La corte di Minsk si è espressa: il blogger russo-israeliano Aleksandr Lapshin, autore del seguitissimo travel blog in lingua russa Puerrtto, verrà estradato in Azerbaigian, dove rischia otto anni di carcere per aver viaggiato in Nagorno-Karabakh.
Lapshin è stato arrestato lo scorso 13 dicembre a Minsk insieme a sua moglie, con un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità di Baku. Successivamente, le autorità azere hanno presentato la documentazione necessaria per l’estradizione.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa azera AZ, il blogger sarebbe entrato illegalmente in Nagorno-Karabakh nell’Aprile 2011 e successivamente nell’Ottobre 2012. Attraverso il suo blog, avrebbe inoltre “promosso il riconoscimento dell’indipendenza del territorio conteso e attaccato l’integrità territoriale azera“.
Data la doppia nazionalità del blogger, sia le autorità russe che quelle israeliane si sono mobilitate per la sua scarcerazione e contro l’estradizione. Appena un giorno prima dell’arresto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva fatto visita al presidente azero Aliyev, sottolineando come la loro cooperazione fosse un segnale positivo di coesistenza tra islamici ed ebrei: l’Azerbaigian è infatti lo stato a maggioranza islamica più legato a Israele, specialmente per il commercio di armi e di petrolio.
Il Ministero degli Esteri israeliano è invece intervenuto direttamente sulla questione, ma a nulla è servito: Israele sostiene altresì che l’episodio “potrebbe causare un serio incidente nelle relazioni con l’Azerbaigian”, individuando come motivazione il fatto che sia Baku che Minsk considerano Lapshin un cittadino russo.
Dalla Russia è recentemente intervenuto il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, il quale ha sempre avuto un forte ascendente sulla Bielorussia, dichiarando di essere “contro la criminalizzazione di giornalisti o individui che visitano un territorio”. Inoltre, nella stessa sede, rispondendo a una domanda sulla risoluzione del conflitto in Nagorno-Karabakh, Lavrov lo avrebbe definito “un affare non interno all’Azerbaigian”, sollevando nuove polemiche nello stato caucasico.
Ma nonostante gli stretti legami con le controparti azere e bielorusse, le mediazioni russe e israeliane e le scuse dello stesso Lapshin rivolte ad Aliyev in una lettera inviata il 18 gennaio non hanno prodotto, ad oggi, i risultati sperati: in un’intervista a RFE/RL, la Procura Generale di Minsk ha confermato la decisione dello scorso 20 gennaio di procedere con l’estradizione in Azerbaigian.
“Avrei potuto esserci io, in quella prigione a Minsk. E non solo io”, come ha affermato Simone Zoppellaro su Il Giornale. Lapshin, come Simone e altri 180 giornalisti stranieri, fa parte infatti della lunga lista di “personae non gratae” al governo azero, e potrebbe ricevere lo stesso trattamento riservato a giornalisti e attivisti locali, che vengono sistematicamente arrestati con accuse fabbricate ad hoc, per essersi espressi contro il regime di Aliyev.
Foto: Radio Free Europe/Radio Liberty
Questo articolo è frutto della collaborazione con MAiA Mirees Alumni International Association e PECOB, Università di Bologna.