Lo scorso 21 novembre la Russia e l’Abkhazia, repubblica caucasica de facto indipendente ma rivendicata dalla Georgia, hanno siglato un nuovo trattato bilaterale riguardante la reciproca collaborazione in ambito militare. Il trattato è stato concepito per implementare alcuni aspetti dell’accordo firmato due anni fa riguardante la difesa, la sicurezza dei confini, la politica estera e alcune questioni legate ai controlli doganali, alla cittadinanza e alla cooperazione tra le forze dell’ordine.
Aumenta la presenza russa in Abkhazia?
Secondo le autorità georgiane il nuovo trattato prevede l’aumento della presenza militare russa nel paese caucasico e la realizzazione di nuove basi militari e aeroporti nel distretto di Gali, regione confinante con i territori ancora controllati dal governo di Tbilisi e abitata prevalentemente da georgiani (mingreli). L’accordo dovrebbe prevedere inoltre il dispiegamento di un grande contingente militare incaricato di intervenire in caso di un eventuale attacco armato, così come dovrebbe gettare le basi per la creazione di un esercito unico da poter schierare sempre in caso di emergenza.
L’imminente aumento della presenza militare russa in Abkhazia è stato però smentito dal Ministero degli Esteri di Mosca, che attraverso la portavoce Maria Zakharova ha definito le notizie diffuse da alcuni funzionari e dai media georgiani “speculazioni flagranti effettuate senza alcun tentativo di creare almeno un aspetto di verità”.
Le proteste della Georgia
Il governo di Tbilisi ha criticato fortemente il nuovo accordo tra Sukhumi e Mosca, definito “una manifestazione di aggressione contro la Georgia” e “un passo provocatorio” atto a promuovere “la definitiva annessione delle regioni occupate”. Il Ministero degli Esteri georgiano ha quindi invitato Mosca a rispettare l’accordo di cessate il fuoco dell’agosto 2008 e a ritirare le proprie truppe dai territori occupati. Alle proteste di Tbilisi si sono unite le critiche del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che ha affermato di non riconoscere la validità del trattato tra Abkhazia e Russia in quanto, secondo il portavoce John Kirby, “non costituisce un accordo internazionale valido”.
Nonostante l’implementazione dei rapporti con Mosca, l’Abkhazia non sembra però essere interessata a una futura annessione alla Russia, come invece sostiene con insistenza il governo georgiano. Come dichiarato nei mesi scorsi dall’ex primo ministro abkhazo Artur Mikvabia, il consolidamento dei rapporti con Mosca è uno dei principali obiettivi del paese, a patto che la Russia continui a garantire l’indipendenza dell’Abkhazia, ottenuta in seguito a una sanguinosa guerra con la Georgia e per questo tanto cara agli stessi abkhazi. È improbabile quindi che Sukhumi segua l’esempio di Tskhinvali, la quale invece sembra essere intenzionata a organizzare per il prossimo anno un referendum sull’eventuale annessione a Mosca.