Giovedì 6 Luglio, il TAS – Tribunale dell’Arbitrato dello Sport di Losanna – ha rigettato il ricorso dello Skënderbeu, confermando la decisione presa dalla UEFA il 1 Giugno di sospendere dalle competizioni europee la squadra campione d’Albania a seguito di un’indagine su alcune partite, svoltesi irregolarmente. Al centro delle indagini ci sarebbero una serie di partite giocate dallo Skënderbeu sulle quali si sarebbero registrati flussi anomali di scommesse. Gli incontri truccati riguarderebbero il campionato locale, ma anche alcuni match internazionali disputati dalla squadra di Korçë. In particolare quelli giocati contro i Crusaders nordirlandesi, valida per le qualificazioni alla Champions League della passata stagione e le partite di Europa League con Beşiktaş, Sporting Lisbona e Lokomotiv Mosca.
La federazione albanese non ha diffuso alcuna notizia riguardo le partite sospette del campionato domestico. A occuparsi della questione, infatti, è stata la Commissioni Disciplinare, Etica e di Controllo (CDEB), organo interno alla UEFA istituito per vigilare sul regolare svolgimento delle manifestazioni sportive nei paesi europei.
Purtroppo il nome dello Skënderbeu non è nuovo a questo tipo di inchieste. La squadra albanese era già comparsa in un’inchiesta del 2013, che coinvolgeva un giro di affari illeciti che faceva capo ad alcuni uomini di base a Singapore. All’epoca della questione se n’era occupata la giustizia ordinaria, e non quella sportiva, tanto che l’Interpol aveva preso atto di quasi 700 partite pilotate in giro per il mondo; la vicenda era stata raccontata da vicino da ESPN, che addirittura citava direttamente la squadra albanese. In quel caso, ancora una volta, le indagini erano state indirizzate dai flussi anomali registrati dalle agenzie di scommesse.
A beneficiare dell’esclusione dello Skënderbeu sono stati i rivali del Partizani Tirana, squadra arrivata seconda in campionato e qualificata originariamente ai preliminari di Europa League. I giallorossi di Tirana, a dirla tutta, avevano anche già iniziato il loro cammino europeo, pareggiando la prima partita di qualificazione 0-0 in casa dello Slovan Bratislava. Ma invece della partita di ritorno contro la squadra slovacca si troveranno a giocarsi l’accesso alla qualificazione alla Champions League contro il Ferencváros, squadra destinata dai sorteggi allo Skënderbeu prima della squalifica.
Il Partizani, che era stata la squadra più titolata durante il regime comunista, ha dichiarato di aspettarsi una decisa reazione anche dalla federcalcio locale. Agli occhi degli osservatori, questa pretesa appare legittima, dato che le operazioni di match-fixing riguardano anche partite del campionato domestico. Filosofica, e piuttosto astratta, la reazione dello Skënderbeu: «La più grande prova di coraggio sulla terra è affrontare le sconfitte senza perdere spirito d’animo. Dimostreremo la nostra forza affrontando qualsiasi ostacolo». Una dichiarazione di facciata, probabilmente rilasciata per compattare l’ambiente, piuttosto scosso da questa sentenza.
Dopo il dominio incontrastato degli ultimi sei anni di cui avevamo parlato in tempi non sospetti, infatti, il divieto di giocare competizioni europee potrebbe mescolare le carte e regalare un po’ di incertezza al campionato albanese. Renato Arapi e Kristi Vangjeli, due uomini fondamentali per il gioco dello Skënderbeu, hanno già abbandonato Korçë; il primo e’ andato addirittura a rafforzare i rivali del Partizani, mentre il secondo si e’ accasato nelle fila del Astra Giurgiu, in Romania. Cattive notizie potrebbero arrivare anche da Hamdi Salihi, capocannoniere della passata stagione, che sembrerebbe in procinto di cambiare aria.