GEORGIA: Un caffè vegano attaccato a colpi di salsicce. Goliardia o neonazismo?

Un caffè vegano situato nel centro storico di Tbilisi è stato recentemente preso d’assalto da un gruppo di persone armate di carne e salsicce, in quanto ritenuto troppo alternativo per le tradizioni georgiane.

Il locale in questione è il Kiwi Cafè, ristorante vegano in stile alternativo situato nel cuore della capitale georgiana, il primo e attualmente unico di questo tipo nel paese caucasico, che ha aperto i battenti circa un anno fa. Il Kiwi Cafè è frequentato principalmente da stranieri, mentre gli stessi camerieri sono a loro volta stranieri o comunque georgiani in grado di parlare fluentemente l’inglese. Oltre a fungere da caffè, il locale svolge anche la funzione di luogo di ritrovo per la piccola comunità vegana locale nonché per la comunità LGBT. All’interno del Kiwi Cafè vengono inoltre organizzati spesso eventi e proiettati film in lingua inglese.

Il fatto è avvenuto la sera del 29 maggio, quando all’interno del caffè lo staff stava proiettando una puntata della serie TV americana Rick and Morty. All’improvviso un gruppo di almeno 15 persone indossanti collane di salsicce, secondo le testimonianze fornite dai camerieri, avrebbe fatto irruzione all’interno del locale, iniziando a mangiare provocatoriamente carne grigliata, salsicce e pesce, per poi lanciare il tutto contro lo staff e i clienti intenti a consumare la propria cena, mettendosi infine a fumare nonostante il Kiwi Cafè lo proibisca. Dopo l’inutile tentativo dei camerieri di far allontanare gli uomini dal locale, la situazione è degenerata in rissa, alla quale avrebbero partecipato anche alcuni residenti della zona, che avrebbero sostenuto gli aggressori.

A rendere ancora più paradossale la situazione ci ha pensato la polizia, che intervenendo per calmare le acque ha ritenuto responsabili dell’incidente gli stessi clienti del locale, facendosi influenzare dal loro look stravagante fatto di piercing, creste colorate e altre acconciature poco conformi agli standard caucasici. Secondo gli aggrediti, alcuni poliziotti si sarebbero addirittura messi a ridere della situazione. Gli aggressori, fuggiti prima dell’intervento delle forze dell’ordine, sono riusciti ad evitare l’arresto.

Secondo lo staff del Kiwi Cafè si è trattato di un “chiaro intervento provocatorio e intimidatorio da parte di neo-nazisti“, nonché di un attacco premeditato, in quanto già un mese prima dell’aggressione, sempre secondo gli stessi camerieri, i presunti colpevoli si sarebbero recati nello stesso quartiere per chiedere ad un commerciante locale se tra la clientela del Kiwi Cafè vi fossero stati stranieri o membri della comunità LGBT. Al momento le autorità non sono comunque in grado di stabilire se il fatto sia effettivamente stato un attacco premeditato oppure un semplice – per quanto eccessivo – scherzo goliardico.

Stando a quanto riportato dal quotidiano locale Georgia Today, i responsabili dell’aggressione sarebbero un gruppo di rappresentanti dell’estrema destra ultranazionalista georgiana, intollerante nei confronti di tutto ciò che offende le tradizioni del paese caucasico. Proprio tre giorni prima dell’aggressione al Kiwi Cafè, lo stesso gruppo di estrema destra avrebbe sfilato per le strade di Tbilisi in occasione delle celebrazioni dell’indipendenza della Georgia dall’Unione Sovietica, gridando e mostrando striscioni riportanti lo slogan “la Georgia ai georgiani”, creato nel 1991 da Zviad Gamsakhurdia, primo presidente del paese caucasico diventato famoso per le sue politiche fortemente nazionaliste.

Questo slogan non fa però tornare in mente buoni ricordi ai cittadini georgiani. All’inizio degli anni Novanta infatti, le politiche nazionaliste promosse da Gamsakhurdia, che prevedevano l’abolizione di numerosi diritti delle minoranze etniche presenti in Georgia con la pretesa di tutelare l’etnia georgiana, hanno finito per causare tensioni insanabili all’interno del paese, scatenando i conflitti in Abkhazia e Ossezia del Sud; ferite che la Georgia considera ancora aperte.

Lo slogan “la Georgia ai georgiani”, criticato da Saakashvili nel 2005 in quanto ritenuto “velenoso”, è stato ripreso nel 2013 dai militanti dell’estrema destra locale, in occasione delle proteste contro un gay-pride organizzato nella capitale georgiana. Da allora questo slogan ha iniziato ad apparire sempre più spesso sui muri delle vie del centro di Tbilisi, portando gli stessi residenti a temere future azioni organizzate da parte degli ultranazionalisti.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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