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UCRAINA: Le trattative vanno avanti, mentre a Donetsk si continua a sparare

E’ una tregua guerreggiata dai contorni indefiniti quella che nell’ultimo periodo ha caratterizzato il conflitto nel Donbass. E’ passato più di un mese dalla firma del protocollo di Minsk che delineava la cosiddetta “road map for peace” per l’Ucraina. Dei punti sui quali si sono accordati i rappresentanti delle parti in causa sotto l’egida dell’OSCE e del seguente memorandum (versione in inglese) firmato il 19 settembre, però, l’unico risultato tangibile è stata una vaga (seppur significativa) legge sullo status speciale di alcuni territori del Donbass approvata dalla Verkhovna Rada. Mentre gli attori coinvolti continuano a portare avanti trattative a diversi livelli, a Donetsk si continua a sparare e a morire.

Brucia l’aeroporto

Il primo di ottobre, giorno in cui con un mese di ritardo rispetto al resto del paese, molti ragazzi sono tornati tra i banchi, un colpo d’artiglieria ha colpito la scuola N°57, a pochi chilometri dall’aeroporto di Donetsk, lasciando almeno 9 vittime tra insegnanti e genitori. Proprio l’aeroporto, controllato dalle forze governative, è l’epicentro dei principali scontri dopo gli accordi di Minsk. Trovandosi a pochi chilometri a nord rispetto al centro di Donetsk e praticamente all’interno del perimetro cittadino, l’aeroporto è strategicamente fondamentale nell’eventualità di una ripresa degli scontri su ampia scala. L’obiettivo dei bombardamenti da parte dei separatisti sembra proprio quello di allontanare le truppe governative, assicurandosi un punto strategico importante da rivendere sui numerosi tavoli di trattativa aperti e limitare le opzioni militari (e di rifornimento) a disposizione di Kiev. Non ci sono certezze, ma sembra probabile che il mortaio finito sulla scuola, cosi come quello che lo stesso giorno ha colpito un mini-bus uccidendo altri 6 civili, provenisse proprio da una delle zone controllate dai separatisti e fosse destinato a colpire l’aeroporto.

Scambio di prigionieri e di accuse

Anche il rilascio dei prigionieri previsto dagli accordi, lungi dal creare fiducia e solidificare la fragile tregua, ha causato una serie di polemiche tra i rappresentanti del RPD e Kiev. Mentre un numero indefinito di soldati ucraini, catturati durante i mesi di scontri, rimangono ancora nelle mani dei separatisti, numerosi dubbi si sono sollevati sulla correttezza delle parti nelle operazioni di scambio. In effetti, la modalità di “1 a 1” concordata per lo scambio ha lasciato Kiev con poche possibilità di veder tornare la maggioranza dei propri soldati. Gli ultimi giorni di scontri durante il mese di agosto e la completa disfatta della Guardia Nazionale e delle truppe paramilitari presso Ilovaisk, ha permesso ai separatisti di catturare un numero altissimo di prigionieri. Secondo alcune testimonianze, riportate da Andrew Kramer su New York Times, non sembrano così infondate le rimostranze dei ribelli che hanno più volte accusato Kiev di scambiare criminali comuni con i prigionieri militari.

Più controverse, invece, sono le informazioni che riguardano la scoperta, da parte dei ribelli, di alcune presunte fosse comuni nelle zone periferiche di Donetsk, vicino a Nizhnya Krynka, villaggio abbandonato dalle forze di Kiev a metà settembre. I media russi (come RT e RiaNovosti) hanno dedicato molto spazio a questa notizia nelle ultime settimane, mentre i rappresentanti diplomatici di Mosca hanno chiesto a gran voce un indagine internazionale sui fatti, incolpando indirettamente le forze fedeli a Kiev. In attesa di conferme la notizia ha trovato, invece, molto meno spazio nelle principali testate occidentali. Il report OSCE pur confermando la presenza di rappresentanti della Missione Speciale sul luogo delle “presunte fosse comuni”, ha minimizzato il numero dei corpi presenti e sottolineato l’incapacità di “fornire una valutazione forense dei siti in questione”. Nessuna informazione è stata inclusa nell’ultimo report del OHCHR (per il periodo che va dal 16 agosto al 16 settembre), anche se Gianni Magazzeni, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, notando l’impossibilità di accedere ai siti in questione per ragioni di sicurezza, ha espresso la necessità di un’indagine oggettiva sui fatti.

“Paura e odio a Debaltsevo”

Sotto il fuoco dell’artiglieria è finito anche il centro abitato di Debaltsevo, situato a nord-est di Donetsk, sullo snodo stradale di valenza strategica che collega il capoluogo della regione a Lugansk. La cittadina di circa 25000 abitanti è sotto il controllo delle truppe di Kiev e nelle ultime settimane ha subito numerosi colpi di artiglieria da parte dei ribelli. Un reportage intitolato “Paura e odio a Debaltsevo” di Hromadske tv, canale indipendente online la cui popolarità è cresciuta esponenzialmente durante le manifestazioni a Kiev, ha riportato alcune testimonianze della popolazione smarrita, riassumendo in pochi minuti il sentimento di completa sfiducia, non solo nei confronti dei separatisti, ma anche della strategia militare di Kiev.

Fragili tentativi di dialogo

Tra colpi di artiglieria e accuse reciproche continua, intanto, il dialogo tra le parti, anche se il memorandum di Minsk sembra ancora un documento troppo ambizioso e molto vago. Non trovano conferme da parte del Ministero degli Interni le recenti dichiarazioni del leader dei separatisti, secondo il quale le autorità della RPD avrebbero firmato un accordo con Kiev sulla “cessazione di ogni attività militare”. Le parole di Zakharchenko, riportate da alcune agenzie, implicherebbero la creazione di una “buffer zone” (in linea con il memorandum) con l’abbandono da parte delle truppe ucraine di alcuni centri sotto il loro controllo.

A pochi giorni dalle elezioni in Ucraina (fissate per il 26 ottobre) le strategie di Kiev e dei ribelli potrebbero, però, non coincidere. Nella totale assenza di fiducia reciproca e con obiettivi politici divergenti, la tregua sembra destinata a rimanere appesa ad un filo e non si può ragionevolmente escludere un escalation nei giorni immediatamente precedenti alla domenica del voto. Un’occasione per riaprire il dialogo potrebbe essere rappresentata dall’incontro tra Poroshenko e Putin al vertice del forum euroasiatico (ASEM) a Milano, nella speranza che i due presidenti possano dare una spinta decisiva all’implementazione di almeno una parte degli accordi di Minsk.

Chi è Oleksiy Bondarenko

Nato a Kiev nel 1987. Laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Bologna (sede di Forlì), si interessa di Ucraina, Russia, Asia Centrale e dello spazio post-sovietico più in generale. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in politiche comparate presso la University of Kent (UK) dove svolge anche il ruolo di Assistant lecturer. Il focus della sua ricerca è l’interazione tra federalismo e regionalismo in Russia. Per East Journal si occupa di Ucraina e Russia. Collabora anche con Osservatorio Balcani e Caucaso.

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26 commenti

  1. ….. Non ci sono certezze, ma sembra probabile che il mortaio finito sulla scuola, cosi come quello che lo stesso giorno ha colpito un mini-bus uccidendo altri 6 civili, provenisse proprio da una delle zone controllate dai separatisti e fosse destinato a colpire l’aeroporto.
    Se non ci sono certezze e SEMBRA PROBABILE se non ha certezze perché scrive certe cose?
    Da quando i “terroristi” asserragliati in città sparando verso l’aeroporto ammazzano i propri figli a scuola e i propri cari?
    Mi sembra molto azzardata e poco verosimile come PROBABILITÀ .

  2. Come spesso in queste occasioni, tutti dicono certe cose e ne pensano altre.
    I separatisti, adesso che, correndo dietro ai carri armati russi, sono riusciti a scampare al disastro militare, non hanno nessuna intenzione di rinunciare ai “loro” successi e continuano indifferenti a rosicchiare dove possono per allargare la zona da loro controllata (che, ricordiamolo, è pur sempre più limitata di quella iniziale).
    I russi si stanno rendendo conto che ne prima la Crimea, ne adesso la guerra nell’Est Ucraina sono stati sufficienti a destabilizzare il governo di Kiev, anzi quest’ultimo rilancia ogni volta: domanda adesione UE entro cinque anni, status di alleato USA e accordi più stretti con la Nato.
    Putin si prepara a giocare la carta del gas, ma anche quella lo trova impegnato in una partita a tre con UE e Ucraina dall’altro lato del tavolo, e gli esiti sono quanto mai incerti.
    Di certo si ritrova con le “repubblichette” di cui ora non sa molto bene cosa fare ma possibili focolai di un ultranazionalismo destabilizzante, a cui aggiungere i profughi, molti con passaporto russo, i costi sempre più alti della russificazione della Crimea, il rublo ai minimi e gli investitori e i capitali (anche russi) che se ne vanno con sempre maggior velocità.
    Il governo di Kyiv che avendo accettato la sconfitta militare dopo l’invasione russa, deve ora fronteggiare i “volontari” che rivendicano il loro impegno e i coscritti che sperano di portare a casa la pelle. Al momento regge e non rinuncia a nessuna opportunità (vedi la strana permanenza nella C.I.S.). L’importante è arrivare alle elezioni del 26 e poi tenere ferma la rotta di allontanamento da Mosca.
    Come si suol dire, qualche santo aiuterà.

    • Di certo si ritrova con le “repubblichette” di cui ora non sa molto bene cosa fare ma possibili focolai di un ultranazionalismo destabilizzante, a cui aggiungere i profughi, molti con passaporto russo, i costi sempre più alti della russificazione della Crimea, il rublo ai minimi e gli investitori e i capitali (anche russi) che se ne vanno con sempre maggior velocità.
      …a breve vedremo il declino, lo sgretolamento e il crollo della Russia.

      • Non sarei così ottimista circa il destino politico di Putin (e non della Russia, distinguiamo).
        Noto, sempre con dispiacere, l’abitudine a rispondere ai fatti che dovrebbero essere eventualmente contestati e non esorcizzati con (faticosa) ironia.

        • Здравствуйте добрый день!
          Era solo per sottolineare che forse ha un po’ esagerato con i nefasti presagi.
          Спасибо

          • Che strano, l’Ucraina “bollita” e sull’orlo del collasso politico e economico è doverosa verità. Per la Russia l’evidente affanno e crisi economici e i seri problemi politici e sociali sono esagerati “nefasti presagi”.

          • Ma vede a me risulta che l’FMI abbia dato un bel po’ di soldini al governo ucraino per salvarla dal defoult lo stesso lo abbia fatto la EU e lo stesso gli USA e nn si sa neanche se riusciranno nell’impresa di nn farla fallire (ma speriamo la salvino), mentre non mi risulta che tutte queste organizzazioni e stati abbiano fatto lo stesso con la Russia, ma probabilmente Lei è molto più informato di me e avrà saputo leggendo qua e la che UE,USA , e FMI stanno salvando l’economia russa dalla crisi che la coglierà per la fuga di capitali stranieri e russi!
            Mentre a me risulta che al collasso ci sia EU e ovviamente Italia per colpa di stupide sanzioni applicate su suggerimento USA che portano solo danno, disoccupazione deficit ai nostri paesi!
            Mentre alla Russia grosso danno non portano visto che può rivolgersi ad altri mercati!

          • Errata corrige: default

          • Guardi, la mia era solo una battuta: siamo sempre all’apologo del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto applicato di volta in volta a secondo delle proprie convinzioni.
            Circa chi sia più colpito dalle sanzioni, vedi quanto sopra.
            Mai affermato che FMI, EU o USA debbano salvare la Russia, mentre direi che i minimi del rublo o la fuga di capitali siano sotto gli occhi di tutti. Che poi questi non rappresentino un problema, vedi quanto sopra.

  3. 13 ottobre – La Russia sta spostando alcune delle sue truppe dal confine ucraino, – ha comunicato il portavoce del Centro Informazioni del Consiglio di Sicurezza e di Difesa Nazionale Andrii Lysenko. Rispetto al 1 ottobre, il numero dei militari al confine con l’Ucraina si è ridotto di 2 mila persone. L’OSCE invece ha detto di non avere informazioni riguardo al ritiro delle truppe russe dal confine.

    13 ottobre – La Polonia ha ridotto le forniture inverse di gas all’Ucraina di 1,4 volte in 10 giorni del mese di ottobre, cioè di 28,1 milioni di metri cubi. A settembre, il Financial Times inglese ha scritto che “Gazprom” ha deciso di limitare le forniture di gas verso l’UE per limitare le forniture inverse di gas verso l’Ucraina, alla quale esso stesso aveva bloccato le forniture già nel mese di giugno e la quale per mezzo dell’acquisto del gas dall’UE vuole coprire il deficit. Le maggiori possibilità di fornire gas all’Ucraina ce le ha la Slovacchia che ha dato il via alle forniture inverse all’inizio di questo mese.

    13 ottobre – Il presidente Petro Poroshenko ha proposto al Parlamento la candidatura di Stepan Poltorak come ministro della Difesa. Poltorak è stato comandante della Guardia Nazionale dell’Ucraina.

    13 ottobre – Il Ministero degli Affari Interni ha intenzione di aumentare il numero dei posti di blocco intorno a Kyiv alla vigilia delle elezioni, – ha detto il capo della polizia di Kyiv Oleksandr Tereschuk.

  4. 2 ottobre – Le formazioni e le unità del distretto militare del sud hanno iniziato a tornare alle loro basi, – ha comunicato il servizio stampa ed informazioni del Ministero della Difesa della Federazione russa.

    12 ottobre – Il presidente Petro Poroshenko ha accettato le dimissioni del ministro della Difesa Valerii Heletey. Il servizio stampa ha comunicato che il presidente ha espresso il proprio consenso ad un cambio della direzione del dipartimento militare. Il presidente ha intenzione di proporre al Parlamento la candidatura di un nuovo ministro della Difesa già il 13 ottobre.

    12 ottobre – La fregata USS Mount Whitney della sesta flotta degli Stati Uniti ha passato lo stretto del Bosforo ed è entrata nel Mar Nero. Nello stesso tempo, nel Mar Nero sono entrate anche altre navi da guerra americane. In particolare, è stato registrata l’entrata del cacciatorpediniere USS Cole DDG67 il 10 ottobre. Non sarà per supportare la libertà delle elezioni in Ucraina?

    12 ottobre – Del ritorno delle truppe ucraine dalla zona dell’ATO nelle loro posizioni abituali non si può parlare al momento, – ha detto il presidente Petro Poroshenko. – “Siamo concentrati sulla preparazione per l’inverno; la questione del ritorno delle nostre truppe dalla zona ATO nei posti di dislocazione abituali è fuori luogo in questo momento”.

    12 ottobre – La autoproclamata “Repubblica Popolare di Donets’k” (DNR) intende indire le elezioni di un “Parlamento” e di un “Capo dello Stato” per il 2 novembre. Lo ha annunciato ad una conferenza stampa l’autoproclamato “capo della Commissione elettorale centrale” della DNR Roman Lyagin. Ci saranno delle elezioni nelle aree controllate dai militanti, ma si tratta unicamente di elezioni previste da leggi ucraine, – ha detto il presidente Petro Poroshenko.

  5. 14 ottobre – Nel villaggio di Sartana nei sobborghi di Mariupol i terroristi russi hanno sparato dai sistemi “Grad” contro il posto di blocco delle forze dell’ATO, – ha detto il capo del centro stampa dell’ATO Vladyslav Selezniov.

    14 ottobre – Il battaglione del Ministero degli Affari Interni “Dnipro-1” ha eliminato a Telmanovo (regione di Donets’k) un gruppo sovversivo russo del noto terrorista “Cecèn” e del generale russo Sergei Andreichenko, il quale a quanto pare si occupava del coordinamento della loro attività terroristica.

    14 ottobre – I prezzi del petrolio continuano a scendere. I futures sul petrolio Brent sono diminuiti nel prezzo del 2,95% – circa 86,27 dollari al barile, – comunica Bloomberg. Ciò ha un impatto molto negativo sull’economia russa, il cui bilancio è legato al prezzo del petrolio fisso a 90 dollari al barile.

    14 ottobre – Il presidente Petro Poroshenko ha definito gli eventi sotto il Parlamento, quando si sono presentati i soldati chiedendo la smobilitazione come un tentativo di Putin di aprire un nuovo fronte interno in Ucraina. Poroshenko ha dichiarato: “Siamo riusciti a far fronte al tentativo di screditare l’esercito ucraino”. Come si sa, sotto il Parlamento c’è stata una rissa. Degli sconosciuti mascherati hanno cercato di prendere d’assalto l’edificio del Parlamento, per cui c’è stato uno scontro con i soldati della Guardia Nazionale. Gli sconosciuti hanno attaccato con bastoni e catene di ferro. A seguito dello scontro 15 soldati sono stati feriti. Sono stati presi 50 violatori della legge.

    14 ottobre – L’azienda ucraina “Naftogaz” ha fatto appello alla corte arbitraria di Stoccolma per rivedere i contratti con la “Gazprom” russa riguardo al transito del gas russo verso l’UE e al risarcimento per il mancato transito.

  6. …14 ottobre – Il presidente Petro Poroshenko ha definito gli eventi sotto il Parlamento, quando si sono presentati i soldati chiedendo la smobilitazione come un tentativo di Putin di aprire un nuovo fronte interno in Ucraina. Poroshenko ha dichiarato: “Siamo riusciti a far fronte al tentativo di screditare l’esercito ucraino”. Come si sa, sotto il Parlamento c’è stata una rissa. Degli sconosciuti mascherati hanno cercato di prendere d’assalto l’edificio del Parlamento, per cui c’è stato uno scontro con i soldati della Guardia Nazionale. Gli sconosciuti hanno attaccato con bastoni e catene di ferro. A seguito dello scontro 15 soldati sono stati feriti. Sono stati presi 50 violatori della legge….

    Adesso però far passare delle manifestazioni di pravi sector&c. , per dei facinorosi pagati da Putin per creare un fronte interno mi sembra un po’ grossa ….forse anche l’alluvione di Genova è colpa di Putin visto che non si son fatti i lavori sul Bisagno, li avrà ostacolati lui per creare problemi ad un paese Nato.

  7. http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/esteri/2014/10/14/foto/rada_kiev_parlamento_scontri-98092486

    http://it.euronews.com/2014/10/14/ucraina-scontri-tra-ultranazionalisti-e-polizia-a-kiev-decine-di-arresti/

    In realtà il motivo dei tafferugli è il seguente:

    Scontri e tafferugli davanti alla Rada, dove alcune centinaia di nazionalisti hanno cominciato ad attaccare la polizia lanciano molotov e fumogeni per la mancata approvazione di una legge che doveva riconoscere l’Upa – l’ esercito nazionalista per la liberazione dell’Ucraina – come parte del conflitto della seconda guerra mondiale.

  8. Mi sembra che si confonda (ad arte?) due diversi avvenimenti:
    A) la “protesta” dei militari (coscritti) che chiedevano di essere smobilitati, dopo aver prestato servizio nell’est del paese
    B) la violenta manifestazione di facinorosi incappucciati che si sono scontrati con la polizia.
    Evidentemente il presidente Petro Poroshenko si riferiva al primo; gli scontri violenti e gli articoli citati al secondo.

  9. SI, ci sono tanti putler anche in Italia, dove cè corruzione, ladri, e banditi come lui, dove non pensano della vita della gente semplice, solo per i suoii soldi e suoi interessi

    • Ma vede alla gente semplice di ucraina non credo cambierà molto passare da Mosca e Putin a Bruxelles e la Merckel,personalmente non so cosa sia meglio, anzi mi correggo probabilmente cambierà in termini di costi di energia beni servizi tutto costerà come in europa, quindi di più, la disoccupazione non sparirà anzi probabilmente aumenterà, non è che chi è in europa non è disoccupato, i paesi come Germania Francia Inghilterra non saranno tutti li ad accogliere a braccia aperte cittadini ucraini,che prima o poi potranno senza visti entrare in EU, già rifiutano, Rumeni, Polacchi bulgari e anche Italiani; la corruzione dei politici non sparirà di certo, visto che anche l’Europa non è indenne .
      Un esempio la Georgia dove è successo una cosa simili all’Ucraina con regioni contese e una guerra gli aiuti EU l’appoggio Nato ma basta la situazione tale era e tale è rimasta.
      Rimane solo una questione di scelte di qua o di la, la Moldavia, o la Bulgaria o la Romania non sono diventate la Germania solo perché fanno parte dell’Europa, e anche in Italia chissà se ci abbiamo guadagnato o perso, il sogno di vedere un giorno un’ucraina diversa da quello che è adesso non è legato all’appartenza alla EU o meno ma solamente dai cittadini ucraini, di migliorare il proprio paese.

  10. 15 ottobre – I ministri degli Esteri di Germania e Francia hanno invitato le parti a dare esecuzione a tutti i punti del memorandum di Minsk riguardante la soluzione della situazione in Ucraina. Secondo le parole del ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, nella zona del conflitto è necessario creare le condizioni per un controllo delle frontiere veramente efficace.

    15 ottobre – La Polonia ha proposto all’Ucraina la vendita delle proprie attrezzature militari e dell’equipaggiamento invernale per i soldati ed attende una risposta a questa proposta, – ha detto il generale polacco, ex vice ministro della Difesa Waldemar Skrzypczak.

    15 ottobre – La NATO ha fatto capire che l’Alleanza si aspetta che le truppe russe vengano ritirate dalla regione della Russia confinante con l’Ucraina, ma che per ora non si è visto alcun “movimento significativo” in questa direzione, – ha detto il comandante supremo delle forze NATO in Europa Philip Breedlove.

    15 ottobre – I negoziati tra i presidenti di Russia ed Ucraina che si terranno a Milano questo venerdì non risolveranno la crisi nel Donbas, ma hanno comunque un’importanza decisiva, – ha detto l’ambasciatore dell’Ucraina in Polonia Andrii Deshchytsia.

    15 ottobre – Il Primo Ministro dell’Ucraina Arsenii Iatseniuk ha dichiarato che l’Ucraina sta determinando autonomamente la linea di confine con la Russia in quelle zone in cui la demarcazione non è completata. La Russia, ovviamente, è contraria alla determinazione di un confine fisso con l’Ucraina.

    15 ottobre – Il Ministero degli Affari Esteri ha annunciato la morte di 68 militari e 51 civili ucraini nel periodo del cessate il fuoco nel Donbas.

  11. La ricostruzione, definita come probabile, dei colpi di mortaio sulla scuola e sul mini-bus è alquanto fantasiosa. Comunque noto con disappunto il silenzio su tutte le bombe che sono continuate a cadere sulla città di Donetsk e che hanno provocato diversi morti: perchè non viene detto in questo articolo? Riguardo le fosse comuni, da voi freddamente definite “presunte”, vorrei far notare che i media occidentali si erano mobilitati nel caso del Kosovo per molto meno con fulminea prontezza. Ed ora dove sono? Perchè le richieste avanzate dalla Russia di una indagine indipendente e certamente necessaria vista la gravità dei fatti e le ripetute violazioni dei diritti umani in Ucraina dal golpe di febbraio in poi, non trovano seguito? L’informazione in occidente sta affogando in un mare di ipocrisia! Per non parlare dei governi di questi paesi…..

    • Questo è l’ultimo di una lunga serie di bombardamenti da parte dell’esercito di Kiev, dei quali, ripeto, con disappunto noto che non avete fatta menzione, Cercate di essere un poco obiettivi, per favore, almeno un poco.

      http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_18/Nei-bombardamenti-di-Donetsk-2-vittime-3972/

      • caro Paolo

        e la Voce della Russia le sembra una fonte attendibile? E poi cosa? ma quando parla di obiettività cosa ha in mente, la Voce della Russia? proprio obiettiva. Dovremmo fidarci delle fonti finanziate dal Cremlino? E’ chi mette i soldi che decide la “verità”. Cordialmente

        • Cara redazione ma se un lettore cita come fonte la voce della Russia dite che non è attendibile, e posso anche darvi ragione, per carità, ma nel contempo non potete non sottolineare altrettanto quando un altro lettore cita Ukraina Pravda, questa secondo Voi è attendibile?
          Perché altrimenti due metri e due misure!

          • caro Alberto

            provo a risponderle premettendo che il peso e la misura sono sempre unici, ma che nell’applicarle noi seguiamo la nostra sensibilità. La sensibilità di chi non crede agli organi di stampa dipendenti dai regimi, ed è scettico nei confronti di media finanziati da enti pubblici che possono (come nel caso della Rai) influenzare la linea editoriale (a causa dell’ordinamento interno). Diamo invece un certo credito agli organi di informazione indipendenti o nei quali l’ente pubblico non interviene malgrado finanzi (come la BBC). Non è “l’obiettività” che ci interessa (non esiste l’obiettività nel giornalismo) ma l’onestà, e crediamo che un media indipendente abbia più possibilità di essere onesto, non lavorando al soldo di qualcuno. Poi, certo, può esistere un grado di politicizzazione interno che rende il media indipendente assolutamente non obiettivo (poniamo il caso del Manifesto…) ma proprio a causa della sua autonomia è una voce da prendere in considerazione perché offre una chiave di lettura diversa dei fatti.

            E arriviamo a Ukrainska Pravda. Per chi non lo sapesse, Ukrainska Pravda è il quotidiano, in lingua ucraina, fondato da Georgiy Gongadze, giornalista indipendente ucciso nel 2000 dalle squadracce agli ordini dell’allora presidente Kuchma (il padrino politico di Yanukovich). Nel 2004 il giornale è stato una voce della Rivoluzione Arancione e tra i più aspri critici del regime di Yanukovich. Oggi il giornale è guidato da Olena Prytula, compagna di Gongadze, che – pur essendo russofona – ha sempre voluto mantenere il quotidiano in lingua ucraina. Già questo mi pare un elemento interessante. La proprietà fa capo alla stessa Prytula. Il giornale, a metà agosto, denunciò gli abusi delle forze fedeli a Kiev in Ucraina orientale. In particolar modo accuso la Guardia Nazionale e il battaglione Azov di “crimini contro l’umanità”. Altro elemento interessante.

            E’ un quotidiano indipendente. Alla luce di queste accuse dimostra un certo grado di onestà – perché denuncia i “suoi”, malgrado sia chiaramente un giornale d’ispirazione “arancione” – anche se so benissimo che, per quel giornale, vi scriveva anche Tatiana Chornovol, la giornalista pestata a sangue lo scorso Natale. Chornovol è una nazionalista radicale e il suo compagno è stato ucciso nel Donbass mentre combatteva in uno dei battaglioni nazionalisti paramilitari.
            C’è quindi anche del “nazionlismo estremo” in Ukraynska Pravda? Forse sì, ma questo non lo rende del tutto inaffidabile se riesce a criticarlo come fin qui ha fatto. Ecco perché – se rifiuto La Voce della Russia – credo invece che UP si possa prendere, benché con le pinze.

            Spero di avere risposto. Saluti

            Matteo

          • Cara Redazione questa la chiamo non obiettività: “Non ci sono certezze, ma SEMBRA PROBABILE che il mortaio finito sulla scuola, cosi come quello che lo stesso giorno ha colpito un mini-bus uccidendo altri 6 civili, provenisse proprio da una delle zone controllate dai separatisti e fosse destinato a colpire l’aeroporto”. Quale è la vostra fonte indipendente? Nessuna. Una mera supposizione, contorta e del tutto priva di ogni buon senso. Ma naturalmente sfavorevole ai filorussi.
            Sembra del tutto ovvio che a bombardare siano state le forze del governo golpista e non i separatisti; l’aereoporto, per quanto possa essere vicino alla città è comunque all’esterno. D’altra parte sono mesi che quell’esercito bombarda le città dell’est ed UCCIDE I CIVILI (e stanno continuando tutt’ora). Vi sono migliaia di foto su internet e video su youtube che lo attestano, anche se voi non vi siete mai degnati di fare un articolo su questi bombardamenti e men che meno di mostrare una qualche foto delle terribili uccisioni dei civili. O tutte ciò che attesta i crimini del governo di Kiev è fonte inattendibile? Stando al vostro sito, le immani distruzioni della città di Donetsk e delle altre città non vi sono mai stati. Dall’inizio della operazione sono morte quasi 3.700 (dati dell’Onu). CHI HA UCCISO I CIVILI? Il fatto che la grande stampa in occidente abbia taciuto e continui a farlo è segno di indipendenza, secondo voi?

            Il vostro modo di valutare ciò che è attendibile oppure no è alquanto curioso. Mi lasci dire che le sue spiegazioni circa l’attendibilità del quotidiano ultra-nazionalista “Ukrainska Pravda” mi lasciano del tutto perplesso. Ma siamo sempre lì: due pesi e due misure. Qui vi è un servizio di RT del tutto obiettivo circa una notizia dell’ultima ora sulla questione dell’aereo abbattuto. Come si può notare se il criterio di attendibilità di una testata è quello di dare notizie “sfavorevoli” al proprio campo, allora RT è attendibile.

            Vado su internet e vedo CON I MIEI OCCHI che a Mariupol a Maggio dei soldati delle milizie (naziste) sparano a dei civili che si avvicinano con immane coraggio, a mani alzate e senza armi e LI UCCIDONO. Voce della Russia ne parla e ne dà notizia coem si conviene e voi no! CHI E’ OBIETTIVO? Adfesso la domanda: se un crimine CONTRO L’UMANITA’ di tal fatta e perpretato in modo così brutale fosse stato commesso dai filorussi vi sareste comportati allo stesso modo? Dov’è allora la vostra obiettività?
            Potrei moltiplicare gli esempi di questo tipo, tutti ad indicare che il criterio per valutare l’obiettività di una fonte E’ LA VERITA’ DELLA NOTIZIA e questa si attesta attraverso le verifiche incrociate. Voi avete avuto il buon senso di non parlare di Invasione da parte della Russia. Ma quando il Corriere della Sera titola a grandi colonne che la Russia aveva invaso l’Ucraina, qual’era la fonte di una tale fandonia? Il governo di Kiev. E questa sarebbe una fonte attendibile? E quello sarebbe un giornale “indipendente ed attendibile” solo perchè non sarebbe ufficiamente “pagato”? (non è pagato? Ma vogliamo scherzare!)

            L’accenno, contenuto nella vostra risposta, circa i “crimini contro l’umanità” commessi dalla guardia nazionale e dalle milizie varie di Kiev (e degli oligarchi) è molto interessante: tali crimini perpetrati in Ucraina in questi ultimi mesi sono stati talmente tanti e tanto evidenti, che addirittura un giornale ultra nazionalista non ha potuto tacerne la notizia. Ma dove ne ha parlato la stampa nazionale? E dove sono i vostri articoli in proposito? A chi dovrei allora rivolgermi per avere notizie in proposito? Vedete come Voce della Russia sia diventata necessaria per la libera informazione qui in Occidente? Siete voi stessi che la rendete INDISPENSABILE!

            Infine, sempre a proposito delle fonti pagate.. L’Ucraina è tutta gestita e pagata dagli oligarchi. Voi della Redazione sapete bene chi finanzia e chi sono i proprietari dei canali televisivi e dei giornali in quel paese. Se il vostro criterio per giudicare l’indipendenza e l’obiettività delle notizie è quello che dite, dov’è allora libera informazione ora in Ucraina? Inquietante no, soprattutto se si pensa a tutte le leggi liberticidie emanate negli ultimi mesi che proibiscono i canali televisi in lingua russa. Ma anche di questo voi non avete parlato.

  12. La ringrazio per la risposta, io stesso leggo molte più fonti possibile in quanto nn ritengo affidabile aver informazioni da una sola fonte ma le assicuro che non io non ho letto critiche di UP al batt. azov o altro citato da Lei ma ne prendo atto.
    Ho sempre solo letto critiche e accuse a separatisti e ai russi, come per altro sulla Voce della Russia critiche verso Ucraina, quindi personalmente ritengo le due abbastanza politicizzate.

  13. Mi riferivo a questa frase contenuta nella risposta della Redazione (come da sopra) a proposito della presunta maggiore obiettività di UP rispetto a Voce deella Russia: “Il giornale, a metà agosto, denunciò gli abusi delle forze fedeli a Kiev in Ucraina orientale. In particolar modo accusò la Guardia Nazionale e il battaglione Azov di “crimini contro l’umanità” “.

    La Redazione saprà dargli ragguagli in proposito.

    La cosa risulta, ripeto, molto interessante, soprattutto in relazione al silenzio della grande informazione e dell’Ue in proposito, che fanno finta di non vedere, non sentire e non capire che nelle regioni del Dombass vi è stato un vero e proprio massacro della popolazione civile, con violazione dei diritti umani e delle leggi di guerra. Per non parlare della posizione estremamente prudente, al limite dell’ambiiguità, anzi oltre, da parte dell’Osce, la quale Osce, al contrario, in Serbia nel caso del Kosovo si era distinta per una notevole ed immediata chiarezza di posizioni e velocità di indagini. Qualcuno direbbe per “dare il la” al bombardamento della Serbia da parte della Nato.

    Ma quanti “cattivi” da BOMBARDARE scovano, qui e lì, questi democratici e liberi paesi occidentali!

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