manifestazione lgbt a Tallinn

ESTONIA: Verso un referendum che nega le unioni civili?

In Estonia la maggioranza di governo, composta dal Partito di Centro, il partito conservatore Isamaa e il partito di estrema destra Ekre, ha proposto un referendum nella primavera 2021 per modificare la definizione costituzionale del matrimonio. Il quesito referendario chiederà ai cittadini di esprimersi se a parer loro il matrimonio debba essere definito nella Costituzione come unione esclusiva tra un uomo e una donna

Tutto è iniziato lo scorso ottobre quando ilministro degli interni Mart Helme in un’intervista rilasciata a Deutsche Welle ha definito i sostenitori delle unioni civili come “eterofobi”, invitando quanti a favore (riferendosi alla comunità lgbt) ad “andare in Svezia”.

Il parlamento estone aveva approvato già nel 2014 una legge che legalizzava le unioni civili, rendendo così l’Estonia la prima ex-repubblica sovietica a riconoscere ufficialmente le coppie omosessuali. Le cose sembrano però essere drasticamente cambiate da allora.

Nel 2017 un tribunale del distretto di Harju aveva infatti rifiutato di iscrivere un matrimonio omosessuale nel registro civile, ma la corte di appello della capitale Tallinn lo aveva invece riconosciuto a livello legale. Questo era stato interpretato come un segno di speranza verso la piena uguaglianza matrimoniale.

Kadri Simson, Commissaria europea all’energia e membro del partito di maggioranza estone Keskerakond, ha affermato che il gruppo politico liberale del parlamento europeo Renew (di cui fa parte) si aspetta un sostegno alla campagna per il no per il prossimo referendum. “La nostra famiglia europea è a favore dei diritti umani e invita a sostenere campagne per ampliare il significato del matrimonio“, ha dichiarato Simson.

Lunedì 14 dicembre la proposta di referendum è approdata per una prima lettura al Riigikogu, il parlamento monocamerale estone. L’opposizione composta dal partito riformatore e da quello socialdemocratico ha provato a bloccare in partenza la prima approvazione del quesito referendario, ma la proposta è stata bocciata (48 voti a favore e 51 contro).

Il ministro della Giustizia estone ha affermato in modo inequivocabile che il risultato del referendum è vincolante e può essere modificato solo dopo un nuovo referendum. “Se la maggioranza dei votanti al referendum risponde in modo positivo, un voto a maggioranza in parlamento non sarà più sufficiente per regolarizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso e ridefinire il matrimonio”, ha dichiarato.

La terza lettura del disegno di legge per la riforma costituzionale dovrebbe avvenire entro e non oltre il 18 gennaio, quindi il referendum potrà svolgersi tre mesi dopo, il 18 aprile.

Chi è Lorenzo Di Stasi

Giornalista Freelance. Nato a Milano dove si è laureato in Scienze della Comunicazione. Si trasferisce prima all'Università di Pavia e poi a Tallinn dove completa la laurea magistrale in Erasmus. Parla fluentemente italiano e inglese e francese.

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