GEORGIA: Il parlamento blocca il sistema proporzionale

Il disegno di legge che prevedeva il passaggio da un sistema elettorale misto a un proporzionale puro, in vista delle elezioni parlamentari del 2020, non ha passato il voto del parlamento georgiano nel corso della giornata di oggi. L’approvazione necessitava del voto positivo di tre quarti dei 150 parlamentari, dal momento che implicava emendamenti alla carta costituzionale. La legge ha, però, ricevuto il sì di solo 101 parlamentari dei 113 necessari. Tre sono stati i voti contrari, tutti provenienti dai rappresentanti della coalizione di governo Sogno georgiano, mentre le opposizioni hanno votato compatte in favore.

Il passaggio in parlamento della nuova legge elettorale rappresentava un momento cruciale per la politica georgiana. La modifica del sistema elettorale era stata, infatti, una delle poche concessioni che la maggioranza di governo aveva fatto in risposta alle grandi manifestazioni che hanno seguito gli eventi dello scorso 20 giugno.

Quel giorno, a Tbilisi, si svolgeva il forum dell’Assemblea interparlamentare sull’ortodossia, un’organizzazione che unisce i paesi accomunati dalla confessione cristiana ortodossa. A presiedere l’incontro, il parlamentare russo Sergej Gavrilov, che è stato invitato a sedersi al posto normalmente prerogativa del presidente dell’assemblea legislativa della Georgia, dove l’evento ha avuto luogo. Il peso simbolico del gesto, è bastato a scatenare la reazione rabbiosa delle opposizioni e ha spinto migliaia di georgiani a radunarsi davanti all’edificio per protestare, accusando il governo di eccessivo asservimento nei confronti della Russia. La protesta è stata, poi, violentemente repressa dalla polizia, causando il ferimento di circa 240 persone.

Conseguenza di questi eventi sono state le immediate dimissioni del presidente del parlamento, Irakli Kobakhidze, e, appunto, la concessione sul sistema elettorale proporzionale senza soglia di sbarramento. Nei mesi successivi, però, il ministro degli Interni, Giorgi Gakharia, che era finito nel mirino dell’opposizione per la repressione violenta delle proteste di giugno, è stato nominato primo ministro lo scorso 3 settembre, un segnale di forza che il Sogno georgiano ha mandato alle opposizioni.

Considerato il contesto, non sorprende che subito dopo la mancata approvazione del disegno di legge, un gruppo di manifestanti si sia radunato di fronte al parlamento, scontrandosi con la polizia quando ha provato a bloccare il passaggio delle auto dei parlamentari. Una manifestazione è prevista per la sera a Tbilisi e in altre città della Georgia.

In base alle analisi che hanno seguito il voto non è chiaro se la mancata approvazione della legge sia stata indice della mancanza di coesione del Sogno georgiano o un piano ordito dal suo leader, Bidzina Ivanishvili, come paventano le opposizioni. Solo 57 dei 106 parlamentari della coalizione di governo ha votato in favore del disegno e sette hanno immediatamente presentato le proprie dimissioni. Nel frattempo, Giga Bokeria, un parlamentare del partito di opposizione Georgia europea dichiarava: “Nessuno crede a questa performance teatrale, Ivanishvili è responsabile per quanto è avvenuto”, implicando una macchinazione per non approvare il sistema proporzionale, poco gradito al governo.

Seguiremo, con gli sviluppi della situazione, nei prossimi giorni.

Immagine: Agenda.ge

 

 

Chi è Aleksej Tilman

È nato nel 1991 a Milano dove ha studiato relazioni internazionali all'Università statale. Ha vissuto due anni a Tbilisi, lavorando e specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell'area caucasica all'Università Ivane Javakhishvili. Parla inglese, russo e conosce basi di georgiano e francese.

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