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BIELORUSSIA: Tichanovskaja chiede un voto popolare per negoziare

Mentre la Bielorussia si prepara alla data simbolica del 25 marzo, la giornata in cui il popolo conta di scendere di nuovo in piazza per protestare massivamente contro il presidente Aleksandr Lukashenko, la leader dell’opposizione – e per molti vincitrice delle elezioni di agosto 2020 – Svetlana Tichanovskaja ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui apre la porta a dei negoziati che sarebbero, secondo lei, inevitabili.

Un voto per andare ai negoziati

Tichanovskaja ha chiesto al popolo bielorusso di esprimere un voto sulla piattaforma Golos (già utilizzata durante le elezioni presidenziali per tenere traccia dei voti e contrastare i brogli) per poter aprire i negoziati. Secondo la leader dell’opposizione, ONU e OSCE sarebbero infatti pronte a prendere accordi col regime affinché Lukashenko lasci il potere e si avvii una vera transizione democratica nel paese.

Tichanovskaja sottolinea anche che con la fine della dittatura si tornerà subito a nuove e legittime elezioni, chiarendo quindi una volta di più che non è nel suo interesse diventare presidente.

Una questione più economica che politica

Fino a oggi Lukashenko ha potuto contare sul sostegno delle forze dell’ordine – circa il dieci per cento della popolazione totale – grazie a finanziamenti e prestiti. Pare infatti che ogni militare venga pagato con stipendi ben al di sopra della media nazionale, e che in alcuni casi riceva anche un alloggio tra i tanti costruiti negli ultimi anni a Minsk. I mesi di proteste hanno pesato tantissimo in termini di bilancio per lo stato, tra retate, contenimenti, arresti, processi, attività come togliere bandiere dalle finestre impiegando ogni mezzo, ma soprattutto considerato che molti partner commerciali hanno lasciato il paese o tolto sostegno al regime. Senza contare le sanzioni dell’Unione Europea e degli Stati Uniti e il boicottaggio per l’acquisto di bond bielorussi.

In questo contesto il rublo bielorusso continua a svalutarsi, le persone perdono non soltanto potere d’acquisto ma spesso anche il lavoro, per motivi politici o di chiusure o sospensioni. Lukashenko non potrà continuare a comprare la collaborazione delle forze dell’ordine ed è su questo che conta Tichanovskaja.

La protesta deve continuare pacifica

Sempre secondo la leader dell’opposizione, i bielorussi devono tornare in piazza il 25 marzo, come previsto, e farlo come hanno fatto in tutti questi mesi: in maniera pacifica, con umiltà e fierezza. Tichanovskaja nel suo discorso ci tiene a sottolineare che i bielorussi otterranno la libertà e la democrazia con i propri mezzi e in maniera non violenta, ma potendo comunque contare sul sostegno della comunità internazionale.

In poche ore i voti sulla piattaforma Golos sono già diverse centinaia di migliaia, nonostante l’accesso al sito sia stato limitato per alcuni operatori telefonici. Tichanovskaja invita ogni bielorusso a fare la propria parte: votare, ma dire anche agli altri come farlo, spiegarlo agli anziani, a chi non è politicamente attivo. C’è bisogno del sostegno di tutti per legittimare la democrazia.

Non possiamo dire se questo sistema porterà i suoi frutti, ma è sicuro che il discorso di Tichanovskaja ha risollevato il morale di molti suoi concittadini, che ora si sentono supportati dalle organizzazioni internazionali e dai paesi esteri. Quello che ci voleva per arrivare al 25 marzo e affrontare un’altra stagione di proteste.

Immagine: Jana Shnipelson/Unsplash

Chi è Anna Bardazzi

Nata nel 1982 a Prato, si è laureata in Scienze Politiche con una tesi sulla Bielorussia di Lukashenko. Dopo aver vissuto diversi anni all'estero è rientrata recentemente in Italia, dove si occupa di contenuti digitali e traduzioni. Il suo primo romanzo, La felicità non va interrotta, è uscito a marzo 2021, edito da Salani. Collabora con East Journal dal 2020.

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