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GEORGIA: Tbilisi vicina all’associazione all'UE, ma c'è ancora strada da fare

Tra qualche giorno, più precisamente il 28 e il 29 novembre, a Vilnius, capitale della Lituania attualmente presidente di turno del Consiglio UE, si terrà il terzo incontro del Partenariato Orientale, progetto tramite il quale l’UE sviluppa le proprie relazioni con i paesi appartenenti all’ex area sovietica situati ai propri confini.

Bruxelles fa il punto sulle relazioni con l’Europa orientale. Ma ha già perso pezzi per strada

All’incontro, oltre ai rappresentanti dell’UE, saranno presenti anche le delegazioni dei sei paesi membri del Partenariato Orientale, ovvero Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina. Sul tavolo di discussione verranno prese in considerazione le ambizioni europee di questi paesi e per alcuni casi sarà esaminata la possibilità di una collaborazione politico-economica con Bruxelles, che dopo l’improvviso dietrofront di Kiev, evento che ha di fatto segnato l’interruzione del processo di avvicinamento dell’Ucraina all’UE, spera di non perdere per strada altri preziosi alleati. Tra i vicini orientali, fatta salva le relazioni limitate con la Bielorussia e lo stallo sull’Ucraina, le speranze di progresso sono rivolte soprattutto alla Moldavia

Delle tre repubbliche caucasiche che si presenteranno a Vilnius, la Georgia sembra essere quella più vicina alla firma di un accordo con l’UE; accordo favorito dai buoni rapporti che da anni legano le due parti e dal fatto che il nuovo governo non abbia accantonato la pista europea come molti temevano. Un passo indietro è stato fatto invece dall’Armenia, che dopo avere annunciato la volontà di aderire all’Unione doganale euroasiatica si presenterà a Vilnius ricoprendo una posizione abbastanza ambigua, nonostante le recenti dichiarazioni del primo ministro Tigran Sargsyan, il quale ha affermato che Yerevan non intende comunque abbandonare la pista europea. Sembrano procedere abbastanza bene infine le negoziazioni con l’Azerbaijan, sempre in vista di un possibile futuro Accordo di associazione, nonostante le ultime elezioni presidenziali siano state fortemente criticate dall’OSCE, che ha denunciato numerose violazioni.

La Georgia verso la firma dell’accordo di associazione e libero scambio entro il 2015

L’Unione Europea ha avviato i negoziati con la Georgia per arrivare ad un Accordo di associazione a partire dal luglio 2010.  Sempre nell’ottica di questo Accordo di associazione, nel febbraio 2012 sono iniziati i negoziati riguardanti il DCFTA (Deep and Comprehensive Free Trade Area), negoziati conclusisi con esito positivo nel luglio 2013. L’obiettivo di questi negoziati è quello di creare una zona di libero scambio al fine di favorire l’integrazione economica del paese caucasico con l’Europa. Grazie al DCFTA i prodotti georgiani potranno accedere più facilmente al mercato europeo, e aumenterà anche l’afflusso di investimenti europei in Georgia. Il DCFTA verrà incluso nell’Accordo di associazione, che sarà discusso a Vilnius e che si spera possa essere firmato entro e non oltre il settembre 2014, in modo da entrare in vigore entro il 2015.

Durante il suo viaggio in Georgia, effettuato proprio pochi giorni prima della conclusione dei negoziati riguardanti il DCFTA, il Commissario europeo Štefan Füle ha affermato che l’Unione Europea guarda con attenzione verso il paese caucasico, elogiando il Primo Ministro Ivanishvili per la recente riforma costituzionale ma evidenziando allo stesso tempo la necessità di nuove riforme all’interno della giustizia e mirate ad ottenere un rafforzamento della democrazia; tutte riforme necessarie in vista di un futuro Accordo di associazione. Il bilancio di un anno di governo del Sogno Georgiano è stato però deludente sotto questo punto di vista, soprattutto in rapporto alle grandi aspettative che si erano create alla vigilia delle elezioni dell’ottobre 2012.

Un ulteriore questione che potrà essere affrontata al summit di Vilnius sarà il problema dei conflitti “congelati”. In una bozza della dichiarazione finale che verrà presentata a Vilnius si sottolinea la necessità di rafforzare la presenza sul territorio georgiano dell’EUMM (European Union Monitoring Mission), che opera nel paese caucasico a partire dal settembre 2008, in seguito alla seconda guerra in Ossezia del Sud. Infine, già da qualche mese è stato firmato un accordo con il Ministro per l’integrazione europea che prevede un ingente aiuto economico da parte dell’UE per la gestione delle frontiere georgiane, accordo che servirà a facilitare una futura liberalizzazione dei visti.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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5 commenti

  1. “i prodotti georgiani potranno accedere più facilmente al mercato europeo”

    QUALI prodotti ?? La Georgia non produce niente ! L’unico prodotto, il vino, è escluso daglia accordi (niente scambi agricoli, i produttori UE non vogliono). La futura liberalizzazione dei visti poi è una balla spaziale, neanche tra 50 anni !

    • Mentre i Georgiani festeggiano l’accordo con la UE per ritorsione i soldati russi riprendono con la costruzione di recinzioni di filo spinato nel villaggio Ghogheti per ampliare ulteriormente i confini virtuali dell’Ossezia del Sud…. nel frattempo a Kiev almeno 500.000 manifestanti (la manifestazione più importante dopo la rivoluzione arancione) sono scesi in piazza contro il presidente e la mancata firma dell’accordo con la UE….
      Ps
      Perchè la Georgia dovrebbe avvicinarsi a una Russia:

      – che ha finanziato e appoggiato con forze paramilitari ostili a Tbilisi il distacco nel 1993 dell’Abcazia
      – da cui è stata pesantemente bombardata nel 2008
      – che occupa con forze militari il proprio territorio
      – che attua un embargo totale da 5 anni
      – il cui dialogo è essenzialmente basato sul ricatto

      • Perchè in Russia vivono un milione di georgiani, e un terzo delle famigli georgiane vive esclusivamente con le rimesse di questi emigranti
        Perchè se l’Ossezia è Georgia allora la Georgia è Russia, i georgiano vogliono l’autodeterminzaione per se ma non la riconoscono a osseti e abkhazi
        la Georgia non è stata pesantemente bombardata, le vittime civili georgiane del conflitto si contano sulle dita di due mani. La Russia non è la NATO, in quel caso i civili georgiani morti sarebbero stati migliaia

        E poi alla Russia di riavvicinarsi alla Georgia non glie ne può fregar di meno, ai russi importa solo che non vi vengano piazzate basi NATO

  2. A proposito di liberalizzazione dei visti:

    “La Bulgaria e la Romania rimangono fuori dalla cosiddetta Area Schengen, ha dichiarato oggi il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. “Purtroppo, la probabilità di raggiungere un accordo sulla questione, in sede del Consiglio dell’UE non c’è”, – ha detto lui. Così Barroso ha commentato la dichiarazione del primo ministro romeno Victor Ponta, che ha promesso alla Moldavia delle “prospettive Schengen” per l’attuazione dell’accordo di associazione con l’UE”

    La libera circolazione non la concedono neanche ai paesi membri da 10 anni, figuriamoci quanto sono credibili quando la promettono alla Georgia e alla Moldova.

  3. Caro Vlad…

    “Perchè se l’Ossezia è Georgia allora la Georgia è Russia, i georgiano vogliono l’autodeterminzaione per se ma non la riconoscono a osseti e abkhazi…” Ma ti rendi conto delle bestialità che affermi? Forse dovresti studiare un po’ di storia ed abbondonare le tipiche posizioni di “sovok” quale mi sembri essere…

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