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LITUANIA: Il Parlamento approva l’uso di nuove consonanti

Il parlamento della Lituania ha approvato l’uso delle lettere X, Q e W nei nomi di persona. Un passo avanti soprattutto per la minoranza polacca.

Lo scorso 18 dicembre la Seimas, il parlamento lituano, ha approvato la riforma che consente l’uso dell’ortografia originale dei nomi non lituani in caratteri latini nei documenti personali. Finora, i cittadini stranieri e i loro coniugi che volevano ottenere l’uso dell’ortografia originale dei propri nomi dovevano rivolgersi ai tribunali, che avevano sempre dato loro ragione.

La ministra della Giustizia lituana, Evelina Dobrovolska, l’ha definita “una giornata storica per tutti i cittadini lituani”. Dobrovolska, giurista 34enne esponente del Partito della Libertà, aveva in passato rappresentato numerose persone in procedimenti giudiziari riguardanti l’ortografia originale dei cognomi.

Via libera all’ortografia originale per i nomi stranieri. Ma non è ancora tempo per i diacritici

I cittadini lituani potranno inoltre utilizzare le lettere Q, X e W, che non esistono nell’alfabeto lituano, se assumono i cognomi dei loro coniugi non lituani. Ciò vale anche se il cognome del genitore è scritto in caratteri non lituani, nonché se i genitori, i nonni o gli antenati avevano o hanno la cittadinanza di un altro paese e il loro nome e cognome sono stati scritti in caratteri non lituani. La regola si applicherà anche se i cittadini lituani possono dimostrare che il loro cognome era scritto con caratteri non lituani.

L’ortografia originale sarà consentita anche se un cittadino lituano ha acquisito il nome e il cognome in un paese straniero e i nomi sono scritti in questi caratteri nel documento di origine.

Il parlamento ha invece respinto una proposta dell’Azione Elettorale dei Polacchi in Lituania di consentire anche l’uso dei caratteri latini con segni diacritici nei documenti. Benché d’accordo in linea di principio, i parlamentari di maggioranza hanno sottolineato che tale riforma richiederebbe ulteriori fondi per adattare i sistemi informatici all’uso dei caratteri con diacritici.

Un passo avanti per i polacchi di Lituania

L’ortografia dei nomi è da trent’anni una questione spinosa per le relazioni tra Polonia e Lituania. La minoranza polacca in Lituania (circa 183.000 persone, il 6,5%) reclama da tempo il diritto all’uso dell’alfabeto polacco nei documenti d’identità. Una sentenza della Corte costituzionale del 1999 aveva confermato la legge che obbliga alla lituanizzazione dei nomi propri. L’anno successivo è entrata in vigore la ratifica della Lituania alla Convenzione quadro sulle minoranze nazionali (FCNM) del Consiglio d’Europa, ma per vent’anni il parlamento di Vilnius non ha affrontato la questione.

Nell’ultima risoluzione del marzo 2019 sul rispetto della FCNM da parte della Lituania, il consiglio dei ministri del Consiglio d’Europa raccomanda di “adeguare il quadro normativo sull’uso delle lingue minoritarie nei rapporti con le autorità amministrative, nei segni privati e nelle indicazioni topografiche, e relativo all’ortografia dei cognomi e dei nomi negli atti ufficiali, in linea con gli articoli 10 e 11 della Convenzione quadro”, secondo cui “ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale ha il diritto di utilizzare il proprio cognome e nome nella lingua minoritaria e il diritto al loro riconoscimento ufficiale”.

Nel rapporto inoltrato a luglio 2021 al Comitato consultivo del Consiglio d’Europa sulla FCNM, il governo lituano segnalava come l’accordo di coalizione di governo per il 2020-2024 prevede di legalizzare l’ortografia dei nomi di persona sul frontespizio dei documenti in tutte le lettere dell’alfabeto latino. La riforma di dicembre 2020 è un passo avanti importante in questa direzione.

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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