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ENERGIA: Bruxelles contro Gazprom, Davide contro Golia

Mentre si avvicina l’inverno, e con esso il freddo, le vicende politico-economico-energetiche europee stanno assumendo la forma di una spy story da raccontare intorno al focolare, ovviamente a gas. Gli elementi ci sono tutti: dei cattivi, un paese lontano, un tradimento, in realta’ molti tradimenti; si fa solo un pò fatica ad inviduare i buoni. Dunque, c’era una volta…

Negli ultimi giorni un avvenimento, del quale East Journal ha già scritto, ha messo in moto non solo le diplomazie europee, scatenando una serie di reazioni a catena che stanno movimentando il panorama geopolitico, con particolare riguardo al settore energetico.
Stiamo parlando dell’accordo tra Russia e Bulgaria, relativo alle forniture russe di gas ed all’ingresso di Sofia nel progetto South Stream. L’aspetto “allarmante” di tali accordi è ,da un lato il fatto che i due contratti fossero stati proposti da Mosca come inscindibili, dall’altro il fatto che la defezione bulgara reca un grandissimo colpo al progetto Nabucco, fiore all’occhiello, se così può essere chiamato, della politica energetica europea.

Immediatamente dopo la firma di tali accordi Bruxelles ha aperto un procedimento contro Gazprom, in base all’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, accusandola di approfittare della sua posizione di monopolio violando le norme antitrust dell’Unione, in particolar modo nei paesi dell’Europa Centrale ed Orientale. Se l’apertura dell’inchiesta appariva abbastanza prevedibile, inaspettate sono giunte le dichiarazioni, praticamente contemporanee del Ministro degli Esteri greco, Dimitris Avramopoulos. La Grecia ha infatti ufficialmente dichiarato di sostenere il progetto TAP (Trans Adriatic Pipeline) per portare in Europa il gas azero.

Tali dichiarazioni, giunte dopo un incontro tra le autorità greche ed i vertici del consorzio TAP, sembrerebbero a prima vista non avere nulla a che fare con quanto riportato in precedenza; in realtà il sostegno al TAP è, di fatto, un sostegno indiretto a Gazprom tramite l’affossamento del progetto Nabucco, in realtà ufficialmente Nabucco West, dietro al quale c’è proprio l’Unione Europea. Osservando il percorso di tale pipeline è infatti facilmente intuibile come, dopo la defezione bulgara, l’unica possibilità per il trasporto del gas sia il passaggio dalla penisola ellenica. TAP e Nabucco sono inoltre direttamente concorrenti, in quanto il consorzio responsabile dei giacimenti azeri di Shah Deniz II si è riservato di scegliere, entro metà 2013, proprio a quale delle due sopracitate pipeline affidarsi.

Nabucco è anche progetto rivale di Southstream, finanziato proprio da Gazprom e sempre meno amato da vari membri dell’Unione Europea, come ad esemprio l’Ungheria, per via dei suoi costi e della difficoltà di realizzazione. TAP invece è finanziato da due paesi non propriamente europeisti come la Svizzera, già distintasi per la sua opposizione alle sanzioni verso l’Iran, e la Norvegia; se poi aggiungiamo che in Southstream ci sono forti interessi tedeschi e che la Grecia in questo momento è particolarmente legata alla Germania, le domande sorgono spontanee.

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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