ALBANIA: L'appuntamento con Papa Francesco a Tirana

Il 21 settembre l’Albania ospita per la seconda volta un papa. La prima visita di un pontefice in un paese un tempo dichiarato ateo fu nel 1993 da parte di Papa Giovani Paolo II accompagnato da Madre Teresa di Calcutta, originaria di una famiglia albanese di Skopje. 21 anni dopo Papa Francesco viene, riportando le sue parole, “in Albania per incoraggiare un paese che ha sofferto” e un paese considerato alla periferia dell’Europa. Proprio per comunicare al meglio il significato del viaggio, la chiesa locale ha anche presentato nei giorni scorsi un logo che, in forma stilizzata, “vuole rappresentare il popolo cristiano che risorge dal sangue dei martiri e continua a camminare avendo la croce come vessillo”.

In questa visita Papa Francesco incontrerà le autorità dello Stato, i leader delle altre religioni, il clero locale e i bambini assistiti nei centri caritativi durante la visita che compirà a Tirana. Alle 11 di domenica 21 settembre il Papa presiederà la messa in piazza Madre Teresa, pronunciando l’omelia, seguita poi dalla preghiera dell’Angelus, introdotta da un altro suo breve intervento. La piazza Madre Teresa e il palazzo dei Congressi in questi giorni hanno avuto un restyling completo per volere del governo di Edi Rama. Gli uomini della sicurezza interna hanno dato precise indicazioni. La piazza Madre Teresa sara’ chiusa alle 09.00.

La prima visita di Papa Francesco in un paese sì europeo ma a maggioranza musulmana e con un’armonia religiosa senza pari nel mondo e’ un segnale importante. L’Albania è un buon esempio per tanti paesi europei, dove le differenze religiose sono marcate in maniera non altrettanto serena. La chiesa cattolica albanese è rinata venti anni fa, dopo la fine del regime dittatoriale comunista, e si è ricostruita nelle sue strutture. In Albania la vita religiosa è stata sottoposta a durissime pressioni fino alla realizzazione dell’ateismo ufficiale con il divieto, proclamato nel 1976, di ogni manifestazione di culto.

Con la presa del potere del dittatore Enver Hoxha nel ‘44 si scatenò infatti la caccia verso il clero e i fedeli considerati spie del Vaticano. Tutti i luoghi di culto furono presi d’assalto, profanati, bruciati o trasformati in depositi o magazzini. Decine di vescovi e preti furono uccisi, altri arrestati, malmenati in pubblico, inviati nei campi di lavoro. Le suore furono obbligate ad abbandonare l’abito: quelle che rifiutavano venivano gettate nei campi o inviate nude per le strade della città dopo esser state torturate.

I processi farsa a cui furono sottoposti i credenti venivano diffusi via radio e riassunti in uno speciale la domenica mattina all’ora della Messa. Per esempio Padre Anton Harapi, noto intellettuale fu processato con accuse assurde: che la chiesa cattolica avesse rinnegato le idee di Galileo Galilei e che l’inquisizione avesse bruciato Giordano Bruno. Nelle carte del processo si legge la risposte del prete intellettuale: “io non c’ero a quei tempi. Non potete accusarmi di cose successe secoli fa”. Ma erano tempi assurdi. Nella costituzione del ‘76 il dittatore Enver Hoxha scrive che l’ateismo di stato è legge e agli albanesi non è permesso recarsi in Vaticano e in Israele.

In questi giorni sono nella fase finale i lavori della Positio istruita presso la Congregazione per le Cause dei Santi dei 40 Servi di Dio trucidati all’avvento del regime. In un’ultima intervista all’arcivescovo di Scutari-Pult, mons. Angelo Massafra ha dichiarato: “I nostri “martiri” sono oggi il modello più forte di cui disponiamo per stimolare ancora di più il popolo albanese a non rinnegare le proprie origini, barattandole con gli abbagli di una cultura dominante che tende ad affogare le prerogative dei singoli popoli con l’indifferentismo. Essi sono la possibilità di rifondare l’Albania facendo leva sul positivo di una storia, anche se triste, che non può essere annullata, ma che diventa monito per il futuro”.

L’appuntamento con Papa Francesco a Tirana, in calendario per domenica 21 settembre, è speciale. Ad attenderlo in piazza Madre Teresa non ci saranno solo i cattolici ma anche ortodossi e musulmani.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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