soldato disertato

POLONIA: Un soldato diserta e si rifugia a Minsk in nome dei migranti

Secondo le autorità bielorusse un giovane soldato avrebbe disertato e chiesto asilo a Minsk come forma di protesta contro il trattamento disumano riservato ai migranti. Ma è davvero così?

 

Se la notizia venisse confermata così come riportata dalle fonti bielorusse, il 25enne polacco Emil Czeczko passerà alla storia come il primo cittadino dell’Unione europea ad aver chiesto asilo politico a Minsk, non certo un campione di democrazia e diritti umani. Il motivo? Un gesto di protesta contro il trattamento disumano riservato dal suo Paese ai migranti. Per ora però, secondo la Polonia, Czeczko ufficialmente è solo un soldato scomparso.

Giovedì la scomparsa

Di certo c’è che del giovane militare di stanza al confine tra Polonia e Bielorussia si sono perse le tracce giovedì pomeriggio, quando era di pattuglia nella zona compresa tra il lago di Siemianowskie e i villaggi di Narewka e Siemianówka. La 16a divisione meccanizzata della Pomerania, del quale Czeczko fa parte, conferma la sua scomparsa, come pure il ministro della Difesa Mariusz Błaszczak.

A rendere pubblica la vicenda sono comunque i bielorussi. Secondo loro il ragazzo fugge e chiede asilo politico a Minsk perché in disaccordo con la «politica relativa alla crisi migratoria e alla pratica del trattamento disumano dei rifugiati». Una versione in linea con le posizioni del governo di Aleksandr Lukashenko, che attribuisce ai polacchi trattamenti tutt’altro che cordiali con i migranti al confine, nonostante dall’altro lato non vengano certo trattati con i guanti bianchi.

La reazione polacca

Il ministro della Difesa, in un tweet, ha dichiarato nel pomeriggio di oggi, 17 dicembre, che “il soldato scomparso ha gravi precedenti legali e sarebbe stato presto allontanato dall’esercito”. “Non avrebbe mai dovuto essere assegnato alla frontiera” ha aggiunto Błaszczak.

Chi è Emil Czeczko

In queste ore i media polacchi stanno cercando di ricostruire, per quanto possono, la figura del soldato. Emil, classe 1996, è originario di Bartoszyce, una cittadina di poco più di 24mila abitanti al confine con l’enclave russa di Kaliningrad. Era quasi alla fine del servizio militare e, come rivelano alcuni giornali, i superiori hanno avuto modo di lamentarsi di lui.

Czeczko ha account Twitter e Facebook sui quali non condivide granché, ma spesso commenta altri post. Spulciando tra questi, ne verrebbe fuori un ragazzo che vede di buon occhio l’uscita della Polonia dalla Ue, e ha simpatie per l’ex presidente statunitense Donald Trump e per Janusz Korwin-Mikke, esponente del partito nazionalista e conservatore polacco Unione per la politica reale. Insomma, non proprio un attivista che si straccia le vesti per le disgrazie dei rifugiati.

Quali che siano le ragioni dell’allontanamento del ragazzo, oltre alla scomparsa finora c’è solo un’altra certezza: Emil Czeczko entra a pieno titolo nella guerra di propaganda tra Polonia e Bielorussia sulla questione delle decine di migliaia di migranti, in prevalenza di origine mediorientale, che da qui cercano di entrare nell’Unione europea.

Immagine: Getty Images, via BBC

Chi è Andrea Rapino

Nato nel 1973 a Lanciano, in Abruzzo, dove vive e lavora come giornalista professionista, si è laureato in Storia a Bologna con una tesi sulla letteratura serba medievale, e ha frequentato la scuola di giornalismo dell'Università di Roma - Tor Vergata. Si occupa di cronaca, sport e cultura per diverse testate locali. Ha iniziato a scrivere per East Journal dal dicembre 2021.

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