Dai Baltici alla Polonia, dalla Russia all’Ucraina, gli stessi riti del solstizio d’estate

L’inizio dell’estate è uno spartiacque per la vita e i lavori nei campi. Le antiche credenze magiche sul sole e il fuoco, le corone di fiori intrecciati, l’acqua, le felci.

Da RIGA – Tanti popoli del nord est d’Europa ritrovano durante il solstizio d’estate modi comuni di festeggiare l’inizio dell’estate e la notte più breve dell’anno. Numerose sono infatti le credenze popolari e le tradizioni che accomunano lettoni, lituani, russi, bielorussi, polacchi e ucraini [ma anche scandinavi e finlandesi, ndr] nel celebrare questo giorno.

Cambia semmai il calendario: lettoni, lituani e polacchi festeggiano nella notte fra il 23 e 24 giugno, mentre russi, bielorussi e ucraini già dai tempi antichi celebrano il solstizio in pieno luglio, fra il 6 e il 7, secondo il calendario ortodosso.

“E’ naturale – afferma l’etnopsicologa Māra Mellēna – che etnie che vivono in una stessa regione abbiano tratti culturali e tradizioni comuni, e questo avviene anche per quanto riguarda i rituali e le feste del solstizio d’estate. La venerazione e la soggezione nei confronti del sole, la preparazione per i lavori nei campi, la dipendenza del raccolto dal clima, dal sole, dalla pioggia, è la stessa per tutti i popoli che abitano una regione”.

Tanti popoli – gli stessi rituali

Per i lettoni e gli altri popoli di queste regioni il solstizio d’estate rappresenta un vero spartiacque per la natura e i lavori nei campi.   “Il solstizio d’estate sprigiona sia le forze della luce che le forze delle tenebre, per questo il fuoco (vero simbolo del solstizio d’estate) serve per illuminare il buio e per proteggere tutte le genti della regione. Il canto, la danza, i giochi intorno al fuoco, hanno la caratteristica di unire i popoli e fornire un’espressione di festa alla celebrazione, e queste sono tradizioni comuni a tutti questi popoli” afferma Mara Mellēna.

Fuoco, acqua, felci in fiore.

Per lettoni, lituani, polacchi, russi, bielorussi e ucraini, nei rituali del solstizio d’estate un ruolo fondamentale è svolto da fuoco e acqua. Tutti i riti del solstizio hanno a che fare poi con i fiori e le piante, che sono considerate portatrici di forza magica. In particolare è interessante il ruolo delle felci (papardes) nella tradizione lettone e nelle tradizioni di altri popoli. La loro fioritura è considerata infatti una sorta di miracolo, e chi riesce a trovare una felce in fiore nel solstizio, è considerato un uomo baciato dalla fortuna.

Visas lauku puķes zied,
Papardite, ta nezied;
Ta zied Jāņu naksniņâ,
Kad ļautiņi neredzeja.

Tutti i campi son fioriti
Sol la felce non è in fiore
Nel solstizio lei fiorisce
Di nascosto dalla gente.

(Biblioteca Baltica: “Visu gadu Jāni gaidu” – Le canzoni popolari lettoni del solstizio d’estate)

Le corone di fiori

Anche la classica corona di fiori intrecciati ha un valore non solo di bellezza, ma anche di previsione del futuro. La caratteristica invece che contraddistingue le tradizioni dei lettoni da quelle degli altri popoli, sta nelle canzoni del solstizio: solo i lettoni infatti cantanto le loro canzoni intonando il caratteristico ritornello “līgo, līgo”.

Anche in Russia i riti del solstizio sono legati alla benedizione e alla perseguimento del successo – attraverso fuochi rituali, danze, canti e corse a cavallo. In Bielorussia particolare importanza riveste il culto dell’acqua, nuotare nei fiumi, fare la sauna, oltre alle consuete corone di fiori. Simili alla Lettonia i riti in Lituania, che comprendono le corone di fiori intrecciati, il modo particolare di intrecciarli, il silenzio, i colori, il divieto di usare fili.


In Ucraina le ragazze per prevedere il futuro calano in acqua le corone di fiori, con al loro interno una candela accesa. Se la corono galleggia e la candela resta accesa, la ragazza potrà sposarsi presto, se la corona gira su se stessa allora il matrimonio deve ancora attendere, se invece affonda, nessuna speranza di maritarsi.

Una mostra fotografica sulle tradizioni e i riti dei popoli baltici e slavi sarà aperta al pubblico dal 17 giugno al 20 luglio al secondo piano del centro commerciale «Dole» a Riga.

Fonte Tvnet.lv

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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