MACEDONIA: La società civile rinasce nelle piazze

L’ondata di proteste che ha investito la Macedonia non riguarda soltanto il mondo albanese, ma anche i fino ad oggi silenti movimenti studenteschi e il mondo dell’informazione. Segno che il governo, che con il suo operato rischia di spaccare il paese, non piace nemmeno alla comunità macedo02e

Dopo le elezioni parlamentari avvenute ad aprile 2014 che hanno visto vincere la coalizione di partiti guidata dal VMRO-DPMNE, con a capo Nikola Gruevski, la Macedonia è stata investita da un’ondata di proteste. Protagonista assoluto la società civile; sintomo dell’insofferenza nei confronti di un sistema di potere consolidato unicamente all’interno del potere politico, e che non trova più le basi di consenso all’interno di diversi strati di popolazione.

A livello politico questo sistema di potere è stato denunciato dal capo dell’opposizione Zoran Zaev, il quale ha accusato l’entourage del premier Gruevski di brogli elettorali, e di avere controllo totale sull’agenda di alcuni giudici macedoni.

A livello civile il sistema di potere di cui sopra è stato oggetto di un’ondata di proteste senza precedenti. Dapprima ha colpito la minoranza albanese della Macedonia: una contestata sentenza nel luglio 2014 ha fatto esplodere rabbia e malcontento sia nei macedoni che negli albanesi. Gli omicidi e gli scontri a sfondo etnico che sono avvenuti negli ultimi tre anni hanno offerto al governo attuale lo strumento politico necessario per estromettere parte dell’opposizione dal gioco politico; le proteste degli albanesi nei confronti della sentenza ha inasprito i toni (fino ad arrivare allo scontro fisico in Parlamento) e i rapporti fra le rappresentanze politiche degli albanesi, vale a dire l’Unione democratica per l’integrazione (BDI) di Ali Ahmeti e il Partito democratico degli Albanesi (PDSH) di Menduh Thaçi.

Questi due partiti, nella fattispecie, si sono altresì appropriati dei simboli della protesta, la quale non ha avuto connotazioni politiche palesi, dal momento che è scaturita autonomamente dalla società civile non solo per rabbia estemporanea ma anche per motivi che risalgono alla mancata normalizzazione dei rapporti fra le minoranze all’interno del Paese.

I cortei non hanno avuto soltanto connotazioni etniche; dopo le proteste degli albanesi, anche il silente mondo studentesco è sceso in piazza contro il governo Gruevski. Oggetto della protesta è stata la proposta di legge del governo in base alla quale i laureandi avrebbero dovuto affrontare un ulteriore esame di Stato obbligatorio prima del conseguimento del titolo. La proposta è sembrata pertanto una prova di come il sistema politico in Macedonia provi a affermare un controllo totale sulla società, nella fattispecie sugli studenti.

Ciò che si rinfaccia al governo è la mancata trasparenza e il tentare di circuire istituti considerati liberi da logiche politiche siffatte. Questo è stato reso ancora più evidente con il caso del giornalista Tomislav Kezarovski, il quale fu condannato nell’ottobre 2013 a quattro anni di carcere per aver rivelato, all’interno di una sua inchiesta, il nome di un testimone che la polizia aveva predisposto di utilizzare all’interno del processo per l’omicidio del giornalista Nikola Mladenov. Il lavoro di Kezarovski invero è stato effettuato nel pieno delle sue facoltà di giornalista, e la condanna ha fatto nascere più di un dubbio sulla propria genuinità. La corte d’Appello di Skopje nel gennaio 2015 ha concesso un permesso di tre mesi al giornalista e ha altresì rivisto i termini della condanna: la detenzione è stata ridotta pertanto a due anni (ancora tre mesi da scontare) e parimenti è stato fatto per il permesso ridotto a un mese. La diminuzione della condanna detentiva non è bastata ad evitare che un manipolo di giornalisti (anche semplici simpatizzanti) accorresse nei pressi del tribunale che aveva emesso la sentenza e protestasse contro la decisione.

Chi è Gianluca Samà

Romano, classe 1988, approda a East Journal nel novembre del 2014. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi Roma Tre con una tesi sulle guerre jugoslave. Appassionato di musica, calcio e Balcani.

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