È ancora lontano il sogno dell'euro per la Romania

ROMANIA: Il sogno dell’euro è ancora lontano

È ancora lontano il sogno dell’euro per la Romania, come riporta il Rapporto sulla Convergenza 2022 della Commissione Europea.

La Romania non soddisfa ancora le condizioni per l’adozione dell’euro – questa è la conclusione della Commissione europea, che si è ancora una volta pronunciata sfavorevolmente per quanto riguarda i progressi nell’adempimento dei criteri per l’adozione della moneta unica.

L’analisi è parte della relazione 2022 sulla convergenza, il rapporto sulla compatibilità giuridica e i progressi nel rispetto dei criteri di convergenza per adottare la valuta euro. Insieme alla Romania, la Commissione ha preso in esame anche Bulgaria, Ungheria, Polonia, Svezia, Repubblica Ceca e Croazia. Sono questi, infatti, i sette paesi che hanno assunto l’impegno legale ad entrare nell’eurozona e sono sottoposti ogni due anni ad una verifica dei progressi fatti nel procedere verso la piena integrazione economica e finanziaria nell’Unione Europea.

In base al Rapporto adottato mercoledì 1 giugno, fra i paesi esaminati solo per Zagabria è stato dato il via libera verso l’euro. Se anche il Consiglio fornirà parere positivo, la Croazia potrà adottare l’euro a partire dal 1 gennaio 2023, portando così a venti il numero dei paesi membri dell’Eurozona.

La valutazione (biennale) si basa sull’adempimento ai quattro criteri di convergenza che i paesi sono tenuti a rispettare per adottare l’euro, come elencati nel Trattato di Maastricht all’articolo 140. Un aspetto chiave della convergenza economica è il principio della sostenibilità, inteso come resistenza, solidità e funzionalità degli elementi strutturali delle economie nazionali. Nel Rapporto si considera il grado, l’intensità e la solidità dell’integrazione economica e finanziaria con la UE. Vengono però tenuti in conto anche altri fattori che possono compromettere la sostenibilità del processo di convergenza: per esempio, quanto il singolo paese è esposto a vulnerabilità macroeconomiche o ai rischi legati al contesto imprenditoriale e quadro istituzionale nazionale.

Le criticità della Romania

La Romania non soddisfa nessuno dei quattro criteri nominali di convergenza necessari per passare all’euro. Il paese risulta inadempiente per quanto riguarda il criterio del tasso di cambio, della convergenza sui tassi di interessi a lungo termine, della stabilità dei prezzi e nel criterio sulle finanze pubbliche – unico fra i paesi esaminati a non soddisfare questa condizione, in quanto contro Bucarest è aperta una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo. La stabilità dei prezzi è invece fortemente intaccata da un tasso di inflazione medio in sostenuto aumento, al di sopra del valore di riferimento fissato al 4.9 percento e, secondo le previsioni, destinato ad aumentare durante l’anno in corso. La situazione rumena riflette così gli effetti del post-pandemia, ma anche del conflitto in corso in Ucraina, con conseguente aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari.

Il giudizio della Commissione ha considerato anche l’adempimento agli obblighi previsti nell’articolo 131 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, evidenziando anche in questo caso fondamentali carenze. La legislazione rumena non è stata valutata come compatibile in ambito di indipendenza della banca centrale, di divieto di finanziamento monetario e di integrazione della banca centrale nel Sistema Europeo delle Banche Centrali.

La risposta di Bucarest

In risposta alla conclusione della Commissione, il governo romeno ha nuovamente dichiarato che intende mantenere l’impegno di adesione all’eurozona, senza tuttavia fissare un nuovo termine per adottarne la moneta. Ha infatti affermato che il paese ha al momento “altre priorità”: “la ripresa economica e sociale post-pandemia COVID-19 e la riduzione degli effetti negativi generati dal conflitto militare in Ucraina”. Bucarest aveva precedentemente fissato il termine per il passaggio all’euro al 2024, ma attualmente questo obiettivo temporale non sembra più realistico né realizzabile.

La situazione della Romania è rimasta invariata rispetto al 2020, quando era stato pubblicato l’ultimo rapporto, e non è stato evidenziato alcun progresso in nessuno dei quattro criteri. Una situazione di difficoltà chiaramente percepita anche dalla popolazione, come riportato dall’eurobarometro 2021. Sebbene i rumeni siano favorevoli al passaggio all’euro (75 percento), sono infatti anche molto consapevoli dell’inadeguatezza della loro economia, con il 69 percento della popolazione che afferma che il loro paese non è pronto per entrare nell’Eurozona.

Foto: Vitoriaholdingsllc via Dreamstime.com

Chi è Rebecca Grossi

Appassionata di politica e di tutto ciò che sta al di là della ex Cortina di ferro, ha frequentato Studi Internazionali a Trento e Studi sull'Est Europa presso l'Università di Bologna. Dopo soggiorni più o meno lunghi di studio e lavoro in Austria, Grecia, Germania, Romania e Slovenia, abita ora a Lipsia, nell'ex DDR, dove è impegnata in un dottorato di ricerca sul ruolo del Mar Nero nella strategia geopolitica della Romania. Per East Journal si occupa principalmente di Romania e Turchia.

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