Kosovo FIFA

CALCIO: Kosovo e Gibilterra ammessi nella FIFA, Coppa del Mondo 2018 nel mirino?

«Sono rare le occasioni in cui Gibilterra si alza e parla rivolgendosi al mondo intero. È un privilegio per me poterlo fare quest’oggi». Le parole di Michael Llamas, presidente della federcalcio di Gibilterra, sottolineano la valenza storica della giornata. Due paesi, Gibilterra e Kosovo, entrano a far parte nel modo più visibile della comunità sportiva internazionale. È questo il verdetto del Congresso FIFA di Città del Messico, il primo dell’era Infantino: l’espansione della confederazione calcistica internazionale da 209 a 211 membri e la risoluzione di due dispute politico-sportive annose. Tutto questo in una giornata che aveva già segnato la storia della FIFA quando Gianni Infantino, sottolineando l’intenzione di voler far parlare i fatti e non le intenzioni, aveva annunciato la decisione da parte del Consiglio FIFA di eleggere il primo segretario generale FIFA donna, la senegalese Fatma Samoura.

La votazione sul Kosovo è avvenuta dopo gli interventi del presidente della federcalcio kosovara Fadil Vokrri e del vicepresidente della federcalcio serba Željko Kojić. Il primo, l’unico kosovaro ad aver vestito la maglia della nazionale jugoslava, ha coronato i suoi due mandati a capo del calcio kosovaro raggiungendo l’obiettivo che si era preposto insediandosi otto anni fa, lo stesso anno della dichiarazione di indipendenza della repubblica. Il secondo ha sottolineato le forzature legali che hanno portato all’ammissione del Kosovo nella UEFA settimana scorsa al Congresso di Budapest e la divisione presente sulla questione in seno alla confederazione europea (la votazione era avvenuta con 28 pareri favorevoli e 24 contrari). Lo spoglio è stato di 23 voti contrari e 141 favorevoli: curiosamente, molti più di quanti effettivamente riconoscano il Kosovo come paese indipendente. Un segnale di come la questione del riconoscimento sportivo e della necessità di porre fine all’isolamento sportivo del Kosovo non sia da tutti equiparata alla questione del riconoscimento internazionale del Kosovo in termini di statualità.

Resta ancora aperto sulla questione il ricorso presentato dalla federcalcio serba al Tribunale Arbitrale per lo Sport (TAS) contro l’ammissione del Kosovo nella UEFA che, se accettato, toglierebbe validità alla decisione UEFA e, conseguentemente, anche a quella della FIFA. Sembra però difficile che, passato questo punto, si possa tornare indietro. La decisione non è ancora stata programmata nel calendario del TAS. Il ministro dello Sport serbo Vanja Udovičić (ex capitano della nazionale di pallanuoto), oltre a confermare l’avvenuto deposito del ricorso, ha commentato la decisione FIFA definendola «un grave colpo allo sport dovuto a interessi politici» e affermando che la decisione «riflette inconsistenza e una completa perdita dei valori e principi sportivi fondamentali».

Molto meno controversa la decisione per Gibilterra, territorio d’oltremare britannico su cui la Spagna rivendica la propria sovranità. Gibilterra è uscita vittoriosa da una battaglia legale iniziata nel 1997 e passata attraverso le modifiche statutarie di UEFA e FIFA, le minacce di boicottaggio degli enti sovranazionali da parte della Spagna e diversi ricorsi al TAS. Tre anni fa la federcalcio gibraltariana aveva ottenuto un primo importante traguardo con l’ammissione alla UEFA e la partecipazione alle qualificazioni per l’Europeo 2016. Venerdì, finalmente, ha chiuso il proprio percorso diventando il 211° membro FIFA con il 93% dei voti favorevoli (172 si e 12 no).

Restano ora aperte diverse questioni, già tratteggiate parzialmente da un nostro precedente articolo. Contrariamente a quanto da noi affermato, il Consiglio FIFA, nel raccomandare al Congresso l’ammissione del Kosovo e di Gibilterra, chiedeva alla UEFA di valutare le modalità di inclusione delle due nazionali nelle qualificazioni per la Coppa del Mondo 2018 in Russia, nonostante i sorteggi siano già avvenuti e in altri continenti la competizione preliminare sia già iniziata. Le due squadre potrebbero essere aggregate ai due gironi di cinque squadre delle qualificazioni, sollevando però alcuni problemi. Il primo riguarda l’accoppiamento della Russia, che non partecipa alla competizione preliminare essendo già qualificata come paese ospitante, ma che gode di un sistema di accoppiamento con uno dei due gironi per avere sempre a disposizione un’amichevole nella finestra per gli incontri internazionali. Il secondo riguarda invece il riconoscimento del Kosovo: entrambi i gironi includono stati che non hanno riconosciuto il Kosovo. Un paradosso che replicherà quanto già in programma per le Olimpiadi di Rio 2016, quando il Kosovo parteciperà per la prima volta ai Giochi, che si tengono in un paese che non ne ha riconosciuto la sovranità.

L’altra questione aperta è quella dei giocatori: se gli Statuti FIFA, come già avevamo spiegato, non permettono l’eventualità di cambiare maglia, non è da escludersi che la confederazione sovranazionale si riserverà una finestra di tempo – verosimilmente prima dell’inizio delle qualificazioni mondiali il prossimo settembre – per valutare caso per caso eventuali richieste di cambio federazione da parte dei calciatori kosovari che, non potendo vestire la maglia della repubblica, hanno optato nel frattempo per altre nazionali come la Svizzera o l’Albania.

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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