Ucraina lavoro

UCRAINA: Verso una riforma del lavoro neoliberista, targata Regno Unito

Il governo ucraino spinge verso una riforma del lavoro di stampo neoliberista, che faciliti licenziamenti e precarizzazione, il tutto con il “disinteressato” aiuto britannico.

 

Nel silenzio della maggior parte dei media ucraini, sono stati resi pubblici documenti a firma britannica che spiegano al governo come affrontare le riforme del lavoro in Ucraina. Lo afferma un documento pubblicato il 10 novembre 2021 dal Sindacato europeo dei dipendenti pubblici (Federation of Public Service Unions, EPSU) intitolato “Piano di comunicazione per promuovere i benefici delle modifiche al diritto del lavoro in Ucraina“. I materiali pubblicati sono stati preparati da Abt Associates con l’assistenza della UK Aid Foundation e dell’Ambasciata britannica in Ucraina.

Restringere i diritti dei lavoratori

Questo intervento si può collegare al già precedente accordo di partnership strategica per il libero scambio di beni, servizi, tariffe e quote firmato tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy e il primo ministro britannico, Boris Johnson nel 2020. I documenti riservati pubblicati sarebbero il cosiddetto “piano di comunicazione”, che dovrebbe istruire i funzionari e gli opinion leader “in un modo più semplice ed emotivo” a fare una campagna per la deregolamentazione dei diritti del lavoro nel disegno di legge n° 5388, presentandola come “opportunità aggiuntive per un lavoro flessibile”. A questo documento ora si può liberamente accedere sul sito dell’EPSU dove, in modo molto efficace, è esposto tramite semplici slide come passo per passo avviare la deregolamentazione dei rapporti di lavoro e promuovere cambiamenti nella legislazione del lavoro, che restringerebbero, secondo i critici, i diritti dei lavoratori e il ruolo dei sindacati in Ucraina.

Bloccata la legge, ma il governo non si arrende

Facendo qualche passo indietro, all’inizio del 2020, il ministero dell’Economia ucraino ha proposto una revisione radicale delle leggi sul lavoro, che ha suscitato contraccolpi e accese proteste da parte dei sindacati del paese. In un pacchetto articolato di riforme proposto dall’ex ministro Tymofiy Milovanov, si è cercato di mettere mano al Codice del lavoro con una nuova “Legge sul lavoro” (№2708). Al momento la legge non è stata approvata e ha causato le dimissioni del ministro competente.

L’azione dei sindacati è riuscita a bloccare le prime proposte di riforme. La necessità di apportare le modifiche alle politiche del lavoro è condivisa da molti: le raccomandazioni dell’ILO (International Labour Organization) e della Commissione europea promuovono attivamente il cambiamento del Codice del lavoro – allo stato attuale fermo alle norme adottate nel 1971, quando il paese era ancora parte dell’Unione Sovietica – ma con prospettive sfumate. Il progetto UE-ILO ha criticato la tendenza alla liberalizzazione del lavoro in Ucraina per essere “basata su presupposti errati e di parte”, inclusa l’idea che “i datori di lavoro e lavoratori abbiano lo stesso potere contrattuale”.

Ora, il governo ucraino e i sostenitori delle riforme non si sono arresi e, dopo la prima bocciatura, stanno portando avanti ulteriori tentativi di liberalizzazione, usando come argomento retorico la risoluzione dell’annoso problema del lavoro nero. A fronte di tre milioni di persone occupate irregolarmente in Ucraina, secondo le stime da parte delle autorità, il governo sostiene che procedure di impiego semplificate incoraggeranno i datori di lavoro a pratiche di assunzione regolare, attrarranno investitori stranieri e creeranno un ambiente imprenditoriale più flessibile. In particolare, il governo ucraino sta cercando di semplificare le procedure di assunzione e licenziamento, e di introdurre i contratti di lavoro individuali come base principale dei rapporti di lavoro al posto dei contratti collettivi.

Licenziamento, tu chiamala se vuoi “nuova opportunità”

Secondo gli oppositori, la ragione della crescita dell’economia informale in Ucraina non risiede nella normativa sul mercato del lavoro, ma piuttosto nei problemi più ampi che le imprese devono affrontare. Cosa impedisce lo sviluppo del business e dell’economia in Ucraina? Sono varie le risposte date questa domanda e parlano innanzitutto di corruzione, tribunali non riformati, tassazione complessa e problemi infrastrutturali. Quali sono i consigli d’oltremanica ai funzionari ucraini? In primo luogo, suggeriscono da Londra, i messaggi negativi sulla deregolamentazione dei contratti di lavoro devono essere sostituiti con quelli positivi: la semplificazione della procedura di licenziamento prevista dal disegno di legge e la legalizzazione di nuove forme di lavoro meno tutelate vanno viste come “nuove opportunità per lavoratori e datori di lavoro”.

In secondo luogo, i funzionari devono sottolineare l’obsolescenza del Codice del lavoro, concentrandosi sulle “ruggini” sovietiche nel testo della legge. La presentazione fornisce anche consigli su come dipingere sui media gli oppositori della deregolamentazione del lavoro, in particolare i sindacati: i sindacati non tutelano i diritti della maggioranza dei lavoratori, rappresentano poche persone, sono inefficienti e non aiutano nemmeno chi si rivolge direttamente a loro.

I percorsi politici di queste riforme neoliberiste sono incerti, come i suoi potenziali esiti, che emergeranno col tempo e di cui si valuteranno gli effetti nel futuro. Nel frattempo, l’Ucraina sembra sempre più fra l’incudine e il martello, da un lato rombano i motori dei carri armati e dell’artiglieria russa sui confini, dall’altro sembra sempre maggiore l’influenza britannica nelle politiche economiche e del lavoro del paese. E il cielo si fa sempre più nuvoloso all’orizzonte.

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