SLOVACCHIA: Seconda al mondo per corruzione

La mappa del Perceived Corruption Index 2015

Nelle scorse settimane il World Economic Forum ha rilasciato l’indice annuale della corruzione come parte del suo report globale sulla competitività. I risultati sono basati su un sondaggio che ha previsto l’intervista di circa 15 mila leader d’impresa da 141 paesi tra febbraio e giugnoTra i paesi dell’OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development) la Slovacchia si è collocata al secondo posto, a pari merito con l’Ucraina e subito dietro il Messico.

Il sondaggio

L’indice stila una classifica dei paesi a partire dalle risposte a tre domande fondamentali: quanto sia comune nel proprio paese il dirottamento di fondi pubblici verso compagnie, individui o gruppi; come si valutino gli standard etici dei politici del proprio paese; quanto sia comune per le imprese versare pagamenti extra non documentati o mazzette. Gli intervistati hanno risposto alle domande dando un voto da 1 a 7, dove 1 indica il livello più elevato di corruzione e 7 il più basso.

La Slovacchia ha preso una votazione generale di 2.7, subito dietro al Messico con 2.5. Com’era prevedibile, l’Italia si colloca al terzo posto con un punteggio di 3.1. In generale l’Est Europa non ha figurato bene: al quarto posto si trova l’Ungheria, al sesto Repubblica Ceca, all’ottavo la Lettonia, al decimo e all’undicesimo Polonia e Slovenia. Peggio di tutte fa la Repubblica di Moldavia, che però non è parte dei paesi OECD, con un punteggio di 2.36.

La posizione slovacca

Il secondo posto della Slovacchia nell’indice non stupisce particolarmente. Nel 2011 lo scandalo del “Gorilla”, un rapporto dei servizi segreti slovacchi (Sis) sui legami tra il mondo degli affari e la politica, ha scosso il paese e decretato un aumento dell’astensionismo alle successive elezioni. Ad anni di distanza, nonostante il cambio di governo e una riforma a favore della trasparenza dei contratti, la fiducia nel paese non è cresciuta.

La corruzione in Est Europa

Si potrebbe obiettare che questo sondaggio si fondi solo sulla percezione della corruzione, quando la situazione reale potrebbe essere differente. L’obiezione è fondata, ma è giusto far notare quanto la fiducia nelle istituzioni sia fondamentale per ridurre la complessità della società attraverso la creazione di capitale sociale, come afferma Piotr Sztompka, in “Trust: A Sociological Theory“. Le imprese estere saranno più o meno disposte ad investire in un paese a seconda della sua affidabilità. In assenza di fiducia questa funzione viene svolta dalla corruzione, che però nel lungo periodo si rivela ben più dannosa per la società.

Molti studiosi hanno affrontato il problema della corruzione: Morris e Polese hanno studiato il fenomeno in Russia e Ucraina; Delcheva, McKee e Balabanova in Bulgaria; Gaál in Ungheria e Svavelyeva in Kazakistan. Ciò che è emerso è che la corruzione è frequente nei paesi che escono da lunghi periodi di dittatura o situazioni che creino grossa sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Corruzione e sfiducia sono gli ingranaggi dello stesso circolo vizioso.
I paesi dell’Est Europa soffrono di una sfiducia cronica nelle istituzioni.

Chi è Gian Marco Moisé

Dottorando alla scuola di Law and Government della Dublin City University, ha conseguito una magistrale in ricerca e studi interdisciplinari sull'Europa orientale e un master di secondo livello in diritti umani nei Balcani occidentali. Ha vissuto a Dublino, Budapest, Sarajevo e Pristina. Parla inglese e francese, e di se stesso in terza persona.

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