LITUANIA: Proteste contro la nuova legge sul lavoro voluta dall’UE

Nella giornata di martedì 21 giugno, la Seimas lituana ha approvato la nuova legge sul lavoro con 68 voti favorevoli, 12 contrari e 14 astenuti. Il nuovo codice, che doveva essere votato inizialmente dal parlamento il 16 di giugno, ha già sollevato aspre polemiche, sia tra i sindacati come l’Unione confederale del lavoro” e l’Unione dell’industria alimentare”, sia dalla stessa presidente della Repubblica Dalia Grybauskaitė, i quali hanno bollato la legge come troppo punitiva nei confronti delle classi lavoratrici. Il testo è stato accusato duramente di aver di fatto eliminato la contrattazione sindacale, oltre ad aver di fatto azzerato le tutele a favore dei lavoratori, soggetti d’ora in avanti a una procedura di licenziamento più facile da parte dei datori di lavoro.

La rivoluzione del cavolfiore

La nuova legge ha fatto esplodere la rabbia di migliaia di giovani in tutto il paese, considerati come la fascia più a rischio in questo nuovo programma di flessibilità introdotto dall’esecutivo guidato dal primo ministro Algirdas Butkevičius. Il movimento  La vita costa troppo” ha scatenato una serie di proteste dispiegate tra Kaunas e Vilnius.

Il movimento di protesta contro il caro-vita era nato alla metà del maggio di questo anno, quando il movimento si fece promotore di una campagna di boicottaggio ai danni delle principali catene di supermercati del paese come Maxima, Iki e Norfa, non solo per protestare contro il costante aumento dei prezzi dei generi alimentari, ma anche contro il costante livellamento verso il basso dei salari, che tra il 2000 e il 2016 sono viaggiati nella media tra i 500 e i 700 euro mensili.

La cosiddetta “rivoluzione del cavolfiore” aveva poi dato il seguito alla mobilitazione di un’assemblea nazionale riunitasi a Kaunas il 14 maggio in cui avevano preso parte studenti, pensionati e attivisti e all’occupazione di un parco pubblico della città, durata diversi giorni e resistendo ai tentativi di sgombero da parte delle forze dell’ordine.

L’acampada a Vilnius

In seguito all’approvazione della nuova legge, le proteste hanno contagiato anche Vilnius. In piazza Kudirke, nella centralissima Gedimino Prospektas, alcuni ragazzi mercoledì scorso hanno piantato delle tende iniziando l’occupazione dello spazio pubblico e aprendo ad un dibattito organizzato attraverso i social network e il passaparola, che raccogliesse gli umori della società nel tentativo di costruire una seria alternativa di opposizione contro la nuova legge. La protesta sta continuando e almeno fino al 6 luglio le tende rimarranno al loro posto, e continueranno ad essere organizzati dibattiti e conferenze.

L’impostazione marcatamente neo-liberista è alla base delle proteste contro la riforma del sistema lavorativo: i manifestanti chiedono a gran voce il ripristino delle tutele per i lavoratori e l’abolizione di quelle norme che di fatto danno un potere enorme alle imprese, specialmente riguardo alle procedure di licenziamento, la diminuzione dell’orario di lavoro settimanale (che ora sfiora le 60 ore), il rafforzamento del welfare state, e la protezione di categorie a rischio licenziamento, come le donne in gravidanza, divenuto ancora più facile nel caso in cui queste ultime non siano sposate.

Modello UE: smantellare il welfare

Questo nuovo modello sociale è stato ampiamente sponsorizzato dalla Commissione Europea e dal Fondo monetario internazionale, vedendo la flessibilità come un mezzo per eliminare le barriere che ostacolavano la modernizzazione del mercato del lavoro, e uno strumento per aumentare il numero dei posti di lavoro in un paese come la Lituania che solo lo scorso anno ha visto 25.000 giovani lasciare il paese a causa della disoccupazione. Il problema è che per perseguire l’obiettivo della crescita economica e dell’occupazione, sembrano essere state totalmente smantellate le tutele a favore dei lavoratori, come se queste rappresentassero il vero problema sulla strada del progresso e del benessere. Argomenti sostenuti dalla classe politica nazionale anche a seguito dei presunti successi riportati dal paese nell’attrarre investimenti esteri nell’anno 2015.

Foto di Delfi.lt

Chi è Mattia Temporin

Nato a Rovigo, adottato da Bologna, ho conseguito la laurea triennale in Scienze storiche e quella magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Alma Mater Studiorum. Ho vissuto 9 mesi a Tallinn, dove ho svolto lo SVE ( Servizio volontario europeo) in un Istituto comprensivo per bambini di lingua russa. Tra le altre esperienze all'estero, non posso dimenticare il mio soggiorno a Wroclaw, in Polonia, di 5 mesi. Attualmente vivo e lavoro a Vilnius.

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