ExxonMobil operation near Chicago, IL, summer of 2014

UCRAINA: Da gennaio è chiuso l’ultimo gasdotto alla Russia

A partire dal 1° gennaio di quest’anno, l’ultimo gasdotto è stato chiuso da Kiev in seguito alla scadenza del contratto di transito di Gazprom attraverso l’Ucraina. Questa decisione è stata presa sia per ridurre l’influenza russa in Europa che per indebolire il Cremlino. Potrebbe essere un punto di svolta chiave nella guerra?

Il gas russo non arriva più attraverso l’Ucraina

Per la prima volta dal 1984, anno di attivazione del gasdotto Urengoy–Pomary-Uzhhorod, l’Europa non riceverà più gas russo tramite il condotto che attraversa l’Ucraina. Questa rete collega la Siberia al confine ucraino con la Slovacchia passando per Sudzha, nella regione di Kursk, ora sotto il controllo delle forze ucraine. Questo gasdotto è diventato l’ultima principale via di trasporto del gas russo verso l’Europa, dopo il sabotaggio del Nord Stream nel 2022 e la chiusura di una rotta che passava per la Bielorussia verso la Polonia. L’unica via per la Federazione Russa di trasferire ora il gas in Europa è attraverso il gasdotto turco TurkStream.

Questa chiusura è avvenuta dopo la scadenza naturale del contratto di fornitura, ovvero il 31 dicembre 2024, dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reiterato svariate volte negli scorsi mesi che non lo avrebbe rinnovato.

Problema per la Russia?

La decisione di Kiev di non rinnovare il contratto di transito del gas russo è stata motivata anche dalla volontà di limitare le risorse finanziarie destinate da Mosca alla guerra. Ogni anno, la Russia guadagnava circa cinque miliardi di dollari dalle forniture attraverso l’Ucraina. Nonostante il conflitto, Gazprom, una delle principali aziende russe delle forniture energetiche, ha continuato a garantire il flusso di gas. Inoltre, il contratto quinquennale, firmato prima del conflitto, ha visto una drastica riduzione del volume di transito, che si è abbassato di quattro volte.

La scelta di Kiev di interrompere questo flusso compromette uno dei principali canali di approvvigionamento di gas per l’Europa, mettendo in difficoltà Gazprom, che ha chiuso il 2024 con un bilancio disastroso. Un segno evidente delle difficoltà per il regime di Putin, che ha sempre considerato la fornitura di gas come uno strumento di pressione politica.

Il fastidio di questa decisione è stato espresso direttamente dallo stesso presidente russo, che nella sessione plenaria del nono Eastern Economic Forum a Vladivostok ha definito l’atteggiamento europeo come “una distorsione mentale, schizofrenia, una vera assurdità”. E aggiungendo: “Se non lo vogliono, allora non è necessario”.

Ripercussioni in Europa

La decisione, sebbene strategica, di interrompere i flussi di gas russo avrà inevitabili ripercussioni sia per Kiev che per i paesi dell’UE. Negli ultimi mesi, i paesi europei hanno cercato di diversificare il proprio approvvigionamento energetico per ridurre la dipendenza dalla Russia, con risultati variabili.

Difatti, Austria, Ungheria e Slovacchia hanno continuato a fare affidamento sulle forniture di Mosca, sebbene per motivi differenti. L’Austria ha dichiarato però di aver terminato i contratti con Gazprom, affermando di essere ben posizionata con nuove fonti. L’Ungheria riceve ancora la maggior parte del gas tramite il TurkStream con Orbán primo sostenitore di Putin in UE, mentre la Slovacchia, fortemente dipendente dal gas russo, ha visto il primo ministro Robert Fico minacciare di tagliare l’elettricità all’Ucraina se l’accordo sul transito non fosse stato rinnovato. Nonostante queste tensioni, il ministro dell’economia slovacco ha assicurato che non ci saranno carenze energetiche.

Anche paesi al di fuori dell’UE risentiranno di questa decisione. L’Ucraina perderà un miliardo di dollari l’anno in tasse di transito dalla Russia, mentre la Moldavia sarà sicuramente la più colpita, poiché l’80% della sua energia proviene dalla regione separatista della Transnistria, la quale classe dirigente fa affidamento sul gas russo. Il governo moldavo ha comunque garantito che l’elettricità dalla Romania dovrebbe evitare una crisi energetica.

Il futuro rimane incerto – ma con ottimismo

La decisione di chiudere il gasdotto in Ucraina ha molteplici conseguenze sia per il futuro energetico in Europa, sia per la stabilità del continente in termini politici. Sebbene rimangano delle incognite, la situazione sembra presentare sfide maggiori per la Russia rispetto all’Europa e all’Ucraina. Mosca ha utilizzato il gas come strumento di pressione economica e politica, e la perdita di questa leva sarà costosa per la Federazione Russa, che ha finanziato parte della sua guerra con l’export di gas.

Nonostante ciò, sarà fondamentale il ruolo del nuovo governo americano di Donald Trump, poiché il futuro dell’Ucraina, indipendentemente dal gas russo, dipenderà in gran parte dalla posizione degli Stati Uniti.

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