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Polonia e Israele raggiungono un (inquietante) accordo per i viaggi scolastici ad Aushwitz

Dopo un lungo periodo di stop, Polonia e Israele hanno raggiunto un accordo per la ripresa dei viaggi scolastici dedicati alla memoria della Shoah promuovendo una narrazione distorta dell’Olocausto…

Negli ultimi anni sono state moltissime le polemiche sulla memoria della Shoah in Polonia, nella maggior parte dei casi derivate da una narrazione faziosa da parte del Governo polacco. Tutto ciò ha portato Israele alla drastica decisione di annullare tutti i viaggi giovanili educativi nel Paese, anche a seguito dell’adozione di una legge che vieta di sostenere il coinvolgimento della popolazione polacca nell’Olocausto. Inoltre, la Polonia aveva richiesto che nelle gite scolastiche degli studenti israeliani fossero inclusi anche siti dedicati alla commemorazione delle vittime polacche delle persecuzioni tedesche e sovietiche.

Il punto di rottura tra Polonia e Israele

Da una parte abbiamo il desiderio del Governo polacco di controllare i programmi di studio sull’Olocausto dedicati a bambini e ragazzi israeliani in visita ad Auschwitz e in altri campi di concentramento nazisti, tentando di addolcire la realtà dei fatti e di minimizzare il coinvolgimento della nazione nello sterminio ebraico, dall’altro abbiamo una legge del 2021 che rende ancora più complicata la restituzione dei beni confiscati agli ebrei dai nazisti, incamerati poi dalla dittatura comunista. Tutto ciò ha inevitabilmente portato a una rottura tra i due paesi, con Israele che ha accusato la Polonia di infangare la memoria.

L’inquietante accordo delle scorse settimane tra Israele e Polonia

Nelle scorse settimane, la Polonia ha presentato a Israele una proposta per riprendere i tour commemorativi. I dettagli dell’inquietante accordo sono stati pubblicati dal quotidiano israeliano Haaretz e si tratta di un sogno che diventa realtà per tutti i negazionisti dell’Olocausto. L’accordo è stato firmato dal ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen e da quello polacco Zbigniew Rau e prevede la ripresa immediata dei viaggi studio, a patto che gli studenti visitino almeno un altro sito a scelta tra quelli presenti nella lista presentata dalla Polonia. L’accordo è ora in attesa di ratifica da parte della Knesset e del parlamento polacco.

Tra i luoghi storici inclusi troviamo l’Ostrołeka Museum: nato per commemorare Józef Kuras, personaggio controverso accusato di antisemitismo e di crimini di guerra, che includono l’uccisione di diversi rappresentanti delle comunità ebraiche e slovacche in Polonia. Una beffa non indifferente, che ha indignato l’opinione pubblica israeliana rispetto all’accordo tra i due stati.

Varsavia difende l’accordo

Il vice-ministro della Cultura polacco, Jarosław Sellin, sostiene che il raggiungimento di tale accordo era necessario poiché finora la Polonia è stata presentata solo come un “enorme cimitero ebraico a cielo aperto” a tutti gli studenti israeliani. Inoltre. il fatto che i gruppi di studenti venissero scortati da forze di sicurezza israeliane armate non è mai andato giù alla Polonia. Sempre secondo le dichiarazioni di Sellin, questo ha favorito l’isolamento e la rottura dei rapporti, diffondendo “la paura infondata di un paese ospitante presumibilmente pericoloso”.

L’opinione di Israele e del ministro dell’Istruzione

Secondo l’opinione pubblica israeliana, l’accordo è oltraggioso e difende la propaganda polacca di negazione, o almeno di ammorbidimento, dell’Olocausto. Tuttavia, il ministro dell’Istruzione israeliano ha affermato che: “la crisi è stata creata dal precedente governo e che era necessario concordare una soluzione dedicata alla ripresa dei viaggi studio”. Inoltre, aggiunge che il governo polacco ha richiesto da aggiungere dei siti all’elenco, ma “non esiste alcun obbligo per gli studenti di visitarli“.

Foto di copertina: Unsplash

Chi è Valentina Chiara Baldon

Classe 1986, da sempre innamorata della comunicazione in tutte le sue forme. Le parole possono cambiare il mondo, ecco perché ha scelto di utilizzarle come strumento principale nel suo lavoro. SEO copywriter e Social media manager per professione, aspirante giornalista per passione. East Journal è la prima testata con cui collabora.

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