Silence of Reason di Kumjana Novakova, documentario che tratta una delle pagine più difficili della guerra post-Jugoslava, arriva al Cinema du Réel.

CINEMA: gli orrori taciuti in Silence of Reason al Cinema du Réel

Silence of Reason di Kumjana Novakova, documentario che tratta una delle pagine più difficili della guerra post-Jugoslava, arriva al Cinema du Réel.

Le guerre consumatesi negli anni ’90 nei balcani sono un argomento talmente complesso, e talmente segnante, che trent’anni dopo ancora il cinema lo tratta in modo abbondante – senza cadere nella ridondanza. Così, Silence of Reason, racconta quello che è uno degli aspetti più disumani della guerra, la schiavitù sessuale e i casi avvenuti a Foča tra il 1992-1994, quando centinaia di donne sono state imprigionate, violentate e vendute da parte di militanti serbi il primo caso di violenza e schiavitù sessuale condannato non come crimine di guerra ma come crimine contro l’umanità – come il documentario sottolinea.

La brutalità degli eventi è trasmessa in una forma che, pur senza alcun riferimento visivo esplicito, è altresì perturbante: scorrono i testi contenenti le testimonianze delle vittime, indicate con numeri, sullo sfondo, immagini dei luoghi, foto e video, ed un rumore statico ininterrotto che accentua il disagio. La totale assenza dei protagonisti, se non nella forma testuale o di registrazioni vocali non equivale ad una rimozione identitaria: ciò che colpisce fortemente é che le sopravissute sono chiaramente caratterizzate, e che l’opera riesce a distinguerle e permettere a ciascuna di loro di formare un legame empatico con lo spettatore – pur senza mai mostrarle in volto, e solo in rarissimi casi facendone udire la voce. Un film d’archivio, ma che costruisce un sistema narrativo che si distingue molto e che riesce a rendere l’effetto scioccante degli eventi trattati senza artifici sensazionalistici. Silence of Reason scuote l’anima dello spettatore, ricordandogli che quello che è raccontato non è un caso isolato quanto una realtà spesso dimenticata della guerra, e così attualizza il tema. Difficile non percepire un certo legame con la possibilità che oggigiorno in Ucraina si stia verificando lo stesso fenomeno, o che, in caso di un conflitto più ampio, questo pericolo possa allargarsi anche in altri paesi.

Precedentemente alla sua anteprima al Cinema du Réel, Silence of Reason ha già vinto il Human Rights Award al Festival di Sarajevo l’anno scorso, ed ha avuto la sua anteprima italiana al Festival di Torino.

 

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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