TAGIKISTAN: Un rapimento misterioso e la debolezza dello Stato

Un recente caso di cronaca che solleva molti dubbi, una minoranza etnica in rivolta, stazioni di controllo del meteo sospette e qualche ombra di complottismo. La stabilità politica, nell’unico paese dell’Asia Centrale ex-sovietica a precipitare nella spirale della guerra civile dopo l’indipendenza, sembra lontana come i tempi in cui la Via della seta passava dal Pamir. Oggi nel Gorno-Badakshan passano i narcotrafficanti, mentre la capitale Dushanbe si rivela vicina quanto la gittata di un proiettile di gomma. Siamo in Tagikistan e c’è un rapimento.

Un comportamento insolito

Alle otto di sera del 23 giugno scorso a Dushanbe, Shuhrat Ismatulloev, vicepresidente della Orienbank (nome traslitterato in mille modi diversi) viene caricato a forza in una Hyundai Sonata dai vetri oscurati. La stranezza non è nel rapimento, può succedere, ma nel comportamento successivo delle autorità tagiche: solitamente abbottonate con crimini di alto profilo, in questo caso si rivelano invece prodighe di dettagli, offrendo inoltre una ricompensa di 30.000$ per chi fornirà informazioni sui rapitori. Spuntano anche video del rapimento ma sui nomi dei colpevoli il silenzio.

Il silenzio si squarcia il 1 luglio, quando viene annunciato che Rustam Ashurov, tagico di 43 anni, è stato arrestato in Moldavia per avere ucciso due guardie di confine mentre gli veniva proibito l’ingresso nel paese. Ashurov morirà pochi giorni dopo, ma viene subito identificato come uno dei membri del commando che ha rapito Shuhrat Ismatulloev. Le stranezze non si fermano, compare un video in cui Ashurov in una videochiamata alla madre confessa i motivi del rapimento (cento milioni di dollari in Bitcoin, secondo alcuni duecento) e il fatto che Ismatulloev è stato ucciso.

Forze del disordine

I dettagli della vicenda si fanno sempre più inquietanti, Rustam Ashurov è stato condannato, in realtà poi graziato nel 2019, per avere rapinato un cambiavalute con un passato nelle forze dell’ordine. L’intero piano del rapimento sarebbe stato organizzato da molto tempo da un altro ex-membro delle forze dell’ordine tagiche, Dilshod Saidmurodov, che si crede fuggito in Russia. Del commando cinque persone sarebbero state arrestate, due sarebbero in Russia e altre due in Turchia. Un rapimento quindi maturato nel lato oscuro della struttura statale del Tagikistan, un aspetto molto preoccupante.

Se ci vogliamo mettere anche un po’ di complottismo, potremmo citare il fatto che il complice della rapina fatta da Ashurov è originario del quartiere in cui sorge la sede di Orienbank, oppure che Shuhrat Ismatulloev era collega di Zarina Rahmon. Zarina è la figlia del presidente del Tagikistan, mentre lo zio è il proprietario della banca in cui lavora. Insomma, ci sono tutti gli elementi per una spy story che si rispetti, incluse le mai sopite rivolte degli abitanti del Pamir sullo sfondo della scena.

Per amore della scienza

Di tutto ciò che abbiamo citato all’inizio manca solo una cosa: la stazione meteo. Non c’entra nulla con questa storia, ma in realtà rende bene l’idea di quanto le autorità tagiche siano ritenute affidabili. Stiamo infatti parlando di un super osservatorio sul clima e l’ambiente che Pechino ha deciso di aprire in Tagikistan, a Shahritus, nei pressi del confine afghano. Ovviamente da più parti si sono sollevate voci che accusano la Cina di voler usare la stazione per operazioni di sorveglianza in una zona strategica. Per il Tagikistan, questo rapimento rischia di essere un chiaro segno di debolezza.

Fonte immagine: Wikicommons

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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