Nel 2022 in Kirghizistan sono arrivati circa 30mila russi, mentre oltre 600 hanno ottenuto la cittadinanza kirghisa. Numeri comunque inferiori rispetto al vicino Kazakistan dove gli arrivi sono stati oltre 900mila, molti sono andati altrove ma quasi 150mila si sono fermati nel paese. In Kirghizistan, e in tutta l’Asia Centrale, la guerra sta diventando una fonte di afflusso di tecnici e lavoratori specializzati. A danno di Mosca.

Fonte immagine: pixabay.com

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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