La prima volta che vidi giocare Tomáš Rosický sembrava un magro evidenziatore giallo. Capellone, rapido, silenzioso. Ma mi accorsi subito della dolcezza dei piedi, soprattutto considerato il clima teutonico dove lavorava il ragazzo (tra l’altro proveniente da un posto non proprio brasileiro). La squadra non era quel trattore vincente creato ai …
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