GEORGIA: Tbilisi in ginocchio dopo l’alluvione, “colpa dei comunisti”

Un mare di fango ha invaso in questi giorni Tbilisi, capitale della Georgia, dopo che la violenta alluvione degli ultimi giorni, causata dalle forti piogge che si sono abbattute sulla città, ha portato all’esondazione del fiume Vere, nella notte del 14 giugno. L’alluvione, la più violenta degli ultimi quarant’anni, ha colto la città completamente di sorpresa. Lo straripamento del Vere ha colpito con violenza i quartieri di Vake e Saburtalo, che il torrente attraversa prima di congiungersi al Mtkvari, fiume principale della capitale. Il fiume in piena con la sua furia devastante ha inghiottito persone, strade ed edifici, distruggendo tutto quello che si è trovato di fronte. Circa 4 chilometri dell’autostrada Chabua Amirejibi, che collega i quartieri di Vake e Saburtalo a Piazza degli Eroi, sono stati invasi dall’alluvione; l’acqua ha spazzato via gli autoveicoli, ed è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine e l’aiuto di alcuni elicotteri per portare in salvo gli automobilisti.

Al momento l’alluvione ha causato 12 morti accertati, mentre le persone disperse sono 24; oltre a loro si registrano anche decine di feriti e sfollati.

Animali in fuga dallo zoo

La furia del Vere ha investito anche lo zoo cittadino, situato nel quartiere di Saburtalo ed edificato proprio ai piedi del fiume. L’alluvione ha spazzato via le precarie strutture dell’edificio e distrutto le recinzioni dove erano contenuti gli animali. Tre guardiani dello zoo sono stati colti di sorpresa dalla furia del fiume, perdendo la vita; tra di loro c’era Guliko Chitadze, che solo poche settimane prima era riuscita a sopravvivere miracolosamente all’attacco di una tigre. Gli animali dello zoo sono scappati dalle loro gabbie e si sono riversati in tutto il centro, creando il caos in città: leoni, tigri, orsi, lupi, sciacalli, coccodrilli e addirittura un ippopotamo si sono ritrovati a vagare per le vie di Tbilisi, tra l’incredulità e il panico dei passanti.

Alcuni animali sono stati sedati e catturati, mentre molti altri stanno ancora vagando per le strade di Tbilisi; molti animali non sono riusciti a sopravvivere alla furia dell’alluvione, venendo trascinati dalle acque insieme alle altre macerie, mentre altri ancora sono stati abbattuti dalle forze dell’ordine, tra i quali un branco di lupi che si stava aggirando nei pressi di un ospedale pediatrico situato proprio vicino allo zoo. Il primo ministro Irakli Garibashvili ha invitato la popolazione a non uscire dalle proprie abitazioni fino a quando tutti gli animali fuggiti dallo zoo non saranno rintracciati e catturati, anche se non è ancora chiaro quale sia il numero esatto degli animali riusciti a fuggire. Per la loro cattura il governo ha mobilitato addirittura le forze speciali.

Si iniziano a contare i danni

Dopo la violenta alluvione, gli interi quartieri di Vake e Saburtalo sono rimasti completamente allagati e isolati dal resto della città, senza più né acqua corrente né gas, mentre centinaia di persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, diventate inaccessibili. Molte vie del centro, tra le quali alcune arterie principali, sono state chiuse al traffico a seguito dei danni, rendendo la città completamente paralizzata; mentre in questi giorni Mindia Janelidze, segretario della sicurezza dello Stato e del Consiglio per la gestione delle crisi, ha invitato la popolazione di Tbilisi a evitare gli spostamenti in macchina almeno fino a quando la situazione non sarà migliorata.

Secondo una stima iniziale del vicesindaco di Tbilisi, Irakli Lekvinadze, l’alluvione ha causato danni per almeno 10 milioni di dollari, ma è abbastanza chiaro che la cifra sarà destinata ad aumentare. Per cercare di fare fronte all’emergenza, il presidente georgiano Giorgi Margvelashvili ha affermato che nei prossimi giorni dovrebbero essere stanziati dei fondi direttamente dal fondo discrezionale presidenziale per assistere le famiglie vittime dell’alluvione. Anche il primo ministro Irakli Garibashvili ha cercato di rassicurare le vittime dell’alluvione, affermando che il governo farà il possibile per dare aiuto a ogni famiglia colpita, provvedendo a dare una sistemazione provvisoria ai tanti sfollati, e annunciando lo stanziamento di 4 milioni di euro per cercare di porre rimedio ai danni causati dall’alluvione.

Non solo Tbilisi è stata colpita dalla furia dell’alluvione: le forti piogge hanno fatto franare un tratto della strada Tskneti-Betania, alle porte della capitale, lasciando completamente isolato il villaggio di Akhaldaba, dove è stato necessario l’intervento di un elicottero della polizia per trarre in salvo 16 persone. Tutta la valle del fiume Vere ha subito allagamenti, mentre le strade interrotte rendono difficili i collegamenti con i villaggi circostanti, che come Akhaldaba rischiano di rimanere isolati.

Intanto in tutta la Georgia è stata dichiarata una giornata di lutto nazionale per commemorare le vittime dell’alluvione, mentre a Tbilisi centinaia di volontari stanno ancora cercando i numerosi dispersi e stanno provando a ripulire lentamente le strade e gli edifici dal fango.

Per la Chiesa è colpa dei comunisti

Secondo il Patriarca Elia II, primate della Chiesa ortodossa georgiana, la colpa dei disastri causati dall’alluvione non è da imputare né alle inadeguate infrastrutture, né ai problemi urbanistici della città. Per Elia II, noto per le sue posizioni estremamente conservatrici, la colpa dell’alluvione e della distruzione dello zoo cittadino è da attribuire agli ex governanti comunisti che hanno amministrato nei decenni passati la Georgia. Il giorno seguente all’alluvione, nel corso della consueta messa della domenica, il patriarca della Chiesa georgiana ha puntato il dito contro i funzionari di quella che fu la RSS Georgiana:

“Quando i comunisti vennero in questo Paese, ordinarono che tutte le croci e le campane fossero fuse e che il denaro ricavato fosse utilizzato per costruire lo zoo. […] Lo zoo doveva essere trasferito in un posto differente, in quanto è stato fondato sul peccato, e questi atti vengono generalmente seguiti da una punizione […] Mi dispiace molto che debbano essere i georgiani a pagare perché uno zoo è stato costruito a spese delle chiese distrutte”

Una tragedia che si poteva evitare

L’alluvione che ha colpito Tbilisi ha avuto un effetto distruttivo per la città, a causa della violenza con cui si è abbattuta e del fatto che sia arrivata all’improvviso, causando un numero elevatissimo di danni. Molti di questi danni si sarebbero però potuti evitare, se solo l’amministrazione locale fosse stata più attenta nel pianificare lo sviluppo urbanistico della città. Innanzitutto non è la prima volta che il Vere crea problemi di questo tipo: seppure sia un fiume a carattere torrentizio, che si presenta per la maggior parte dell’anno come un semplice ruscello, il Vere è da sempre stato soggetto a periodiche inondazioni: prima dell’ultima alluvione infatti il fiume è esondato più volte, allagando la città nel 1960, 1963, 1972 e nel 1995.

L’inondazione del 1972 era stata fino a questo momento quella più distruttiva, e come quella di quest’anno aveva causato numerosi morti e aveva completamente allagato lo zoo cittadino. Si sapeva quindi che lo zoo era situato in una posizione precaria, e che c’era il rischio che alla prossima inondazione seria il fiume potesse spazzare via tutto, ma dal 1972 a oggi dall’amministrazione di Tbilisi non sono stati presi sufficienti accorgimenti per risolvere la situazione. Un passo in avanti era stato fatto quando i gestori dello zoo avevano acquistato un nuovo terreno, lontano dal fiume, sul quale edificare una nuova struttura. Gli stessi gestori dello zoo avevano però fino a questo momento esitato a effettuare il necessario trasloco, a causa degli elevati costi che lo spostamento avrebbe comportato (si sono stimati costi di diversi milioni di euro). La troppa attesa ha finito però per far verificare il disastro preannunciato.

Oltre alla precaria posizione dello zoo di Tbilisi, a suo tempo fece discutere anche la realizzazione dell’autostrada Vake-Saburtalo, voluta dal governo Saakashvili per collegare per collegare i due quartieri a Piazza degli Eroi e costruita proprio di fianco al letto del fiume Vere. Edificata senza aver tenuto sufficientemente conto della potenziale pericolosità del fiume, e senza un sistema di drenaggio adeguato, l’autostrada ricevette fin dalla sua pianificazione le critiche dei maggiori esperti di urbanistica del paese, a causa proprio del pericolo che il Vere avrebbe potuto creare. Uno di loro, Niko Kakhetelidze, si rivelò profetico, affermando a suo tempo che la nuova autostrada avrebbe rinchiuso il Vere in una sorta di sarcofago, e che alla prima alluvione esso sarebbe potuto traboccare e avrebbe potuto allagare tutta la zona intorno a Piazza degli Eroi in una sola mezz’ora. A quanto pare ci aveva visto giusto.

 

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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