MALTA: Elezioni in vista, sull'isola dove il partito si fa etnia

C’è un’isola in mezzo al mare, i cui abitanti parlano una lingua araba e la scrivono in caratteri latini. Sono in 300.000, ma si dividono sin dalla nascita in due fazioni politiche contrapposte. Sono tutti patriottici, ma i nomi propri sono tipicamente inglesi, i cognomi siciliani. Quell’isola è Malta, e questo sabato i suoi elettori potrebbero votare per mettere fine a 23 anni su 25 di governo del Partito nazionalista (centrodestra, PPE) e dare una nuova chance al Partito laburista (centrosinistra, S&D).

Sito preistorico megalitico, colonia fenicia e cartaginese, quindi occupata dai romani, dai vandali e dai bizantini; le radici della storia moderna di Malta iniziano con la conquista araba, che dà forma alla lingua parlata ancora oggi. Quindi quattrocento anni di dominazione normanno-siciliana, con la parallela latinizzazione e cristianizzazione. Infine, 300 anni da capitale dei Cavalieri Ospitalieri e del loro ordine multinazionale che aveva l’italiano come lingua franca. Passata ai britannici dopo Napoleone, Malta conosce nella Belle Epoque un revival culturale che pone le basi per il movimento dell’autonomia, guidato dal Partito Nazionalista ancora oggi al governo. Dopo un mancato accordo sull’integrazione col Regno Unito, Malta ottiene l’indipendenza nel 1964, e l’arrivo dei Laburisti di Dom Mintoff al potere negli anni ’70 coincide con la trasformazione dell’isola in una repubblica e con l’assunzione di uno status di neutralità militare e diplomatica. La fine degli anni ’70 porta con sé un’ondata di violenze e deprivazioni economiche. A seguito del risultato inconcludente delle elezioni del 1981 (maggioranza dei voti ai nazionalisti ma maggioranza parlamentare ai laburisti),  viene negoziata una nuova Costituzione. Il Partito Nazionalista torna al potere nel 1987, liberalizza l’economia, ed avvia le procedure per l’ingresso nell’Unione Europea, avvenuto nel 2004. Nonostante un breve ritorno dei laburisti al potere nel 1996-98, i nazionalisti mantengono il potere sull’isola fino ad oggi.

Una società divisa: dove il partito si fa etnia

Le elezioni di sabato 9 marzo vedono sfidarsi il primo ministro nazionalista uscente, Lawrence Gonzi (59 anni) e il nuovo leader dei laburisti, Joseph Muscat (39 anni). Il sistema elettorale è proporzionale con voto trasferibile: si indica l’ordine di preferenza tra i candidati (qui un video esplicativo), un sistema piuttosto raro e tipico dei paesi del Commonwealth (Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, contee di Scozia e Ulster). In tutta la sua storia democratica, Malta ha conosciuto solamente un sistema bipartitico. Eventuali altri partiti (Alternativa Democratica, uno spinoff dei verdi, o l’estrema destra di Azione Nazionale e di Imperium Europa) non sono mai riusciti a far eleggere un solo deputato. Tali condizioni hanno portato ad un’altissima polarizzazione politica nella società: la partecipazione alle urne è solitamente maggiore del 90% (unico paese in Europa assieme al Belgio, dove il voto è obbligatorio), e i due maggiori partiti hanno raccolto insieme, nel 2008, il 98,13% dei voti. La mobilitazione dei votanti, infine, avviene con tutti i metodi: dai raduni di massa pre-elettorali, alle telefonate a casa dei “votanti potenziali” che non sono ancora stati avvistati ai seggi.

L’appartenenza ad un partito piuttosto che ad un altro, a Malta, è infatti una condizione che si trasmette per via genealogica, di generazione in generazione, e la limitata popolazione dell’isola fa sì che un processo di tipizzazione inversa rinchiuda ogni persona all’interno di una identità stabilità dal contesto socio-culturale, che è molto difficile da rompere. Secondo Godfrey Baldacchino (2002: 97), “poiché la polarizzazione della società è così pervasiva, il partito politico assume le caratteristiche di un’etnia, una comunità morale simile a quella di una famiglia“. Un processo che rassomiglia alla polarizzazione su base politica che divide ad esempio la società dell’Albania, e che mostra ancora una volta come le nazioni, le etnie, non sono entità naturali ma costruzioni sociali che derivano dall’approfondimento di marcatori di diverso tipo (religioso, linguistico, sociale, o – come in questo caso – politico).

Continuità nel cambiamento: religione, immigrazione, economia

L’eventuale e previsto arrivo dei laburisti al governo non dovrebbe modificare troppo la politica interna maltese. Nonostante i laburisti, solo dieci anni fa, avessero strenuamente combattuto contro l’ingresso di Malta nell’UE, oggi il partito ha internalizzato l’appartenenza dell’isola al continente. Per quanto riguarda la separazione tra stato e Chiesa, i laburisti non propongono un programma particolarmente innovativo per un paese che rimane tra i più religiosi in Europa (secondo l’Eurobarometro 2010, il 94% dei maltesi sostiene di credere in un dio, la percentuale più alta in Europa), e dove la Costituzione prevede il cattolicesimo come religione di stato. A Malta il divorzio è stato legalizzato solo nel 2011 a seguito di referendum (ultimo stato al mondo, a parte Filippine e Vaticano) e l’aborto resta illegale in ogni sua forma e in ogni caso, di nuovo unico stato in Europa.

Per quanto riguarda il dossier immigrazione, il partito laburista ha un approccio se possibile anche più chiuso dell’attuale governo nazionalista. L’arrivo di klandestini sulla piccola isola alle frontiere di Schengen è prevenuto in ogni sua forma, incluso il rifiuto della guardia costiera maltese di soccorrere le carrette del mare alla deriva, complice anche una controversia con l’Italia sui confini della giurisdizione marittima tra i due paesi, una prassi contraria al principio di diritto umanitario di non-refoulement. Una volta riusciti a raggiungere l’isola, poi, migranti e richiedenti asilo subiscono una procedura di detenzione automatica, per un massimo di 18 mesi come previsti dai limiti UE, politica per la quale Malta è stata più volte criticata da ONG (Human Rights Watch, gesuiti di Malta) ed organizzazioni internazionali (Consiglio d’Europa), anche perchè contraria al principio CEDU di divieto di detenzione arbitraria. Il governo maltese si difende sostenendo che l’isola, per le sue dimensioni, non sopporterebbe l’impatto migratorio, e che l’Europa dovrebbe venire in loro aiuto. Il politico maggiormente responsabile per l’introduzione della detenzione automatica dei migranti e richiedenti asilo, Tonio Borg, è oggi Commissario europeo nominato dal governo maltese uscente. In campagna elettorale i laburisti non hanno proposto alcuna modifica della normativa: d’altronde, si sa, i migranti non votano. 

L’insidia maggiore, per un nuovo governo a trazione laburista, sta piuttosto nel garantire continuità nei risultati dell’economia. Finora, l’isola è riuscita a restare a galla dell’onda della crisi economica e finanziaria, evitando di finire come Cipro e la Slovenia sull’orlo della bancarotta. Il PIL cresce del 2,5% annuo, il debito è al 72% del PIL, e l’inflazione al 2,7%; il bilancio pubblico è in attivo, e il rating del paese è ai massimi. L’economia è fortemente terziarizzata (80%) e la disoccupazione tocca solo il 6% dei maltesi. Tuttavia, Malta dipende al 100% dalle importazioni di petrolio per la produzione di elettricità, malgrado l’alto potenziale di sviluppo di energia solare ed eolica, e il prezzo dell’energia è uno  dei temi della campagna elettorale, nonostante i due partiti propongano semplicemente di costruire più centrali.

Aggiornamento (10/03, 12h30): Secondo i primi risultati, il Partito Laburista avrebbe vinto con il 55% dei voti, la maggioranza più ampia sin dall’indipendenza di Malta nel 1964. La partecipazione al voto è stata del 93%. Il premier uscente Lawrence Gonzi ha già  riconosciuto la sconfitta, Joseph Muscat sarà il nuovo primo ministro. I risultati definitivi saranno noti nel pomeriggio.

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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6 commenti

  1. Irene Wieczorek

    Interessante!!! Mi chiedo come mai sei così informato su malta :D. ” C’è un’isola in mezzo al mare, i cui abitanti parlano una lingua araba e la scrivono in caratteri latini. Sono in 300.000, ma si dividono sin dalla nascita in due fazioni politiche contrapposte. Sono tutti patriottici, ma i nomi propri sono tipicamente inglesi, i cognomi siciliani. ” Bellissimo quest’incipit!
    Domanda, il principio di non refoulement non è il principio secondo il quale non puoi rimandare la gente a casa dove rischia violazioni di diritti umani? se la gente non l’hai ancora tirata su sull’isola si applica lo stesso? non è piuttosto una violazione del diritto alla vita/omissione di soccoorso/law of the sea (forse law of the sea non centra a meno che non ci riferiamo all’etica dei pescatori siciliani..vabbè ho visto troppi film su sti immigrati..:D ). Dico cosa centra il diritto umanitario che si occupa di ius in bellum, diritto della guerra? Chiedo eh…

  2. “…l’isola, per le sue dimensioni, non sopporterebbe l’impatto migratorio…”, mi sembra un ottimo argomento

  3. salve vorrei precisare che la lingua parlata a MALTA non e arabo ma e il maltese , MALTA a la sua lingua e se uno parla arabo e un altro maltese non si capiscono , arabo e arabo e maltese e maltese. E poi riguardo al emigrati Malta non puo soportare un emigrazione tale perche e se uno ce stato a malta sa gia sono tanti i maltesi figurati se ci stano pure l emigrati e NON E QUESTIONE SE POSSANO VOTARE O NO . E SE CE CHI FA DELLE AFFERMAZIONI ALEMENO SAPIA ALMENO COSA STA DICENDO PERCHE RIGUARDO UMANITA MALTA E LA PRIMA . Io vorrei sapere se ce qualcuno che cede casa sua a qualche emigrato per umanita e gli dice stai tu qua che esco fuori io

    • Caro Jo,

      ha ragione, la lingua parlata a Malta è il maltese. Ciò che è scritto nell’articolo (“una lingua araba”) indica proprio che il maltese è una lingua semitica, del ceppo delle lingue arabe, discendente dal siculo-arabico, senza per questo essere l’arabo classico (http://en.wikipedia.org/wiki/Arabic_languages). Arabo classico e maltese sono due lingue con la stessa origine (lingue arabe o arabiche), così come inglese e tedesco sono due lingue germaniche, senza che l’inglese sia per questo la stessa cosa del tedesco.

      Per quanto riguarda il trattamento dei migranti, invece, mi sembra di aver già citato abbastanza documenti nell’articolo per sostenere la mia argomentazione. Esistono continui rapporti delle maggiori ONG e organizzazioni internazionali, da HRW ai gesuiti al Consiglio d’Europa, che mostrano le cattive pratiche di Malta nel trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo, sia in mare sia una volta arrivati sull’isola. La dimensione, di nuovo, non è una buona scusa per non rispettare i diritti umani. Le consiglio di dare un’occhiata a tali rapporti prima di accusarci d’ignoranza. Il caps-lock, infine, non rafforza certo la sua argomentazione 🙂

      Spero che continuerà a leggerci,
      Davide

  4. Mi dispiace farti notare caro giornalista chè quello che hai scritto di seguito: “”il partito politico assume le caratteristiche di un’etnia, una comunità morale simile a quella di una famiglia“. Un processo che rassomiglia alla polarizzazione su base politica che divide ad esempio la società dell’Albania, e che mostra ancora una volta come le nazioni, le etnie, non sono entità naturali ma costruzioni sociali che derivano dall’approfondimento di marcatori di diverso tipo (religioso, linguistico, sociale, o – come in questo caso – politico)””
    non ha nulla a chè fare con Malta (ad esempio la società albanese?????? paragonandola a Malta?) sicuramente hai bisogno di una full immersion a Malta per capirne di pù; da queste parti si ci comporta guarda caso come in Italia(i politici si spostano da una parte o da un’altra a seconda di dove tira il vento) di conseguenza potrai conoscere nazionalisti ex laburisti e viceversa;anche la gente chè si stanca di un partito cambia opinione indipendentemente da quella chè tu chiami etnia politica,per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica ed alla banda larga………. prossimamente anche di gas con metanodotti ,guarda caso qualcuno ci stà già pensando…….ed il prezzo non dipenderà dalla politica ma dal fornitore e dal mercato; inoltre leggendo sempre il tuo articolo (L’appartenenza ad un partito piuttosto che ad un altro, a Malta, è infatti una condizione che si trasmette per via genealogica, di generazione in generazione) si può delineare facilmente un DNA laburista da un nazionalista :-)………………………….

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