UNGHERIA: Budapest vuole tassare internet, migliaia in piazza

Il governo del Fidesz sta cercando di imporre una tassa su internet, ma a Budapest in migliaia si oppongono. Negli ultimi giorni ci sono stati cortei e momenti di tensione nella capitale ungherese, i manifestanti hanno inviato un ultimatum di 48 al governo per ritirare la proposta di legge.

Domenica 26 ottobre a Budapest sono scese in piazza decine di migliaia di persone per protestare contro la tassazione di internet proposta dal Fidesz. E’ stata la più grande manifestazione anti-governativa da molti anni, protesta che si ripeterà martedì sera (oggi) e che ha visto anche un epilogo ricco di tensione con l’assalto da parte di un gruppo di manifestanti di una sede del partito governativo.

Ma come spiegarsi la nascita di queste manifestazioni proprio mentre si sta chiudendo il 2014, l’anno delle tre elezioni stravinte da Orbán Viktor e del continuo stato confusionale delle opposizioni politiche?

Il merito maggiore è proprio di Orbán. Troppo sicuro del consenso e dell’infallibilità di se stesso, (il leader magiaro è sempre stato molto altezzoso) ha deciso di attaccare in maniera decisa la libertà che si respira sul web, strumento capace di unire i differenti strati sociali, vero e proprio totem della libertà moderna, e per questo da maneggiare con assoluta prudenza.

Il Fidesz, pochi giorni fa, ha fatto trapelare notizie su una futura tassa sul traffico internet. Le prime voci, non smentite inizialmente, parlavano di un contributo di 150 fiorini (50 centesimi di euro) ogni gigabyte di traffico. Un’ora su facebook sarebbe così costata circa 10 centesimi di euro.
Già dalle prime indiscrezioni però le critiche sono emerse veementi, in particolare su internet, ma non solo, tanto da consigliare immediatamente una retromarcia al partito di governo. Nei giorni successivi Antal Rogán, membro del Fidesz, dichiarava in Tv che la legge verrà modificata in parlamento, verrà introdotto un tetto massimo di 700 ft giornalieri per i privati e la tassa dovrà essere pagata dalle compagnie che forniscono il servizio.

I tentativi di ammorbidire le disposizioni non sono però serviti. La contestazione è diventata virale nella società ungherese, come dimostra la crescita impetuosa della pagina creata per organizzare una manifestazione contro il provvedimento. In poche ore la pagina ha registrato decine di migliaia di “mi piace”, ed oggi si attesta su 220.000 like, numeri imponenti per un piccolo paese.
A mettere ancor più in imbarazzo il Fidesz ci ha pensato la memoria politica del paese. Una tassa su internet fu già proposta in Ungheria, correva l’anno 2008 e il Partito Socialista dopo aver aumentato il costo di Ospedali e Università voleva tassare anche il web. Allora il partito di Orbán si oppose strenuamente, mentre oggi dopo 6 anni si fa promotore di una legge simile.

La manifestazione di domenica ha così avuto un forte successo riuscendo a coinvolgere strati sociali e comunità politiche differenti. Il corteo ha percorso i viali Andrassy, dove nel giro di poche ore è diventato imponente. Ad organizzare la protesta non vi erano politici dei partiti d’opposizione, anche se fra i partecipanti era possibile scorgere l’ex Sindaco di Budapest Demszky, il leader di LMP Schiffer ed anche rappresentanti dell’ambasciata americana. La manifestazione, più o meno spontanea, ha visto come protagonista Balázs Gulyás, vicino in passato ad ambienti del partito socialista, che ha dato al governo un ultimatum di 48 ore per ritirare la proposta di legge.

Il corteo di domenica si è concluso con alcuni momenti di tensione, quando alcune centinaia di persone si sono dirette verso la sede distrettuale del Fidesz, lanciando contro l’edificio parti di vecchi personal computer. Alcuni manifestanti si sono arrampicati sul balcone sventolando la bandiera dell’Unione Europea. Questi atti si sono però conclusi in maniera veloce e sono stati marginali rispetto alla protesta in sé.

La giornata del 26 ottobre ha dimostrato come nel paese, sotto una fitta coltre di sostenitori del premier, si nascondo in realtà sentimenti di opposizione non controllati da forze partitiche e non rappresentanti alle elezioni (che hanno visto crescere costantemente il livello di astensionismo). La manifestazione è sfilata senza simboli politici, con adesioni da strati sociali e generazionali molto diversi. E’ indubbio infatti, che molti siano scesi in piazza non solo contro la tassa in sé ma per un senso di rigetto verso la politica del Fidesz. Se questi movimenti sociali troveranno continuità ed uno sbocco politico saranno i prossimi eventi a dircelo.

Chi è Aron Coceancig

nato a Cormons-Krmin (GO) nel 1981. Nel 2014 ho conseguito all'Università di Modena e Reggio Emilia il Ph.D. in Storia dell'Europa orientale. In particolare mi interesso di minoranze e storia dell'Europa centrale. Collaboro con il Centro Studi Adria-Danubia e l'Istituto per gli incontri Culturali Mitteleuropei.

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5 commenti

  1. Senz’altro toccare internet é una misura che fa imbestialire la gioventú qualsiasi utilizzatore medio, stante la presenza, anche eccessiva, dei social network nella vita quotidiana. Probabilmente un passo falso del governo, anche se il tono dell’ articolo, come altri precedenti dello stesso autore, lo caratterizza come una chiamata speranzosa un’opposizione ad Orban.
    Come spesso accade solo Budapest é stata centro di tensione, mentre per molte categorie di ungheresi conta forse di piú la diminuzione dei prezzi del carburante o la politica tenuta nei confronti delle banche. In piazza casualmente anche l’ambasciatore USA che in questi ultimi giorni sta avendo un ruolo simile a quello del suo antico collega sovietico Andropov nel ’56, cioé di resident ed agente di influenza piú che diplomatico.

  2. Indubbiamente questo provvedimento è un passo falso, anzi un errore. Ma da qui a definirlo attacco alla libertà ce ne passa eccome! Allora quando in Italia aumenta il canone Telecom o il costo di Alice adsl cosa dobbiamo fare? Gridare al colpo di stato?
    Come ormai da prassi, ogni forma di opposizione e contrasto all’azione di questo governo viene sempre vista come “ribellione all’oppressore”. Si tratta di legittime (in questo caso pienamente condivisibili) manifestazioni democratiche. Colorarle con toni di speranzoso futuro di libertà è decisamente fuorviante.

  3. la tassa su internet è sbagliatissima, e per fortuna anche il governo sembra essersene accorto (ma vediamo che succede). Sono d’accordo con Filippo per quanto riguarda la presenza di diplomatici americani alla manifestazione, e ciò anche alla luce delle dichiarazioni della Nuland e delle ripetute provocazioni del governo USA. Proprio per questa ragione Orban deve stare attento a non creare fratture all’interno del suo elettorato tali da poter essere sfruttate da chi vorrebbe porre in essere “rivoluzioni colorate” di sorta… E’ vero che trattandosi di un paese membro della NATO e dell’UE questo scenario appare difficilmente ipotizzabile, ma comunque appare evidente che l’Ungheria è entrata nel mirino degli USA…

  4. Vi ringrazio per i commenti, anche se probabilmente abbiamo idee differenti penso che il confronto ed il chiarimento siano sempre utili. Per questo specifico che, come avete già intuito, non ho molta simpatia per la persona Orban, i cui toni ed atteggiamenti non mi sono mai piaciuti. Nonostante questo cerco di essere obiettivo nell’individuare i risultati economici e sociali del governo, ed il consenso di cui gode.
    Per quanto riguarda il binomio internet/libertà. Internet ai nostri giorni è inteso come spazio libero, comune, non soggetto a restrizioni. In Ungheria dopo i provvedimenti contro Tv e Radio (il paese è sceso di 20 posizioni nella classifica per libertà di stampa, e per capirlo basta guardare un tg di Mtv o Dunatv) una tassa su internet di quel genere avrebbe limitato la possibilità di molti di usare il web. Perchè gli stipendi medi ungheresi rimangono bassi, e la tassazione proposta inizialmente era molto alta.
    Sulla presenza di personale USA alle manifestazioni condivido con voi che sia un’ingerenza, una delle tante che gli USA fanno in Ungheria ed in altri paesi. L’Ungheria è un paese piccolo e volente o nolente deve appoggiarsi storicamente a una grande potenza, che venga da est o da ovest. Certo è che agli USA questo governo non piace.
    Sugli effetti che queste manifestazioni hanno avuto su Orban spero di scrivere nei prossimi giorni.

  5. Non vedo dove siano lo “scandalo”, la “limitazione della libertà”. Quando mai abbiamo usato internet gratis ? Che si chiami fastweb o vodafone o tim paghiamo sempre qualche ente colossale e invisibile per navigare sul web. Neanche l’acqua è gratuita, essa è gravata di IVA e altre tasse locali. Se uno Stato serio vuole tassare il web e intende impiegare bene i proventi, ben venga. Un sacco di gente ( ne conosco innumerevoli ) usa internet in maniera insulsa, ad esempio per chiacchiere inutili su facebook. Una tassa sul consumo di internet sarebbe per queste persone utile, educativa.
    Ci vorrebbe in Italia un leader come Orbàn. Per ricostruire il concetto di Patria, di nazione, calpestato da decenni di ideologia buonista, ipocrita e cattocomunista.

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