GEORGIA: Riapre il confine con l’Ossezia del Sud?

A distanza di otto anni dalla sua chiusura, avvenuta in seguito alla Guerra russo-georgiana, il governo di Tbilisi starebbe pensando di riaprire momentaneamente il confine con l’Ossezia del Sud, regione considerata dalla Georgia territorio occupato.

La questione è emersa a partire dallo scorso giugno, quando lungo il tratto finale della Strada militare georgiana, che porta al confine Kazbegi-Verkhniy Lars, l’unica frontiera ufficialmente aperta tra Georgia e Russia, una serie di frane e allagamenti hanno iniziato a creare forti problemi di traffico, aggravato dalla numerosa presenza di camion merci armeni che ogni giorno transitano lungo il confine.

Dato che la Russia e l’Armenia non hanno confini in comune, la frontiera Kazbegi-Verkhniy Lars rappresenta l’unico modo per gli armeni di raggiungere la Russia via terra. Considerati gli stretti rapporti politici ed economici che legano l’Armenia alla Russia, il momentaneo blocco dell’unica via di terra che unisce i due paesi ha preoccupato non poco il governo di Yerevan, che per proteggere i propri interessi commerciali ha iniziato a cercare soluzioni per aggirare il problema.

Con la Strada militare georgiana paralizzata dal traffico, il governo armeno, attraverso il ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni Gagik Beglaryan, ha così provato a proporre a Tbilisi di riaprire momentaneamente il confine con l’Ossezia del Sud, ufficialmente chiuso dal 2008. L’Ossezia del Sud, territorio autoproclamatosi indipendente dalla Georgia nel 1992, attualmente è riconosciuta solo parzialmente dalla comunità internazionale (a riconoscere Tskhinvali sono Russia, Nicaragua, Venezuela e Nauru), mentre Tbilisi continua a rivendicare la sovranità sul suo territorio.

A sorpresa, il governo georgiano ha accettato di prendere in considerazione la richiesta armena, poiché, secondo quanto dichiarato dal primo ministro georgiano Giorgi Kvirikashvili, “è nell’interesse della Georgia garantire il continuo passaggio delle merci d’esportazione armene e georgiane verso la Russia”. Nel venire incontro alla richiesta di Yerevan, Kvirikashvili ha però voluto ricordare che nell’eventualità che governo georgiano decida di aprire il proprio confine con l’Ossezia del Sud, questa apertura sarebbe solo temporanea (per dieci giorni, o massimo due settimane, tempo necessario secondo le autorità georgiane a ripristinare la viabilità lungo la Strada militare georgiana), e finalizzata esclusivamente a garantire i regolari scambi commerciali con la Russia.

Come da previsione, questa notizia in Georgia ha fatto molto discutere, con il primo ministro Kvirikashvili accusato da più parti di volersi arrendere alla Russia e ai separatisti osseti, violando inoltre la legge sui territori occupati che vieta il trasporto di merci attraverso le regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud; legge che può essere sospesa solo in caso di una situazione di forza maggiore.

Dopo un primo colloquio con Kvirikashvili, il primo ministro armeno Hovik Abrahamyan ha provato a proporre l’idea anche alla Russia, che però non è sembrata troppo disponibile a prendere in considerazione l’argomento e a venire incontro alle richieste di Tbilisi. Preso atto della reticenza di Mosca, recentemente il ministro armeno dei Trasporti e delle Comunicazioni si è recato a Tbilisi, per discutere di una soluzione alternativa nel caso l’ipotesi di una temporanea apertura del confine osseto-geogriano dovesse – come sembra – essere scartata.

Attualmente i governi di Tbilisi e Yerevan starebbero valutando la possibilità di reindirizzare il traffico di camion merci verso il porto di Poti, sul Mar Nero, dove un servizio di traghetti potrebbe trasportare le merci armene da e verso la Russia.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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