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BULGARIA: Il Partito Socialista verso la scomparsa?

Kornelia Ninova, leader del Partito Socialista Bulgaro, ha spinto il suo partito verso la destra. La sua strategia non ha però pagato.

La volatilità elettorale e la stasi politica in Bulgaria sono ormai endemiche: il paese si avvia verso le quinte elezioni in due anni. Le drastiche variazioni nel supporto ai partiti politici non riescono tuttavia a nascondere il lento declino di quella che è stata in passato la formazione più forte e organizzata del paese: il Partito Socialista Bulgaro.

La storia del partito 

Il Partito Socialista Bulgaro (BSP) è il diretto successore del Partito Comunista: una volta il regime caduto e la democratizzazione iniziata, la vecchia nomenklatura si è riciclata all’interno del Partito Socialista. Così come in Romania, i post-comunisti hanno tenuto stretto il potere nei primi anni della transizione, contribuendo in larga parte a modellare la nuova democrazia, reggendosi su intimidazioni e pratiche autoritarie, ma anche su reti organizzative ed esperti che mancavano tra le fila delle opposizioni disorganizzate, poiché i duri regimi di Todor Živkov e Nicolae Ceaușescu avevano represso qualsiasi forma di dissenso.

La dura sconfitta subita nel 1997 ha spinto i socialisti bulgari a riformarsi e, anche sotto le spinte del Partito del Socialismo Europeo, il BSP ha iniziato ad avvicinarsi ad un più classico centro-sinistra europeo. Questo processo si è bruscamente interrotto con la nomina a capo del partito, nel maggio 1996, di Kornelia Ninova, una figura sempre più contestata.

La virata a destra

Ninova ha trasformato quello che era un partito almeno nominalmente di centro-sinistra in una formazione non lontana dall’estrema destra. Così il partito ha ad esempio iniziato una guerra contro la convenzione di Istanbul sulla violenza domestica, considerata da Ninova uno strumento per introdurre la famigerata “ideologia gender”, contro la quale si è parlato persino di un referendum. Il Partito Socialista è apertamente diventato il protettore della famiglia tradizionale bulgara e cristiana.

Emblematica della nuova linea del partito è stata la protesta organizzata dai socialisti a Gorna Orjahovica contro la costruzione di nuove case popolari: la ragione è che queste sarebbero state occupate, secondo i manifestanti, da stranieri, “jihadisti” e reietti della società.

La Russia

L’immagine del partito è stata ulteriormente compromessa da alcuni avvenimenti relativi alla guerra in Ucraina. Tradizionalmente filorussi, i socialisti si sono fortemente opposti all’invio di armi all’Ucraina. Quando un’inchiesta di Die Welt ha rivelato che la Bulgaria avrebbe fornito (di nascosto e tramite paesi terzi) un aiuto ingente all’Ucraina nel periodo subito dopo l’invasione, l’ipocrisia dei socialisti è emersa chiaramente.  Ninova ha dichiarato a Die Welt che “la Bulgaria non ha mai fornito direttamente armi all’Ucraina. Chiunque lo dichiari è un bugiardo. La Bulgaria non ha fornito neanche una cartuccia all’Ucraina”. Come vice-premier, e soprattutto come ministra dell’Economia e dell’Industria, però, Ninova era sicuramente al corrente dell’escamotage: il ministero di cui era a capo durante il governo Petkov era infatti responsabile del commercio di armi. Lei stessa, interrogata in Parlamento, aveva dichiarato che, tra marzo e giugno, l’export di armi bulgare era triplicato.

Verso la scomparsa

La strategia del conservatorismo di sinistra non ha però funzionato e il partito si avvicina attualmente al 7% nei sondaggi, cifra che, se confermata, sarebba la più bassa di sempre. E’ estremamente difficile, però, rimuovere Ninova dal suo posto: campagne diffamatorie e offensive hanno fatto terra bruciata intorno alla sua cerchia di sostenitori, e l’opposizione interna è stata quindi decimata.

Di conseguenza un nuovo partito alla sinistra dei socialisti è nato di recente, “Levitsata”. La nuova formazione sembra parlare una più classica lingua di sinistra, ma si è già detta disposta a cooperare con i socialisti (mentre questi restano scettici). In passato i socialisti sono stati molto abili ad annientare o inglobare tutti i partitini che hanno tentato di affermarsi alla loro sinistra. Accadrà lo stesso, o questa volta sarà lo storico Partito Socialista Bulgaro a scomparire?

Foto: dal profilo Facebook di Kornelia Ninova

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Al momento svolge un dottorato in Scienze Politiche e Sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa sulle coalizioni rosso-brune in Europa centro-orientale. Scrive su East Journal dal dicembre 2021.

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