Durante la Seconda guerra mondiale, circa 300.000 ebrei vennero uccisi dalle autorità romene, la maggior parte di loro trovarono la morte nei campi di sterminio di Bogdanovka, in Transnistria, una regione a est del Nistro, all’epoca sotto amministrazione romena. Il Comunismo per quarant’anni ha negato le responsabilità dei romeni nel genocidio degli ebrei, accusando delle deportazioni in Transnistria gli invasori tedeschi e ungheresi. Solo negli ultimi quindici anni, grazie alla Commissione sull’Olocausto in Romania, istituita da Elie Wiesel, il governo romeno ha intrapreso il cammino della responsabilità storica nei confronti degli ebrei e dell’Olocausto.
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La storia di Elie Wiesel, Premio Nobel della Pace, nel 1986, romeno di origine ebraica, si intreccia inevitabilmente con i destini degli ebrei di Romania. Emigrati dalla Galizia austriaca e dall’Impero russo nell’800, contribuirono alla crescita della società romena. La partecipazione della Romania a fianco della Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, portò alla loro deportazione, verso la Polonia e la Transnistria. Con l’Olocausto e poi il Comunismo, la Romania perse gran parte della sua energia intellettuale ed economica.
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La comunità pugliese di Kerch, in Crimea, giunta nella penisola a metà Ottocento da Bari, Bisceglie, Molfetta, Trani, e altre località della Puglia, dovette subire una feroce deportazione in Siberia per mano di Stalin. Oggi gli eredi si battono per il riconoscimento del crimine subito, ma le autorità - anche italiane - tacciono.
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La Nato aumenta la presenza navale sul Mar Nero per prevenire possibili provocazioni da parte russa. La Romania vuole una flotta composta anche da Turchia e Ucraina, mentre la Bulgaria si sfila. Se ne discuterà al prossimo vertice NATO a Varsavia.
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Odessa fu fondata da un napoletano, e a Odessa fu scritta "O sole mio", canzone dell'italianità nel mondo che si ispirò al tramonto sul Mar Nero. Storia di una città del Mezzogiorno russo ...
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I socialdemocratici conquistano Bucarest e vincono le elezioni locali romene. Crolla il Partito Nazionale Liberale del presidente Iohannis. E in pochi mesi il movimento Unione di Salvezza riesce a raccogliere fino al 30% dei voti e a lanciare la propria sfida ai partiti tradizionali.
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