POLONIA: Avanti Duda, ma Trzaskowski insegue. Si andrà al ballottaggio presidenziale

Foto: AP Photo/Petr David Josek

Domenica 28 giugno si è votato in Polonia per il primo turno delle elezioni presidenziali. Nessuno dei candidati è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta richiesta, ma i risultati provvisori garantiscono un ampio margine di vantaggio con il 43.7% dei consensi al presidente nazional-conservatore uscente Andrzej Duda, sostenuto dal partito di governo Diritto e Giustizia (PiS), sul suo principale avversario, il sindaco liberale di Varsavia Rafał Trzaskowski, di Coalizione Civica (KO), dovrebbe essere riuscito a sfondare la soglia psicologica del 30%.

La pandemia non ha frenato l’affluenza ai seggi

Il voto di ieri si sarebbe dovuto tenere lo scorso 10 maggio, ma, a causa dell’epidemia di Covid-19, il partito di Andrzej Duda e del primo ministro Mateusz Morawiecki era stato costretto a digerire il rinvio alla stagione successiva, malgrado tutti gli sforzi profusi nell’evitarne il posticipo. Nonostante l’emergenza sanitaria non sia ancora del tutto cessata, con diversi focolai attivi nel paese individuati soprattutto nelle aree minerarie, l’affluenza è stata la più alta degli ultimi vent’anni, attestandosi al 62,9% degli aventi diritto. Per trovare una percentuale più alta bisogna tornare alle presidenziali del 1995, quando si recarono ai seggi il 68,23% degli elettori, mentre nel 2015 l’affluenza non superò il 49%. L’affluenza è cresciuta soprattutto nelle province occidentali del paese, dove è più forte Trzaskowski.

Si va al ballottaggio

Nessuna sorpresa, quindi. Come ampiamente previsto dai sondaggi pre-elettorali, si dovrà attendere l’esito del ballottaggio del prossimo 12 luglio per sapere se ci sarà una svolta in Polonia oppure no. Al ballottaggio, lo sfidante Trzaskowski cercherà di catalizzare su di sè una parte consistente dei voti andati ad altri candidati antigovernativi, quali Hołownia (indipendente), Kosiniak-Kamysz (partito agrario) e Biedroń (sinistra) – e non è esclusa anche qualche apertura anche agli elettori del candidato di estrema destra Bosak, ad esempio sulle libertà economiche.

Come ricorda l’analista Adam Traczyk, in caso di sconfitta di Duda, il modello di governo del PiS dei Kaczyński potrebbe andare in crisi. Sebbene la maggior parte dei suoi poteri siano simbolici, il capo di stato detiene un decisivo potere di veto, che può essere oltrepassato solo da una maggioranza dei tre quinti. La “coabitazione” con Trzaskowski riporterebbe una serie di garanzie nei palazzi del potere di Varsavia, a differenza di Duda, più volte criticato per aver controfirmato senza esitazione le leggi più controverse. Trzaskowski potrebbe inoltre agire in modo più costruttivo nei confronti dell’Europa e ricostruire la reputazione della Polonia. La sua vittoria potrebbe perfino scatenare un terremoto politico all’interno del PiS tra tecnocrati e oltranzisti, e portare ad elezioni anticipate.

Dall’altra parte, la rielezione di Duda potrebbe consentire al PiS di Kaczyński di continuare nel suo disegno di consolidamento del potere, rinazionalizzando i media privati con in Ungheria e riportando anche il Senato sotto il proprio controllo politico. Il ballottaggio del 12 luglio ci dirà di più sulla direzione che prenderà la Polonia nei prossimi anni.

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Foto di copertina: AP Photo/ Petr David Josek

Chi è Daniele Tibaldi

Nato e cresciuto a Gorizia – ai confini meridionali della Mitteleuropa – ha studiato Giurisprudenza a Trieste. Vive tra l'Italia e la Slovenia, ma segue con grande attenzione tutto ciò che accade nel mondo, soprattutto in Europa Centrale.

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