POLONIA ELEZIONI: Un paese a gonfie vele, ma la Russia spaventa

Tra pochi giorni oltre 30 milioni di polacchi saranno chiamati al voto in un contesto storico in pieno fermento. L’economia è senza dubbio la faccia felice di un paese che negli ultimi anni ha vissuto un vero e proprio boom. Secondo uno studio di FocusEconomics, l’anno scorso la Polonia è cresciuta del 3.3% e ha continuato ad avere un trend positivo anche nel primo trimestre di quest’anno, con un exploit del settore manifatturiero.

Le esportazioni in Germania potrebbero fare la differenza, tanto che per il 2016 si ipotizza una crescita del 3.5% Non è un caso che la battaglia politica si stia giocando soprattutto sull’economia. Andrzej Duda, principale avversario del presidente uscente, ha infatti promesso di tagliare le tasse per le piccole e medie imprese, concedere agevolazioni fiscali, porre un freno all’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, e tassare gli istituti finanziari, copiando in parte il programma di Victor Orban in Ungheria.

In primo piano anche l’eventuale entrata nell’euro: secondo Duda, che rappresenta il fronte degli euro-scettici, la moneta unica avrebbe più costi che benefici. Un timore condiviso dalla popolazione. Nei recenti sondaggi quasi il 68% dei polacchi si è espresso contro l’euro.

Ma il nuovo presidente avrà anche altre gatte da pelare, soprattutto in politica estera. La celebrazione della festa della Vittoria, che si terrà a Mosca il prossimo 9 maggio (alla vigilia delle elezioni polacche) per festeggiare la vittoria sul nazifascismo durante la Seconda guerra mondiale, sarà un’esibizione di muscoli. E il presidente Komorowski l’ha bollata come una “dimostrazione di forza” volta a spaventare i paesi vicini. Non a caso, secondo la BBC, la Polonia sta progettando di costruire sei torri di osservazione per sorvegliare i 200 km di confine con l’enclave russa di Kaliningrad. Motivo: i russi avrebbero deciso di spostare in alcune basi militari vicine dei missili a corto raggio.

Sulle elezioni polacche incombe anche il fantasma di Smolensk, città russa al confine con la Bielorussia. Il 10 aprile del 2010 morirono in un incidente aereo l’allora presidente polacco Lech Kaczynski e altre 95 persone. Le indagini vanno avanti da anni, ed entrambi i paesi si rinfacciano la responsabilità del disastro. La radio russa RFM ha reso pubbliche nuove trascrizioni delle registrazioni della cabina di pilotaggio dell’aereo che metterebbero tutto in discussione. In pratica, i due piloti polacchi sarebbero stati costretti ad atterrare su pressioni dell’allora ministro degli esteri polacco, Marius Kazana.  La destra nazionalista polacca grida invece al complotto e accusa i russi di avere abbattuto l’aereo presidenziale. Il fantasma di Smolensk, marginale nel dibattito politico polacco, torna ad essere agitato quando si avvicinano le elezioni per risvegliare le paure ataviche nei confronti del vicino russo. Paure a cui oggi è più facile dare corpo.

AFP PHOTO WOJTEK RADWANSKI

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