Ida Valicenti

PhDr. in Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Visiting Researcher presso la Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest. Scrive di storia e politica estera su quotidiani e riviste. È autrice di tre monografie, di articoli scientifici e saggi in riviste accademiche italiane ed estere ed è stata relatrice in convegni internazionali e lezioni invitate in Italia, Stati Uniti e Romania. Scrive per East Journal sull'Europa orientale, con un interesse specifico per la Romania e l'Ucraina.

STORIA: I dimenticati ad est. L’Olocausto in Transnistria degli ebrei di Romania troppe volte negato.

Durante la Seconda guerra mondiale, circa 300.000 ebrei vennero uccisi dalle autorità romene, la maggior parte di loro trovarono la morte nei campi di sterminio di Bogdanovka, in Transnistria, una regione a est del Nistro, all’epoca sotto amministrazione romena. Il Comunismo per quarant’anni ha negato le responsabilità dei romeni nel genocidio degli ebrei, accusando delle deportazioni in Transnistria gli invasori tedeschi e ungheresi. Solo negli ultimi quindici anni, grazie alla Commissione sull’Olocausto in Romania, istituita da Elie Wiesel, il governo romeno ha intrapreso il cammino della responsabilità storica nei confronti degli ebrei e dell’Olocausto.

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ROMANIA: Elie Wiesel e il destino degli ebrei romeni

La storia di Elie Wiesel, Premio Nobel della Pace, nel 1986, romeno di origine ebraica, si intreccia inevitabilmente con i destini degli ebrei di Romania. Emigrati dalla Galizia austriaca e dall’Impero russo nell’800, contribuirono alla crescita della società romena. La partecipazione della Romania a fianco della Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, portò alla loro deportazione, verso la Polonia e la Transnistria. Con l’Olocausto e poi il Comunismo, la Romania perse gran parte della sua energia intellettuale ed economica.

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