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GEORGIA: Il Sogno Georgiano perde la maggioranza in Parlamento. Verso una nuova crisi politica?

Il Partito Liberale Democratico georgiano guidato dall’ex ministro della difesa Irakli Alasania ha ufficialmente lasciato la coalizione di governo Sogno Georgiano che perde così la maggioranza in Parlamento.

La causa scatenante di questo divorzio politico è l’accusa di corruzione nei confronti del Ministero della Difesa che ha portato all’arresto di diversi membri e ex membri del ministero.

Il caso risale al 2013, quando in una gara d’appalto per la posa di cavi in fibra ottica e la fornitura di apparecchiature di rete, i funzionari del ministero, secondo l’Ufficio del Procuratore capo, ne avrebbero illegittimamente incrementato il corrispettivo. Nella gara d’appalto è stata accettata l’offerta di Silknet – uno dei principali operatori nel settore delle telecomunicazioni – per un contratto 6.7 milioni di GEL (circa 3 milioni di euro) quando il reale prezzo di mercato sarebbe stato 2.6 milioni di GEL (circa 2 milioni di euro). Da qui l’accusa di aver sprecato 4,1 milioni di GEL (circa 1.8 milioni di euro) di fondi pubblici.

Negli ultimi anni il Ministero della Difesa ha considerevolmente aumentato la trasparenza nelle gare d’appalto, chiamando anche rappresentanti di organizzazioni non-governative come osservatori. Infatti, nella risposta alle accuse dei procuratori, Alasania ha sottolineato la partecipazione del Ministero al Programma NATO Building Integrity che mira a rafforzare integrità, trasparenza e responsabilità nei paesi partecipanti, nonché a diminuire il rischio di corruzione nei settori di difesa e sicurezza. Le riforme approvate dal Ministero hanno ricevuto anche il giudizio positivo degli esperti del Consiglio del Nord Atlantico, che le hanno indicate come esempio per altri paesi.

Tuttavia il governo e la coalizione Sogno Georgiano hanno percepito un certa resistenza alle indagini da parte di Alasania avendo egli dichiarato che gli arresti di diversi funzionari del Ministero della Difesa costituirebbero un attacco alla scelta euroatlantica georgiana. Secondo il governo, queste illazioni spingono verso una politicizzazione del Ministero della Difesa e delle Forze Armate, con gravi conseguenze  non solo per la sicurezza del paese, ma anche sull’operatività del governo. Così, il 4 novembre, il primo ministro Irakli Garibashvili ha annunciato di aver rimosso il ministro Alasania dai suoi incarichi.

Da questo momento in poi si è innescata una catena di dimissioni. In primis del ministro per l’integrazione europea e euroatlantica Alex Petriashvili. L’ex ministro ritiene che le accuse nei confronti del Ministero della Difesa siano un chiaro attacco politico, aggiungendo di non voler far parte di un consiglio di gabinetto dove il Capo del Governo non ha fiducia nei suoi alleati.

La scelta di Petriashvili è stata condivisa anche dal ministro degli affari esteri Maia Panjikidze, che ha annunciato, in una breve conferenza stampa, il ritiro suo e di molti membri del suo staff dalla coalizione Sogno Georgiano.

Il Primo Ministro Garibashvili ha invitato tutti i membri della coalizione (compresi gli ex ministri) a partecipare a una riunione di Sogno Georgiano, convocata il 5 Novembre. Alasania stesso ha preso parte a questa riunione con gli altri membri del Partito Liberale Democratico, ma solo per annunciare a dieci minuti del suo inizio il ritiro del partito dalla coalizione di governo.

Immediata l’accusa di sabotaggio verso il paese da parte del governo. Garibashbili ha aggiunto che i membri del Partito Liberale Democratico sembrano preferire la solidarietà interna  agli interessi della Georgia. Il primo ministro non ha mancato poi di sottolineare la rilevanza dei legami familiari, essendo l’ex Ministro degli Esteri cognata di Alasania.

La comunità internazionale è rimasta però colpita e allertata da questi cambiamenti. L’ambasciatore americano in Georgia Richard Norland ha invitato il parlamento a non speculare sulla rimozione dell’ex Ministro della Difesa e a continuare nel percorso d’integrazione euroatlantica. Invece il rappresentante NATO per la regione del Caucaso e del Centro Asia James Appathurai ha pubblicamente ringraziato i tre ex ministri per il loro lavoro e impegno nello sviluppo della Georgia e nel percorso di integrazione euroatlantica, aggiungendo un ringraziamento speciale per la loro amicizia.

Anche nell’Unione Europea questi cambiamenti hanno creato qualche preoccupazione. Alcuni funzionari come il Ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius e l’ex Ministro degli Esteri svedese e promotore dell’allargamento a est dell’Unione Europea Carl Bildt temono un cambio di politiche, magari verso la Russia che sicuramente vedrà di buon occhio questa instabilità politica.

Per rassicurare i paesi occidentali, Garibashvili ha ripetutamente e fortemente sottolineato che la scissione interna alla coalizione di governo  non comporterà alcun cambiamento nella politica estera del paese, per la quale la scelta euroatlantica rimane irreversibilmente la linea guida.

Ma  il numero e la portata delle accuse e degli arresti di ex o attuali membri del governo ha fatto riaffiorare i dubbi sull’uso politico della giustizia, un problema non estraneo alla politica georgiana sia prima che dopo la salita al potere della coalizione Sogno Georgiano.

Inoltre, nonostante membri del governo come il vicepremier Kakha Kaladze non vedano nelle dimissioni e nei cambiamenti del governo una crisi politica, la scissione di Liberali Democratici sottrae alla coalizione Sogno Georgiano la maggioranza in parlamento.

Il parlamento georgiano conta 150 membri e una coalizione deve annoverare almeno 76 seggi per ottenere la maggioranza parlamentare e Sogno Georgiano si trova attualmente con soli 73 membri, dopo il ritiro dei 10 Liberali Democratici.

Il partito di opposizione Movimento Nazionale Unito, guidato dall’ex presidente Saakashvili, ha già offerto ai Liberali Democratici di cooperare, proposta rifiutata da Alasania per divergenze sostanziali di visione politica. Quest’ultimo non ha tuttavia escluso una futura collaborazione con altri partiti con ideali simili al suo, ma per il momento la situazione all’interno del parlamento rimane instabile.

Foto: Brookings Institution

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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