MACEDONIA: Nuovo governo, rebus dei partiti albanesi

Le elezioni dell’11 dicembre in Macedonia dovevano porre fine alla lunga crisi politica che blocca il Paese da oltre un anno. In attesa degli sviluppi sulla formazione del nuovo governo macedone, i due maggiori partiti VMRO-DPMNE e SDSM stanno avendo uno scambio di accuse su diverse tematiche: Soros, sanità, giustizia, inquinamento.

L’ex premier Nikola Gruevski, in un’intervista per il settimanale “Republika“, ha denunciato i milioni di euro riversati da Soros nel paese tramite le sue organizzazioni che sono diventate uno strumento per aiutare l’opposizione.

La reazione di Sdsm non si fatta aspettare e immediatamente il  portavoce, Petre Shilegov, ha affermato in conferenza stampa che “La commissione anti-corruzione ha avviato indagini nei confronti di 22 Ong. Inoltre, 42 persone apertamente contrarie a  Gruevski  e che sostengono l’opposizione sono state sottoposte a indagini sul loro operato“.  “La SDSM e Soros sono stati sconfitti nelle elezioni“, ha affermato l’esponente del partito conservatore macedone Darko Kostoski.

Il Parlamento macedone

Il parlamento di Skopje comprende 120 deputati: sulla base dei risultati delle elezioni di dicembre, 51 spettano al VMRO-DPMNE; 49 al SDSM; 10 all’Unione democratica per l’integrazione (BDI) di Ali Ahmeti; cinque al movimento  Besa; 3 all’Alleanza degli albanesi; e 2 al Partito democratico degli albanesi.

La composizione del parlamento è stata ufficializzata lo scorso 30 dicembre. Ora, il presidente della repubblica Gjorge Ivanov è tenuto entro dieci giorni ad assegnare il mandato di governo alla coalizione che detiene la maggioranza parlamentare, ovvero quella tra VMRO e BDI.

Il premier incaricato dovrà presentare la squadra di governo e il programma entro venti giorni al parlamento per la fiducia. Per ottenere la fiducia basta la maggioranza assoluta dei parlamentari (61 seggi).

I partiti albanesi

L’esito delle elezioni parlamentari, che hanno visto il VMRO ottenere una vittoria risicatissima, conferisce un peso decisivo per la formazione di una maggioranza in capo ai partiti della minoranza albanese. Lo schieramento albanese, composto da almeno 4 partiti in perenne lite tra loro, ha perso ben 7 rappresentanti in Parlamento, riducendo la sua presenza a soli 20 deputati.

Il ruolo chiave sembra rimanere nelle mani del partito Unione democratica per l’integrazione (DUI) di Ali Ahmeti, nonostante abbia subito il più consistente calo dei consensi passando dai 19 seggi del 2014 agli attuali 10. Sorprendente l’affermazione del movimento Besa, di ispirazione islamica, apertamente appoggiato dalla Turchia di Erdogan, che ha raccolto quasi il 5% dei voti (5 deputati).

Per unificare le posizioni dei partiti albanesi, il premier albanese Edi Rama ha convocato a Tirana i leader dei quattro partiti della minoranza albanese che sono riusciti ad ottenere seggi nel futuro parlamento di Skopje.

I rappresentanti dei partiti della minoranza albanese hanno firmato due giorni fa a Skopje una dichiarazione congiunta che dovrà servire come piattaforma per ogni possibile loro partecipazione a un futuro governo. Nella dichiarazione dei partiti albanesi si legge che “la costituzione della Macedonia dovrebbe definire la lingua macedone e la lingua albanese come lingue ufficiali della Repubblica di Macedonia“. Infine, i partiti albanesi vogliono che vengano accelerati i processi di adesione all’Unione europea e alla Nato, che oggi sono virtualmente in stallo.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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