Lituania

LITUANIA: Il Paese mantiene una linea dura contro Mosca

Mentre la Russia di Vladimir Putin intima alla Lituania di eliminare i blocchi al traffico commerciale tra Mosca e l’exclave russa Kaliningrad e il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, parla di un conflitto mondiale ormai inevitabile, il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, si congratula con il governo di Ingrida Šimonytė per la linea dura contro Mosca. 

La Russia di Vladimir Putin e le sanzioni occidentali

Con lo scoppio del conflitto in Ucraina, la comunità internazionale ha stabilito delle sanzioni commerciali volte a colpire la Russia di Vladimir Putin che però, almeno apparentemente, non hanno portato ai risultati sperati. Infatti, sebbene siano state introdotte con l’obiettivo di convincere il Presidente russo a cessare il fuoco e liberare la sovrana Ucraina, nel corso di diversi eventi pubblici, tra i quali il St. Petersburg International Economic Forum del 15-18 giugno, Putin ha mostrato prevalentemente disinteresse e a tratti gratitudine per una mossa che, secondo il capo del Cremlino, starebbe provocando principalmente danni collaterali all’occidente e dando alla Russia la spinta necessaria a fiorire economicamente. Eppure, nel momento in cui è stato il commercio tra la Federazione e la sua exclave Kaliningrad ad essere colpito, Mosca ha minacciato Vilnius di gravi conseguenze definendo l’azione “estremamente provocatoria“.

L’applicazione delle sanzioni e la reazione russa

A partire dal 18 giugno scorso infatti, la Lituania, in seguito all’applicazione del quarto pacchetto di sanzioni contro l’aggressore russo, ha sospeso il traffico ferroviario tra i due territori russi collegati dal corridoio di Suwalki; non si tratta di un blocco commerciale totale ma riguardante beni specifici tra cui carbone, metalli, legname, cemento, tecnologie avanzate e materiali da costruzione. Il personale del Cremlino e Anton Alikhanov, il governatore dell’exclave, non hanno preso bene la notizia; in generale, la decisione di Vilnius è stata definita illegale e apertamente ostile. Più in particolare, in un comunicato pubblicato a seguito del blocco, il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che la Russia si riserverà la possibilità di agire per proteggere i propri interessi nazionali se il traffico tra i due territori non sarà completamente ripristinato. Secondo il senatore russo, Andrey Klishas, la vicenda rappresenta una violazione della sovranità russa e, quindi, un fattore che permette al Paese di intraprendere in qualsiasi momento un’azione militare contro Vilnius. Infine, Lukashenko, in veste di alleato, ha affermato di considerare la mossa lituana una vera e propria dichiarazione di guerra che potrebbe rendere lo scoppio di un conflitto mondiale una possibilità non troppo lontana.

La risposta comunitaria

In segno di supporto per la tenacia e fermezza lituana, in un post su twitter, Dmytro Kuleba, il ministro degli esteri ucraino, ha ringraziato il Paese baltico per essere sin dall’inizio del conflitto in prima linea contro l’aggressore russo. Nonostante il clima teso, le dichiarazioni russe e bielorusse hanno ricevuto una pronta risposta sia da parte di Vilnius che della comunità internazionale: i due hanno sottolineato che, contrariamente a quanto sostenuto dalla controparte, nessuna violazione della sovranità russa è in corso dal momento in cui il blocco commerciale riguarda solo beni specificatamente sanzionati dall’UE. Al contrario, la comunità internazionale ha adottato lo strumento economico per reagire ad una reale violazione della sovranità ucraina. Infine, non essendovi alcuna limitazione generale al movimento di persone o beni, gli interessi nazionali del Paese non sono colpiti ingiustamente. Appellandosi a queste motivazioni, il presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha quindi negato le concessioni richieste dal Cremlino riguardo al commercio con Kaliningrad. La proposta di creare un corridoio per permettere il regolare transito commerciale tra i due territori russi e di porre fine alle sanzioni non sarà accettata finché la Federazione Russa non cesserà il fuoco e renderà l’Ucraina nuovamente un Paese libero e sicuro.

Immagine da NARA & DVIDS Public Domain Archive 

Chi è Sofia Mariconti

Classe ’97, è una studentessa magistrale all’ultimo anno dell’università di Bologna dove frequenta il MIREES (Interdisciplinary Research and Studies on Eastern Europe). Appassionata di est-Europa e Russia, dopo aver trascorso un semestre in Lituania, sta svolgendo un tirocinio presso LAPAS.lv in Lettonia. Per East Journal, prima testata con cui collabora, scrive principalmente di attualità.

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