“Un libro può essere una vigna innaffiata di pioggia e una vigna innaffiata di vino. Questo, come tutti i dizionari, appartiene alla seconda categoria.” [p.345]
Dizionario dei Chazari.
Romanzo-Lexicon in 100.000 parole. Copia Femminile
Autore: Milorad Pavić
Editore: Voland
Traduttore: Alice Parmeggiani
Numero pagine: 368
Data di uscita: 24/09/2020
Caotico e misterioso, a volte al limite della confusione, ma generoso di magnifiche invenzioni, “Dizionario dei Chazari” di Milorad Pavić è un libro singolare, nelle cui pagine ci si perde e ci si ritrova. Costruito in forma di dizionario diviso in tre parti (cristiana, islamica ed ebraica) e figurante in due copie – una maschile e una femminile – questo romanzo-lexicon in 100.000 parole sorprende e attira il lettore sia per la forma che per i contenuti.
La scrittura dell’autore serbo Milorad Pavić, raffinata e colta – magnificamente resa nella nuova traduzione italiana di Alice Parmeggiani, curata ed edita da Voland -, narra la storia tanto antica quanto mitica del popolo dei Chazari e dell’emblematica “questione chazara”.
I Chazari rimangono ancora oggi un enigma storico: erano probabilmente un popolo di origine turca che fra il VII e il X secolo si stabilì fra il Mar Caspio e il Mar Nero. La leggenda narra che questa stirpe forte e indipendente, popolo nomade e guerriero, crebbe in un potente stato-cuscinetto fra la penisola di Crimea e il delta del Volga, convertendosi al giudaismo prima di sparire per sempre. Così riporta Pavić nel libro giallo delle fonti ebraiche sulla questione chazara:
“Chazari – Popolo guerriero che abitava il Caucaso fra il VII e il X secolo, aveva uno stato potente, due flotte su due mari, il Mar Caspio e il Mar Nero, tanti venti quanti sono i pesci, tre capitali (una estiva, una invernale e una per la guerra), e anni torreggianti come pini. Professavano una religione oggi sconosciuta, adoravano il sole, scavavano i propri templi in cave di sale sotterranee o in montagne di sale.” [Libro giallo, p.217]
I Chazari si dispersero senza lasciare traccia, se non poche fonti contraddittorie e polemiche. Una polemica religiosa che viene raccontata in tre versioni nella sua copia femminile (quella maschile si differenzia per un unico paragrafo) in questo romanzo-lexicon di Milorad Pavić.
“Come giunsero in Chazaria gli ebrei?” “Dove vive il re dei Chazari?”, “A quale tribù appartiene?”: sono solo alcune delle domande di cui si discute nel volume di Pavić, che raccoglie, tra lemmi, definizioni, racconti e appendici, una corrispondenza fra i “cacciatori di sogni” delle tre grandi religioni – cristiana, musulmana ed ebraica – per capire il destino del popolo chazaro.
“Dizionario dei Chazari” è un’antologia alfabetica che abolisce i tradizionali capitoli e li sostituisce con voci da enciclopedia, suddividendo la materia narrativa – ovvero la polemica chazara – in tre parti: un libro rosso che ne raccoglie le testimonianze cristiane, uno verde con le fonti musulmane e uno giallo con le fonti ebraiche. Il volume ricostruisce la pubblicazione di un “dizionario di dizionari sull’impero chazaro” edito da tale Joannes Daubmannus nel 1691 e di cui rimangono soltanto due copie: la prima chiusa con un lucchetto d’oro e scritta con un inchiostro tipografico tossico, che uccide il lettore alla nona pagina; la seconda, di controllo, con una serratura d’argento.
Dentro le voci di questo Lexicon Cosri si smarriscono, come in un labirinto, le storie e i destini di decine di personaggi che ritornano nei tre diversi libri religiosi: la principessa Ateh, il nobile cristiano Avram Branković, Nikon Sevast (alias il Satana del mondo cristiano), il musulmano Farabi Ibn Kora, l’ebreo Samuel Coen e tanti altri.
La vera particolarità di questo romanzo, però, è racchiusa nel processo di lettura, totalmente straniante: “il lettore può usare il libro come più ritiene opportuno”; può sfogliarlo o leggerlo dall’inizio alla fine, in una volta sola, in ordine sparso, per categoria o per personaggio. Una libertà che, secondo Pavić e il suo predecessore polacco Daubmannus, ogni lettore dovrebbe avere: “Ho la sensazione“, afferma l’autore serbo, “che il romanzo sia in crisi non tanto sul versante della scrittura, quanto su quello della lettura. Siamo troppo abituati a leggere nello stesso modo, e ogni tentativo di esplorare nuovi percorsi è benvenuto. Ho scelto inoltre lo schema del romanzo-lessico perché rende più veloce la narrazione”.
In un continuo alternarsi di fonti storiche e mitiche, Pavić riprende una questione vecchia di secoli, la imbeve di elementi fantastici e mitici e ci riporta al presente con un senso di straniamento che ricorda a tratti Italo Calvino e a tratti il formalista russo Viktor Šklovskij. L’interesse per la questione chazara torna e si riaccende periodicamente, ora più che mai in “Dizionario dei Chazari” di Milorad Pavić, un manuale cabalistico tutto da scoprire, sfogliare e consultare.
Immagine: Voland