UNGHERIA: Beloiannisz, un villaggio greco nel cuore dell’Europa Centrale

Un cartello bilingue – ungherese e greco moderno – dà il benvenuto a Beloiannisz, un vero e proprio villaggio ellenico situato nel cuore dell’Ungheria, a poche decine di chilometri da Budapest.

L’antefatto

La fondazione del paese è piuttosto recente. Dopo il secondo grande conflitto mondiale, infatti, la Grecia precipitò in una spirale di violenza, che portò presto alla guerra civile. Dal 1946 al 1949, le due grandi sponde politiche, sostenute da Regno Uniti e Stati Uniti da una parte e dall’Unione Sovietica dall’altra, combatterono fino all’ultimo sangue in un paese già economicamente distrutto e con una profonda divisione ideologica.

Il conflitto ebbe delle conseguenze disastrose, il popolo greco fu letteralmente ridotto alla fame. Migliaia di persone perirono e altrettante si ritrovarono senza più una casa o un futuro. Molti riuscirono a ricostruirsi una vita in patria, ma altri furono costretti a stabilirsi nei paesi limitrofi. Un gruppo di greci – circa 400 famiglie – riuscì ad arrivare fino a Budapest, stabilendosi nella capitale magiara. Le condizioni di vita non erano propriamente ottimali: intere famiglie vivevano e lavoravano in una fabbrica di tabacco, dividendo stanze minuscole senza alcun tipo di mobilio.

Una storia di accoglienza e integrazione

Nel 1950 si decise di porre fine a questa situazione precaria: il governo assegnò ai profughi greci una striscia di terra, a sud-ovest della capitale. In soli sei mesi, le famiglie greche, insieme a dei volontari ungheresi, riuscirono a completare ben 418 abitazioni. L’anno dopo, il villaggio allora chiamato Görögfalva (“villaggio greco” in ungherese) iniziò a prendere vita, disponendo di servizi quali asilo, scuola, istituto di cultura, panetteria e persino una cucina comune. Il nome Beloiannisz fu registrato solo nel 1952, in onore di Nikos Beloyannis, eroe della resistenza greca, fucilato proprio lo stesso anno.

Nei decenni successivi, molti greci tornarono in patria e chi rimase si integrò sempre di più con la cultura locale. Gli ungheresi iniziarono ben presto a trasferirsi a Beloiannisz, dando vita a molti matrimoni misti e figli bilingui. Nonostante ciò, il villaggio conserva tutt’oggi una forte identità greca. Passeggiando per le stradine del paese, ci si può imbattere in diverse associazioni culturali volte alla promozione della lingua greca, istituti di cultura e persino in una chiesa greco-ortodossa, costruita nel 1996. Inoltre, secondo un censimento del 2001, il 23% degli abitanti si considera a tutti gli effetti greco.

Chi è Giulia Pracucci

Classe 1991, laureata in Mediazione Linguistica e Culturale con una tesi sulla carriera degli interpreti dei dittatori. Dopo aver passato un inverno in Lettonia e una primavera in Germania, si stabilisce a Budapest dove vive e lavora da quasi tre anni.

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