Bulgaria

BULGARIA: L’ex premier Borisov vince le elezioni, ma la crisi politica resta

Nelle elezioni bulgare prevale il partito dell’ex premier Bojko Borisov e cresce l’estrema destra, ma i numeri dicono che la prospettiva di un governo stabile appare ancora lontana.

In Bulgaria, a seguito delle elezioni svoltesi lo scorso 2 ottobre, la forza di centrodestra GERB dell’ex premier Bojko Borisov raccoglie il maggior numero di voti, ma nessun partito riesce ad emergere come vincitore indiscusso. La bassa affluenza alle urne, ferma intorno al 40%, segnala che i bulgari iniziano a stancarsi di queste continue tornate elettorali.

I risultati

Secondo i dati pubblicati il giorno dopo le elezioni, il partito di Borisov vince le elezioni con il 25.4% dei voti. Nonostante il recente arresto per malversazione e irregolarità nell’uso di fondi europei nell’ambito di un’operazione condotta dalla procura europea (poi risoltasi in un nulla di fatto), Borisov è riuscito a vendere al meglio la caratteristica per cui è stato a lungo benamato anche dalle istituzioni UE: la stabilità. Poco importa che tale stabilitocrazia sia strettamente associata ad un sistema di stampo mafioso, corrotto e clientelare. Al popolo bulgaro è inoltre riuscito ad infondere sicurezza per quanto riguarda la guerra in Ucraina: bene è condannare la Russia insieme a NATO e UE, ma la guerra avrà una fine, e con essa sarà ripristinato lo storico legame della Bulgaria con la Russia.

Kiril Petkov, ultimo primo ministro politico del paese, resta forte con il suo “Continuiamo il cambiamento” (anti-corruzione, liberale) al 20%, pur avendo perso qualche consenso: i bulgari non hanno bocciato la sua politica dura contro Mosca. Salvo nuove intese, però, Petkov non riuscirà a formare un nuovo governo. Il partito che aveva fatto cadere la coalizione di cui era a capo, “C’è un popolo come questo” (populismo, anti-corruzione), non ha superato la soglia di sbarramento e sarà quindi escluso dal Parlamento: il leader del partito Slavi Trifonov non ha guadagnato nulla dalla crisi di governo a cui lui stesso ha dato il via. Gli altri partner di coalizione, i socialisti di Korneliya Ninova e Bulgaria Democratica (pro-UE, liberale, ambientalista) di Hristo Ivanov restano stabili rispettivamente al 9.3% e al 7.5%.

Il Movimento per i Diritti e le Libertà, partito della minoranza turca nel paese, ottiene il suo classico risultato intorno al 13%: essendo fortemente impiantato nella comunità turca, le sue performance elettorali dipendono più che altro dall’affluenza alle urne.

Estrema destra in crescita

Unica novità da segnalare a seguito dello scrutinio è il rafforzamento dell’estrema destra. “Rinascimento”, partito pro-Cremlino ed euroscettico, è riuscito pian piano ad arrivare al 10% grazie alle sue teorie complottiste sulla pandemia e alla sua opposizione all’implicazione della Bulgaria nel conflitto in Ucraina.

Un’altra forza di destra, “Risveglio bulgaro” (sovranista, conservatore), supera la soglia di sbarramento: il suo leader Stefan Yanev, ex primo ministro tecnico e poi ministro della Difesa nel governo Petkov, era stato espulso dalla coalizione al potere per essersi rifiutato di definire l’invasione dell’Ucraina una “guerra”. Il suo partito al momento non ha un’identità ben chiara, soprattutto in ambito economico.

Coalizione improbabile o impossibile?

Le quarte elezioni in meno di due anni non portano dunque stabilità al paese: il parlamento ne esce anzi ancora più frammentato. Se “Rinascimento” ha già aperto a qualche possibilità di coalizione con Borisov, sarà comunque difficile per quest’ultimo formare un governo coeso: l’alleanza di tutte le destre si ferma al 40%. Per avere un governo con più prospettive, Borisov avrebbe bisogno anche del partito della minoranza turca (che storicamente gioca un ruolo chiave nella formazione dei governi, alleandosi sia con il centro-sinistra ed il centro-destra); per i turchi sarà tuttavia difficile entrare in una coalizione con l’estrema destra, considerate le frequenti uscite razziste.

Tutto lascia presagire che la crisi politica non è affatto terminata.

Foto: profilo Facebook di  Boyko Borissov 

Chi è Gianmarco Bucci

Nato nel 1997 a Pescara, vive a Firenze. Si è laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Bologna con una tesi sul movimento socialdemocratico in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al momento è ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Scrive su East Journal dal dicembre 2021, dove si occupa di Europa centrale e Balcani.

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